Termina oggi questo nostro viaggio tra le realtà industriali della Brianza che stanno vivendo momenti di forte difficoltà: questo ideale viaggio partito da Agrate con STMicroelettronics, passato per Candy a Brugherio, proseguito con Peg Perego ad Arcore e termina a Villasanta con Edim Bosch. Affrontando i temi che hanno causato la crisi di queste realtà industriali, abbiamo visto che se in alcuni casi le problematiche riscontrate sono imputabili a una mancanza di visione a lungo termine, alla poca chiarezza di idee sia alla guida che alla gestione delle aziende, altre vedono almeno tre comuni denominatori: concorrenza asiatica, dazi e mancata diversificazione della produzione.
E nonostante alcune delle problematiche riscontrate siano comuni a tutte le società, per ognuna di loro abbiamo riscontrato una differente situazione: c’è chi come STM, vede la propria situazione in altomare, aggravata probabilmente da una guerra intestina tra governo italiano e francese che controllano la società; chi come Candy Brugherio ha chiuso i battenti della produzione dedicandosi solo ai servizi, altri come Peg Perego che sono in attesa di un piano industriale, al momento inesistente, mostrando la sola volontà di licenziare. E chi, infine, come Edim Bosch una soluzione, seppur palliativa, l’ha trovata, in attesa di giorni migliori.
La crisi di Edim Bosch
Edim è una azienda appartenente al gruppo Bosch, specializzata nella pressofusione e lavorazioni meccaniche. L’85% della produzione è legata all’automotive, quindi si capisce come la crisi del settore auto influisca inevitabilmente su Edim. Crisi aggravata ulteriormente dalla concorrenza asiatica, della contrazione dei prezzi di vendita del prodotto finito. In più bisogna sottolineare che Edim è una azienda dalle infrastrutture molto datate e per questo energivora: i consumi sono molto elevati e di conseguenza anche i costi di produzione lievitano.
Per tutti questi motivi lo scorso novembre Bosch ha comunicato che le attività di Edim non sono più di interesse per il gruppo, decidendo così di mettere in vendita l’azienda. Ma non solo: comunicano di avere un piano per il congedo forzato per 160 lavoratori in esubero, di cui 120 a Villasanta e 40 a Quero Setteville, nel bellunese. A questi si vanno ad aggiungere altri 40 dipendenti che al momento sono inquadrati con contratti di somministrazione lavoro.
L’accordo tra azienda e parti sociali
I sindacati hanno criticato duramente la decisione dell’azienda definendola una scelta miope e priva di visione a lungo termine, chiedendo a Bosch di ritirare il piano di licenziamenti e sollecitando i vertici ad investire per il rilancio dell’azienda. Il 27 marzo 2025 parti sociali e azienda si siedono al tavolo della trattativa e ne scaturisce un accordo che magari non è soluzione definitiva a tutti i mali, ma che risulta essere un paracadute per i lavoratori, che nel nuovo contesto avranno il tempo di capire e decidere cosa sarà del loro futuro.
Cosa prevede il piano di risanamento siglato? Cassa integrazione straordinaria, partita il 3 febbraio 2025 fino al 2 febbraio 2026 per tutti i 340 dipendenti di Edim tra Villasanta e Quero. Inizialmente era soltanto una giornata al mese, ora si è arrivati a una settimana a rotazione, in modo da non interrompere la produzione.
Meno esuberi, incentivi e outplacement
Gli esuberi sono stati ridotti da 160 a 100 (70 a Villasanta, 30 a Quero). Le uscite volontarie saranno incentivate, ovvero l’azienda riconoscerà una indennità a coloro che volontariamente firmeranno le dimissioni: si parte da un minimo di 3 mesi fino a un massimo di 25 mensilità e un importo massimo di 70.000 euro lordi, calcolati in base all’età anagrafica e all’anzianità di servizio, seguendo uno schema predefinito.
La fascia più alta è quella che comprende i lavoratori di età superiore ai 50 anni: per loro sono previsti da 15 alle 25 mensilità di incentivo all’uscita. Nel frattempo bisogna anche dire che alcuni hanno lasciato Edim di propria iniziativa, trovando un nuovo impiego altrove. Per i lavoratori che usciranno volontariamente sarà disponibile un programma di outplacement, ovvero saranno assistiti nel loro processo di ricollocazione professionale altrove. Mentre per chi resta ci saranno tutta una serie di corsi di aggiornamento, allo scopo di sviluppare nuove competenze e svolgere attività differenti.
Fiom CGIL, le parole di Biagio Bonomo
Abbiamo contattato Biagio Bonomo, della Fiom CGIL per avere un commento su quanto sta accadendo alla Edim Bosch “L’accordo raggiunto è il migliore possibile, visto il contesto. Vogliamo sottolineare come sia indubbiamente un grande successo l’aver scongiurato 160 licenziamenti coercitivi. Grazie a ciò abbiamo guadagnato del tempo per monitorare la situazione e pensare a soluzioni per il rilancio dell’azienda, nell’attesa che vengano individuati degli acquirenti. Sappiamo che ci sono alcune società interessate ma che al momento sono alla finestra: un conto è acquistare un’azienda con 300 dipendenti e un conto acquistarne una di 200“.
Continua Bonomo “Il problema sono le prospettive. Sarà cruciale capire se nei prossimi mesi il settore dell’auto avrà un rilancio o se la crisi persisterà. I dazi inoltre aggravano il problema. Come sindacati abbiamo ribadito l’impegno alla salvaguardia dell’occupazione, quindi se non si dovesse trovare un acquirente entro fine anno, l’impegno di Bosch deve restare quello di preservare la produzione, anche perché è una importante multinazionale e per questo ci aspettiamo che rispetti gli impegni presi con le parti sociali”.
Chi acquisirà Edim?
È chiaro che l’accordo, come dicevamo in precedenza, non va all’origine del problema ma di certo va a mitigare le conseguenze. C’è una bella differenza tra 160 licenziamenti senza alcuna indennità e 100 uscite volontarie con erogazione di un incentivo. Ora, sia vertici aziendali che sindacati sono alla finestra: sarà importante capire che direzione prenderà l’azienda e per scoprirlo occorre che i potenziali compratori indichino la strada. E non è detto che la nuova proprietà non decida di diversificare la produzione, per uscire dall’imbuto delle crisi del settore auto.
Ma chi compra, vuole sapere bene che cosa compra, quindi, prima della fine dell’anno probabilmente sul versante vendita non si muoverà nulla di sostanziale. A quanto pare c’è anche l’interesse di un fondo di investimento su Edim, anche se su questo fronte non mancano le perplessità: potrebbe trattarsi di una società intenzionata più che altro a speculare.
Le parole del sindaco Lorenzo Galli
Prima di chiudere il dossier abbiamo chiesto un commento al sindaco di Villasanta Lorenzo Galli, che fotografa così la situazione in un quadro più generale “L’allarme dello scorso autunno sembra essere rientrato, e speriamo che si trovi una soluzione a lungo termine mediante l’arrivo di un partner industriale che possa portare nuove commesse e investimenti in efficienza produttiva. In generale la situazione del settore Automotive è attraversato da una grave e profonda crisi europea dovuto ad un allineamento negativo di elementi: la mancanza di visione a livello di Unione Europea che rende estremamente incerto il comparto, sia da parte dei produttori che dei consumatori; il massiccio assalto del mercato europeo da parte di player cinesi supportati al limite del “dumping” dal loro stato, l’aumento dei costi energetici che assale il vecchio continente“.
Non resta che aspettare i prossimi mesi per capire come si evolverà l’affaire Edim e soprattutto avere una idea più chiara di ciò che toccherà in sorte per coloro che resteranno in azienda.