Un pezzo di storia del ciclismo italiano è venuto in visita a Brugherio, sabato 5 aprile. Nell’incontro organizzato da Clerici Academy e moderato dal giornalista Claudio Pollastri, ospite illustre è stato l’ex ciclista Enrico Zaina, fortissimo scalatore che ha segnato gli anni Novanta dello sport del pedale, mettendosi in evidenza sia al Giro d’Italia, dove vince 4 tappe e nel 1996 sfiora il successo finale, giungendo secondo alle spalle di Pavel Tonkov, sia al Tour de France che alla Vuelta Espana. Nella sua carriera veste i colori, tra le altre, della Carrera, della Gewiss, della Brescialat e della Mercatone Uno.
Gremita la sala che ha ospitato la due ore di racconti di un campione che sul finire della carriera, da grande uomo, decide di diventare un gregario di lusso, mettendosi a disposizione di Marco Pantani ed entrando a far parte della Mercatone Uno tra il 1998 e il 2000, ovvero proprio quando la carriera del Pirata prima decolla, poi precipita.
A Brugherio direttamente dalla Scozia
Di ritorno da un viaggio di lavoro in Scozia (oggi si occupa di turismo venatorio), Enrico Zaina si presenta in orario arrivando quasi direttamente dall’aeroporto insieme al giovane figlio Luca, anch’esso dedito al ciclismo anche se dalla carriera un po’ discontinua, a causa di un infortunio. Dopo le strette di mano di rito e le presentazioni, partono le immagini della vittoria di Zaina sul Pordoi, al Giro d’Italia del 1996, probabilmente il suo successo più importante. Poi la discussione prende il via e inevitabilmente si parla di Marco Pantani e del rapporto col celebre e ingombrante capitano.
Dalle parole di Zaina e dalla commozione che ancora lo coglie parlando del Pirata, si intuisce come il rapporto tra i due sia stato sincero, genuino, perfino raro, in quel momento della vita di Marco. Sì perché Enrico Zaina non è stato come molti di quei figuri, alcuni anche molti discutibili, che hanno circondato e colonizzato la vita del campione nel momento più alto e allo stesso tempo più basso della sua carriera. Zaina voleva bene a Pantani anche a costo di sbattergli in faccia la realtà, la sua dipendenza da cocaina.
Il ritiro della Canarie, in camera con Pantani
Racconta infatti a proposito del ritiro alle Canarie dell’inverno del 2000: “Martinelli (il direttore sportivo della Mercatone Uno) mi aveva confidato che Marco aveva un problema con la cocaina e ci aveva messo in camera insieme, affinché io potessi sorvegliarlo, potessi aiutarlo a stare lontano della droga. Lui però non aveva remore e si faceva anche davanti a me. Avemmo una discussione dura, lui mi accusò di averlo tradito. Io lasciai il ritiro e tornai a casa, deciso a smettere per sempre con lo sport”.
Pantani successivamente telefonò a Zaina, nel frattempo tornato in Italia, chiedendogli di restare in squadra e di aiutarlo. Questo è solo un uno degli episodi di cui si è parlato nel corso della mattinata, e tantissime sono state anche le domande dei presenti. C’è stato chi ha chiesto come un grande campione possa cadere nel tunnel degli stupefacenti, del rapporto tra Pantani e Luciano Pezzi, suo mentore alla Mercatone, della storica fidanzata Christina e naturalmente del giorno di Madonna di Campiglio, quando il Pirata venne escluso dal Giro e venne sancita la sua morte sportiva.
Zaina su Martinelli, Ronchi e mamma Tonina
Non manca qualche critica, seppure esposta in maniera molto garbata, come è la natura di Zaina d’altro canto, al direttore sportivo Giuseppe Martinelli e alla manager Manuela Ronchi. Dice Enrico “Hanno pensato più allo sportivo e poco all’uomo”. Anche mamma Tonina non è esente da qualche rimprovero: secondo Zaina non ha gestito nel migliore dei mondi il grande patrimonio che il figlio Marco ha accumulato nel corso della carriera.
Gli ultimi minuti sono dedicati al mondo dei viaggi all’estero, che Zaina organizza per coloro che praticano la caccia sportiva. La discussione inevitabilmente si anima, essendo il tema controverso, ma ognuno resta della propria opinione, naturalmente. Zaina poi saluta i presenti, stringe ancora mani, riceve un dono e poi quasi in sordina lascia il consesso tornando nel bresciano dove vive con la sua famiglia e dove lui, ex campione, vuole vivere da uomo qualunque.