Fuochi di artificio a Brugherio, nel corso del consiglio comunale svoltosi nella notte tra giovedì 10 e venerdì 11 luglio. Una lunga seduta con ben 14 punti in discussione all’ordine del giorno, alcuni dei quali animatamente dibattuti attraverso accesi botta e risposta. Ma se alle frecciate, rivendicazioni e rivalse da ambo le parti su argomenti che poco o nulla hanno a che fare con l’argomento in discussione i cittadini di Brugherio hanno fatto, probabilmente, l’abitudine, quanto accaduto due giorni fa è stato decisamente fuori dagli schemi, se vero è che parlando con una esponente della maggioranza pochi minuti prima dell’inizio del consiglio comunale, quest’ultima prevedeva una sessione lunga ma senza acuti. Profezia, se così si può chiamare, completamente disattesa.
Sembra infatti che i cattivi rapporti personali tra alcuni esponenti di maggioranza e opposizione prendano in alcuni casi il sopravvento e il vicendevole risentimento si alimenta e brucia nell’unica occasione di confronto faccia a faccia, il consiglio comunale appunto.
La dichiarazione di voto di Chirico accende la miccia
Accade che quando le lancette dell’orologio indicano che l’una della notte è passata già di più di venti minuti, è in discussione il punto 12 dell’ordine del giorno, che recita: Approvazione del regolamento per la concessione di contributi e benefici economici e patrocini a favore di enti, associazioni ed altri organismi pubblici o privati.
Nel corso del dibattito era emerso che, secondo la minoranza, il regolamento fosse in sostanza migliorabile, ma comunque frutto di un buon lavoro svolto in commissione e che quindi non si sarebbe opposta alla sua approvazione e alla sua entrata in vigore, astenendosi dal voto. In sostanza il confronto su questo punto si rivela essere pacato e non particolarmente lungo o articolato.
Fino al momento delle dichiarazione di voto, quando a prendere la parola è Damiano Chirico. Il segretario cittadino del PD, in un preambolo alla sua dichiarazione di voto, fa notare alla maggioranza che, facendo la conta in quel preciso momento, il numero legale in consiglio è garantito dalla presenza dell’opposizione che di conseguenza, se abbandonasse l’aula, causerebbe la sospensione dei lavori. Una provocazione politica che accende una miccia esplosiva che deflagra senza possibilità di ricomporre la situazione.
Assi invita la maggioranza ad abbandonare la seduta del consiglio
Il consigliere Massimo Pirola, di BPE, si alza in piedi ed esclama ad alta voce qualcosa fuori microfono che non riusciamo a comprendere, poi il sindaco Assi fa cenno alla maggioranza con un gesto eloquente di alzarsi e abbandonare l’aula. Lo stesso Roberto Assi poi raccoglie le sue cose e imbocca l’uscita, prima di fare ritorno all’interno della sala altre due volte, infuriato con l’opposizione. La reazione di Assi è dovuta al fatto che ci sono in realtà validissime motivazioni di salute, conosciute in realtà a pochissimi dei presenti, per cui un consigliere di maggioranza ha dovuto abbandonare il consiglio prima del termine della seduta.
Ma la bolla ormai è scoppiata e ricomporre la situazione è impossibile. Il presidente del consiglio Bulzomì assiste attonito alla scena. La seduta è naturalmente interrotta, gli scranni sono vuoti e i consiglieri si confrontano dentro e fuori dall’aula, in ordine sparso. Il consigliere Beretta accusa Chirico di averlo mandato volgarmente a quel paese, Chirico risponderà che aver solo pronunciato la frase “ma va là”.
Due consigliere, i cui pessimi rapporti sono ormai noti, si confrontano con durezza, intanto Assi e la sua vice Mariele Benzi si allontanano entrando all’interno degli uffici del comune, prima di riapparire nel cortile di Villa Fiorita dopo alcuni minuti, riacquisita la calma da parte del primo cittadino. Qualcuno prova timidamente a ricomporre la situazione cercando di far tornare tutti, consiglieri, assessori e sindaco in aula per mettere in votazione il punto dodici e proseguire coi due punti ancora mancanti. Ma non c’è modo di riuscirci, la tensione è stata altissima, l’emotività anche e ricomporre i cocci a breve appare impresa improba.
Seduta del consiglio sospesa, lavori rinviati a lunedì
Il presidente Bulzomì quando sono ormai le due del mattino, procede con i due appelli come previsto dal regolamento e poi sospende il consiglio comunale, annunciando la ripresa dei lavori dal punto esatto in cui si sono interrotti, il giorno 15 luglio in seconda convocazione. Prima di lasciare Villa Fiorita le due parti si incrociano di nuovo nel cortile, la tensione è ancora palpabile, i saluti sono freddi e alcuni volgono lo sguardo altrove.
La diatriba continua il giorno seguente. Il numero legale mancava davvero? Pare di no, in quanto sembra che la norma preveda per il raggiungimento del numero legale non la metà più uno dei consiglieri comunali eletti, escluso il sindaco, bensì la metà esatta. Quindi con 12 consiglieri su 24, il numero legale sarebbe stato garantito. E ancora: sembra che più che la provocazione di Chirico, a scatenare il risentimento della maggioranza si stata una frase della consigliera Laura Valli, pronunciata fuori microfono, che avrebbe detto “Siamo qui a reggere il moccolo alla maggioranza”.
Damiano Chirico “il mio era soltanto un appunto politico”
Abbiamo raggiunto Damiano Chirico che non ricorda chi abbia la paternità o la maternità della frase incriminata “Potrei aver pronunciato io la frase attribuita a Laura, o forse l’abbiamo pronunciata entrambi, non ricordo. Comunque, al netto di quella che è stata la causa scatenante, ciò che mi sento di aggiungere è che si è trattato di una seduta che è iniziata in maniera strana ed è finita ancora peggio. A partire dal punto tre all’ordine del giorno, promosso dalla consigliera Sabatini, dove la confusone al momento del voto tra le fila maggioranza si è rivelata palese: noi abbiamo votato a favore, mentre loro si sono divisi tra astenuti e contrari, non seguendo il sindaco che aveva annunciato il proprio voto a favore. Da lì il nervosismo è salito ed è stato palpabile per tutta la durata del consiglio”.
“Faccio notare però – prosegue Chirico – che nessuno di noi si è permesso di fare il nome dei consiglieri non presente o contestarne le motivazioni, il nostro era solo un appunto politico. Abbandonare l’aula al momento del voto di una delibera che la città attendeva è stato poco furbo e poco lucido. Si sono anteposte le motivazioni personali ai bisogni della città”. Sulla possibilità che il numero legale del consiglio in realtà fosse garantito, indipendentemente dalla presenza o meno dell’opposizione in aula, Chirico risponde “Può anche darsi che le cose stiano così, ma questo rende ancora più assurda la reazione a cui abbiamo assistito”.
Balconi “Maggiore responsabilità da parte di tutti. Chirico, grave superficialità”
L’assessore al tesoro Massimiliano Balconi, l’unico esponente della maggioranza rimasto in aula, si è espresso in questi termini, a seguito di quanto accaduto, riferendo di aver avuto brutte sensazioni sin dalle prime battute “In generale la seduta del consiglio comunale non mi è piaciuta. Preferirei, seppur nella contrapposizione e nella dialettica politica, fosse interpretata dagli attori principali in maniera più responsabile. E questo lo dico a tutti, me compreso. Nello specifico, andando ad analizzare le circostanze che hanno causato quell’epilogo insolito e inaspettato, devo dire che Damiano Chirico, sempre pacato nei suoi interventi, abbia però commesso un errore: in realtà il numero legale sembra ci fosse“.
Prosegue Balconi “Infatti, l’articolo 42 del regolamento del consiglio comunale parla della metà dei consiglieri, non la metà più uno. Eravamo in 12, escluso il sindaco, su 24 consiglieri totali: se le cose stessero davvero così, sarebbe una cantonata non indifferente e questa superficialità sarebbe grave da parte di Chirico. Comprendo anche la reazione istintiva del sindaco, anche se forse sarebbe stato meglio chiedere la sospensione della seduta per qualche minuto per conferire con Damiano. Così facendo, avremmo probabilmente scansato tutto ciò che ne è seguito, evitando di dover assistere a comportamenti fuori dalle righe”.
Conclude l’assessore al bilancio “Credo sia sconveniente che si confonda un luogo di democrazia come il consiglio comunale come un luogo per fare bella figura col proprio elettorato. Non è obbligatorio intervenire su ogni argomento, sfruttando ogni singolo secondo a disposizione, solo perché è quello che i propri sostenitori si attendono. Bisognerebbe parlare quando si ha qualcosa da dire, nel merito e quando è necessario, togliendo la parola ai consiglieri che divagano o che usano la dichiarazione di voto come ulteriore spazio a disposizione per parlare di altro”.
Dominique Sabatini “Reazione inattesa da parte del sindaco”
Dominique Sabatini di Brugherio è tua, ricostruisce la genesi delle tensioni scatenatesi durante il consiglio e commenta così “Saremmo rimasti in aula garantendo il numero legale (che probabilmente come abbiamo visto, non mancava ndr) non votando contro ma astenendoci dal voto in quanto, pur con delle criticità, ritenevamo utile e importante votare questo regolamento. Io, tra l’altro, faccio parte della commissione che ha lavorato su questo testo, la maggioranza sta aggiornando tutta una serie di regolamenti, è uno dei loro cavalli di battaglia e devo dire che si sta lavorando tanto e con un buon risultato; mi fa piacere contribuire in questa ottica, siamo pronti a riconoscere quando si fa un lavoro costruttivo“.
“Tornando a quanto è successo, nonostante fosse stata una serata accesa e i toni si fossero alzati nel corso della seduta, volevamo procedere e portare il regolamento in votazione. Abbiamo sollevato semplicemente una questione numerica, senza entrare nel merito di chi non c’era e perché. Come, tra l’altro, sono abituati a fare loro, quando manca uno dei nostri in determinati contesti, in particolare quando manca Laura Valli“.
Sabatini “non un gran bello spettacolo ciò che accaduto a telecamere spente”
“Da entrambe le parti – prosegue Sabatini – hanno cominciato a scaldarsi gli animi, poi c’è stata questa reazione scomposta e poco razionale del sindaco, che in modo plateale ha dapprima invitato i suoi consiglieri ad andarsene e poi è stato lui stesso ad andarsene. A noi è parsa una ripicca per aver fatto questa sottolineatura, come voler dare la dimostrazione che per approvare il regolamento non aveva bisogno di noi. Ma se assumi un comportamento del genere, in primis non stai facendo il bene della città, inoltre stai avendo una reazione che non mi posso aspettare dal capo di una maggioranza e dal sindaco di una città: questo è un po’ preoccupante, onestamente“.
Oltretutto – conclude la consigliera – non sono nemmeno convinta che lo volessero seguire tutti, alcuni certamente, su altri ho dei dubbi. Ma il gesto e l’invito è stato talmente plateale che non potevano fare altrimenti. Quello che poi è successo a telecamere spente non è stato un gran bello spettacolo. Non vogliamo fare buoni contro cattivi, non è così e non l’abbiamo mai nemmeno pensato, ci sono persone della maggioranza con cui si può avere un dialogo piacevole e costruttivo. Ma alcuni di loro hanno questa tendenza ad attaccarci sempre sul piano personale”.
Roberto Assi “Gravi dichiarazioni, preoccupato dai pensieri di chi cova vendetta, i cittadini abbiano memoria”
Il giro di commenti non può che concludersi con la risposta del sindaco Roberto Assi, che dichiara “Rifarei tutto, perché noi non reggiamo il moccolo a nessuno, come ha detto la consigliera Laura valli fuori microfono, pensando bene di non fasi sentire a microfoni accesi. Bisogna essere consapevoli che le parole hanno un peso, soprattutto quando si siede in consiglio. Per cui la maggioranza compatta, senza nemmeno la necessità di coordinarsi, ha preso questa decisione, reclamando il rispetto per il ruolo del consiglio e della maggioranza stessa. Se poi i consiglieri di minoranza devono ricorrere a queste provocazioni per fare opposizione, sottolineando la mancanza ipotetica del numero legale, che in realtà non mancava, beh devo dire che siamo proprio una buona amministrazione e che stiamo lavorando bene“.
A proposito della sua reazione veemente, dichiara “Dicono che ho reazioni troppo istintive? Può darsi, bisogna però capire anche quanto siano davvero istintive. Non mi preoccuperei di questo. Sarei più preoccupato di persone silenziose che sottocoperta covano pensieri negativi e di vendetta e che magari le pongono anche in essere, facendo poi del male quando assurgono a ruoli istituzionali. Invito la città ad avere memoria: ricordino i cittadini quello che è successo negli ultimi 15 anni e capiscano quello che sto dicendo. Mai dare a persone vendicative il potere. È grave dire ciò che è stato detto a una maggioranza democraticamente eletta, indipendentemente dal fatto che il numero legale ci fosse o meno”.
I bisogni dei cittadini non hanno colore politico
A conclusione e a commento di tutto riportato, ci sentiamo di sposare la frase dell’assessore Balconi, che riporta pienamente al centro la città e i suoi bisogni: crediamo anche noi che sia sconveniente che si confonda un luogo di democrazia come il consiglio comunale per un luogo in cui fare “bella figura” col proprio elettorato. Se lo dovrebbero ricordare tutti e 24 i consiglieri, perché troppo spesso assistiamo a rivendicazioni personali che ai cittadini non interessano e che servono solo a avvelenare il clima politico, indipendentemente dal tema in discussione e, come nel caso del tema che ha scatenato il caos, persino quando a priori si è lavorato di concerto concordando da ambo le parti di aver ottenuto un buon risultato.
Occorrerebbe ricordarsi che, seduti a quei banchi, si rappresenta la città nella sua interezza, anche la parte che non appartiene al proprio elettorato di riferimento e che dietro a tutti quei “noi contro di voi” a pagare lo scotto sono tutta una categoria ben definita di persone, ovvero i cittadini, che hanno bisogni che trascendono la loro idea politica.