domenica, Agosto 3, 2025
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L’esternalizzazione del Munari anima il Consiglio comunale

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La gestione del nido Munari sarà privatizzata: ora è ufficiale. A Lea Garofalo, vittima di ’ndrangheta, sarà dedicata una strada o una piazza a Brugherio. Sono questi due dei temi caldi dell’ultimo consiglio comunale di giovedì 29 maggio.

Benzi: “Il Munari sarà come la sezione primavera della Collodi”


Il consiglio ha approvato la decisione della giunta di esternalizzare il nido Munari. In apertura del suo intervento, l’assessora competente Mariele Benzi ha ricordato che la scelta di affidare in concessione a un privato la gestione del Munari è avvenuta a seguito della relazione della società di consulenza D’Aries and Partners. I costi del personale, spiega Benzi, sono gravati dall’utilizzo massiccio di risorse provenienti da agenzie interinali (pari a 7 lavoratrici). A queste si affiancano poi le dipendenti in capo all’ente: 4 educatrici e un’amministrativa. Per questo motivo D’Aries aveva suggerito di mettere la gestione del Munari a bando.

Benzi motiva così la scelta di accogliere il parere di D’Aries: “Se avessimo assunto altre 7 educatrici, avremmo esaurito le capacità assunzionali del Comune in tutti i settori. E tutti sanno bene il fabbisogno di personale”. Mentre l’assunzione attraverso fondazioni in capo al Comune o attraverso il potenziamento dell’Azienda Speciale delle Farmacie Comunali non avrebbe reso disponibile il servizio per l’inizio dell’anno scolastico a settembre.

E prosegue: “Sarà come il servizio primavera della Collodi, che è eccellente e i costi sono trasferiti sul gestore. Quest’ultimo può passare da una capienza di 50 bambini a una di 62, aiutando a tagliare le liste d’attesa. Infine l’assessora conclude ribadendo che “in contrasto con quanto ci ha suggerito lo studio, abbiamo deciso di tenere in carico le dipendenti del Munari, che si sottoporranno a corsi di formazione per essere riqualificate”.

Borsotti favorevole, contrario il Partito Democratico


La scelta di esternalizzare ha ricevuto il voto favorevole del centrodestra e di Giovanna Borsotti (Brugherio Civica). “Spesso si fa un concorso, ma arriva il personale che poi chiede la mobilità o si sposta in altri enti che offrono opportunità migliori. Le graduatorie si esauriscono subito, per questo si è fatto ricorso all’interinale sia da parte della precedente amministrazione sia da parte dell’attuale. Per questo io avrei voluto andare in questa direzione già nella precedente amministrazione”, ha spiegato l’ex vicesindaca.

Critico l’intero centrosinistra. “Avere un controllo gestionale diretto sui nidi comunali garantisce una qualità, rispetto dei dipendenti e capacità di indirizzo che l’esternalizzazione rischia di non avere”, sintetizza il dem Damiano Chirico.

“L’amministrazione ha fatto la scelta, che condividiamo, di mantenere i dipendenti in capo all’ente, anziché esternalizzare tutto seguendo lo studio di D’Aries”, gli fa eco il compagno di partito Carlo Polvara. “La scelta politica è stata di assumere dei dipendenti, grazie ai criteri più permissivi entrati in vigore nel 2020. Ma di non prevedere l’assunzione di educatrici”.

E conclude: “Non è offensivo nei confronti di un lavoratore o di una lavoratrice dire che le condizioni contrattuali siano un elemento di cui tenere conto per valutare la qualità di un servizio che viene erogato. Qui il pubblico sta erogando un servizio a condizioni più favorevoli scaricando il costo sulle condizioni di lavoratori e lavoratrici.

Sabatini (Bpe): “Il costo del servizio al Munari potrebbe aumentare”


Ma è Dominique Sabatini (Bet) a toccare il nervo scoperto: “Prevedendo un utile per il gestore privato – che non fa volontariato – il costo del servizio per i bambini potrebbe aumentare. Sarà poi il Comune a dover decidere quanto mettere per coprire parte delle cifre per le famiglie. E poi il centrodestra è per la libertà educativa: senza l’Andersen si sta togliendo la possibilità di scegliere il nido comunale”.

La strana posizione espressa dall’account facebook di Bpe


Nei giorni successivi, l’account ufficiale di Bpe ha pubblicato su Facebook una noticina. Oltre a ribadire le motivazioni espresse in consiglio da Benzi, il testo recita: “L’Amministrazione comunale non ha mai previsto né intende attuare alcun processo di privatizzazione dei nidi comunali. Si tratta di un’accusa infondata e fuorviante”.

Dato che l’intento dichiarato è quello di affidare a un privato la gestione del nido Munari, si aspettano chiarimenti su questo. Certo, gli spazi restano di proprietà del Comune, ma sarebbe fuorviante dire che questo freni la privatizzazione del servizio.

Una mozione per intitolare una strada a Lea Garofalo


Laura Valli (Alleanza Progressista) ha portato in consiglio una mozione in memoria di Lea Garofalo, vittima nel 2009 di ’ndrangheta, il cui corpo carbonizzato è stato ritrovato a San Fruttuoso. Garofalo ha pagato con la vita le testimonianze rese nei confronti della sua famiglia e di quella dell’ex compagno – e responsabile del suo omicidio – Carlo Cosco. Inoltre, aveva scelto di emanciparsi dai codici che la società criminale riservava alle donne e di crescere la figlia Denise lontano dagli ambienti malavitosi.

“È necessario promuovere la cultura della legalità e del rispetto, per dotare i nostri ragazzi degli anticorpi necessari a contrastare gli stereotipi di genere e, dall’altra parte, la forte presenza della ’ndrangheta nella nostra Brianza”, ha detto la consigliera Valli. “L’obiettivo delle intitolazioni è quello di fornire ai giovani dei modelli a cui ispirarsi per costruire il proprio futuro e quello della società”. E aggiunge: “A Brugherio sono 220 le intitolazioni di vie e piazze, ma solo 15 a donne”.

Garofalo, voto unanime ma con polemiche


Il capogruppo di FdI, Giuseppe Calabretta, ha proposto un emendamento alla mozione, poi bocciato. Chiedeva di intitolare una piazza o una strada alla legalità, con un totem che contenesse targhe dedicate a chi ha promosso quel valore.

Questo non ha impedito alla mozione di Valli di essere approvata all’unanimità. Risultato raggiunto anche grazie all’esplicito invito del sindaco Roberto Assi a votare favorevolmente. Non però senza un affondo da parte di Brugherio Popolare Europea.

Così infatti Laura Signorini: “Il problema non è Lea Garofalo, ma il contesto politico in cui è arrivata questa mozione. Quando il consiglio voleva intitolare a Sergio Ramelli (un giovane di soli 18 anni ucciso solo per le sue idee, quindi affine in un certo senso) una via o una piazza, abbiamo visto una reazione durissima da parte della minoranza. In quell’occasione era stato chiesto di proporre dei nomi, l’avremmo accettato. La risposta è stata silenzio e l’abbandono dell’aula. A molti è venuto il dubbio che questa mozione sia una risposta a quella decisione, per riprendersi uno spazio che sentono di avere perso”.

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