HomeAmbientePedemontana, storia di una strada infinita

Pedemontana, storia di una strada infinita

- Pubblicità -

Pedemontana Lombarda, nota anche come Autostrada 36, progettata per collegare le province di Varese, Monza e Brianza, Bergamo e Brescia ai piedi delle Prealpi, è da diversi anni oggetto di diverbi politici sia dentro che fuori Palazzo Lombardia. La Lega sostiene che sia un’infrastruttura strategica, utile per migliorare la mobilità, riducendo i tempi di percorrenza. Pensiero opposto a sinistra, dove si definisce Pedemontana come un progetto realizzato con soldi pubblici, che danneggia il territorio lombardo e i comuni attraversati.

Approvata nel 2009, ancora in costruzione:


La prima proposta per la realizzazione di Pedemontana viene presentata da Regione Lombardia tramite Autostrada Pedemontana Lombarda, finanziato da Webuild e Pizzarotti. Dal 2009 ad oggi non è ancora conclusa a causa di problemi strutturali e politici ma soprattutto economici, a causa di un’instabile copertura economica negli anni. Inizialmente gran parte delle risorse era basata su project financing e prestiti bancari, ma dopo il crollo economico post 2008 e l’incertezza dei pedaggi futuri molti privati hanno perso interesse. Dunque Lo Stato e la Regione Lombardia hanno dovuto più volte rivedere le coperture e suddividere l’opera in lotti funzionali, rimandando il completamento delle tratte centrali e finali.

L’iter per realizzare Pedemontana parte nel marzo del 2006 con l’approvazione preliminare da parte del comitato internazionale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Tre anni dopo, nel novembre del 2009, viene approvato il progetto definitivo, e tre mesi dopo iniziano i primi lavori sulla tratta A. Questa collega l’A8 a Cassano Magnago l’A9 nei pressi di Lomazzo, aperta a gennaio del 2015, mentre l’apertura della tratta B1, che collega la Milano-Meda a Lentate sul Seveso, arriva solo 10 mesi dopo. Alla tratta A e B1 si aggiungono la tangenziale di Como(A59) e la tangenziale sud di Varese. Le tratte attualmente in costruzione sono B2 e C, per la tratta B2, da Lentate sul Seveso a Cesano Maderno, si attende l’apertura entro l’inizio del 2027, mentre la tratta C, da Cesano Maderno a Vimercate/Usmate, gennaio 2027.

I lavori su queste ultime due tratte, B2 e C, sono iniziati con l’appalto nel 2021-2022, ma i cantieri sono partiti tre anni più tardi, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025.

Il ricorso al Tar fa vacillare i lavori:


La fine dei lavori rischia però di allontanarsi ancora nel caso di eventuali ricorsi in sede giudiziaria. Stando al coordinatore del gruppo Brianza est del Movimento 5 Stelle, il brugherese Marco Fumagalli, si tratta di uno scenario tutt’altro che remoto Diversi comuni interessati hanno inviato diffida per opporsi alla tratta D-Breve, collega Lentate sul Seveso a Cesano Maderno, già oggetto di modifica rispetto ai progetti iniziali. “Regione Lombardia pare decisa ad andare avanti non con l’idea iniziale ma con la modifica apportata – spiega Fumagalli -. La modifica del progetto, a nostro avviso, prevede che Pedemontana debba decadere dai finanziamenti in quanto l’opera pubblica che si sta costruendo non è più quella immaginata all’inizio. Ora è ben diversa con il cambiamento da tratta D (Dalmine) a tratta D-Breve. Inoltre bisognerebbe rifare la gara per stabilire quale impresa si debba occupare della nuova tratta, e non la stessa che vince la prima volta. Diversi comuni stanno aspettando che il Cipes approvi la modifica dell’atto aggiuntivo, per poi fare ricorso al Tar sulla base del fatto che l’opera realizzata è diversa da quella immaginata. Dunque chiediamo una nuova gara e che i fondi dati vengano restituiti o non utilizzati”.

“Pedemontana allontana M5”: il pensiero di Facciuto e Fumagalli                 


Il timore di Fumagalli e di altri detrattori dell’opera è che gli investimenti su Pedemontana drenino risorse a progetti di mobilità giudicati più sostenibili come il prolungamento delle metropolitane milanesi. Di recente infatti, il presidente della Regione, Attilio Fontana, ha chiuso la possibilità di mettere nuovi fondi sul prolungamento della M5 fino a Monza. “Noi abbiamo già fatto una parte importante, in questo momento, tenendo conto della situazione, non credo che saremo nelle condizioni di poter ulteriormente versare delle risorse”. Così il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha definitivamente chiuso la possibilità di allungare la M5 a Monza.

La risposta da parte dei critici di Fontana come il consigliere comunale della Rondine di Concorezzo Francesco Facciuto è stata immediata. In un post sui profili Facebook della lista civica, si legge infatti una dura replica alle parole di Fontana. “Una posizione grave, che rischia di compromettere la realizzazione di un’infrastruttura strategica (M5) per la mobilità sostenibile del nostro territorio”. E sotto tiro ci finisce ancora una volta Pedemontana, ritenuta “Un’opera ad alto impatto ambientale fortemente discutibile sul piano economico finanziario e scarsamente utile dal punto di vista trasportistico”. Insomma, nella lettura di Facciuto, la scelta di puntare su Pedemontana andrebbe a scapito della mobilità locale.

Tuttavia, dal Carroccio brianzolo sembrano arrivare le assicurazioni. Tocca ad Alessandro Rossini spiegare che la volontà di portare a termine la M5 da parte del centrodestra (al governo a tutti i livelli) è preservata in ogni caso. “C’è stato un vertice a Roma, ed è emersa la volontà di tutte le parti politiche di portare avanti l’opera. Ogni operatore ed ente economico dovrà fare i conti col proprio conto economico, ma oggi possiamo dire che non c’è divisione nella politica nazionale su questo argomento”.

Il pedaggio della tratta B2


Un tema che preoccupa i cittadini è quello del pedaggio, soprattutto su tratte che prima non lo prevedevano. “La tratta B2 andrà a insistere sulla superstrada esistente, la Milano-Meda, e giustamente i cittadini si chiedono perché debbano pagare una strada fino ad ora gratuita – spiega il consigliere provinciale Rossini -. Noi e i comuni condividiamo questo ragionamento, vogliamo capire se è possibile chiedere la totale esenzione a Pedemontana. Se non è possibile azzerare, vogliamo mirare a una forte scontistica, più forte che sulle altre tratte”. La questione tocca poi con mobilità urbana: “Vogliamo incentivare l’utilizzo di Pedemontana, così da non intasare la viabilità urbana”.

I fondi a diversi comuni non bastano


Un ulteriore fattore che infastidisce i comuni brianzoli toccati dai lavori per la costruzione di Pedemontana sono i pochi fondi ricevuti in compensazione. Autostrada Pedemontana Lombarda SpA, incaricata della costruzione dell’A36, ha stanziato un totale di 200 milioni di fondi destinati agli interventi di riqualificazione nei vari comuni.

Tra i comuni brianzoli vi sono Arcore, Camparada, Lesmo, Usmate Velate e Vimercate, quest’ultimo con interventi già in corso. Il sindaco vimercatese, Francesco Cereda, ha presentato un masterplan di opere che possono rientrare nelle opere di compensazione, così da sfruttare i 4 milioni ricevuti. “Bisogna dire che i 4 milioni destinati a Vimercate non sono tanti soldi…sono lordi, quindi dobbiamo detrarre le progettazioni e l’iva. Consideriamo anche che sono stati quantificati nel 2009 quando il mercato era diverso, non possiamo fare miracoli ma cerchiamo di spenderli bene”.

- Pubblicità -
Exit mobile version