Il servizio nido al Munari si avvia verso l’esternalizzazione. Lo stabilisce una delibera del primo aprile proposta dall’assessora all’Istruzione, Mariele Benzi. La decisione, si legge nel testo, arriva a seguito della consulenza di D’Aries e Partners, che ha individuato nella formula della “gestione esterna in concessione” la soluzione preferibile per il Munari. La questione passerà poi al Consiglio Comunale, che ha competenza in materia di organizzazione e concessione dei servizi pubblici.
I conti in rosso del Munari
La prima cosa evidenziata da D’Aries e Partners nella sua relazione è il rosso del nido. Nel 2022 il disavanzo ha fatto segnare 708.743 euro, ridotti a 574.366 nel 2023. A bilancio del Munari trovano posto anche le spese per l’acquisto dei posti nido in strutture private accreditate: circa 60 mila euro nel 2022 e 48 mila nel 2023. Ma, per entrambi gli anni, la voce di spesa più consistente è stata quella del personale (937.675 euro nel 2022 e 792.673 euro nel 2023).
Nella sua relazione, l’agenzia di consulenza afferma che il disavanzo “è dovuto al costo del personale e alla impossibilità, attuale, di addivenire a un miglioramento dell’equilibrio organizzativo tra personale interno (“comunale”) e personale esterno che determina, anche per il necessario ricorso all’istituto del lavoro interinale, una maggiore onerosità del servizio per l’amministrazione comunale”.
In questo momento al Munari lavorano infatti quattro educatrici assunte a tempo pieno dal Comune, sette (di cui tre part-time) fornite da un’agenzia interinale, un’operatrice part-time sempre assunta dal Comune. Di recente due persone assunte da Villa Fiorita hanno lasciato il posto. D’Aries e Partners afferma che l’impossibilità di assumere direttamente personale da parte del Comune è data dalle normative in vigore e ciò ha comportato l’utilizzo di personale da agenzie interinali per garantire il servizio.
E, si legge nel testo della delibera di Benzi, “I limiti assunzionali a cui soggiacciono le pubbliche amministrazioni per effetto delle disposizioni normative […] determinano un ostacolo alla gestione in economia (cioè diretta del Comune ndr.) dell’asilo nido comunale mediante impiego di personale dipendente dell’Ente”. Mentre, la presenza degli interinali, “non può essere reiterata nel tempo, considerato il tetto massimo di spesa disponibile per il ricorso al lavoro flessibile”.
Il risparmio per il Comune
Da qui, la decisione di accettare l’esternalizzazione completa del nido, attraverso una gara in concessione, ritenuta da D’Aries e Partners una soluzione migliore rispetto alla costituzione di una società in house dedicata, all’affidamento della gestione all’Azienda Speciale Farmacie Comunali o alla gestione in economia del servizio.
Dato l’organico in servizio, il nido Munari ospita 50 bambini, su una capienza massima di 62. A fronte di ciò, si legge nella delibera: “Nel confronto con l’attuale costo della gestione in economia, di conseguire un risparmio annuo di spesa stimato in circa 145 mila euro a fronte della conferma dell’attuale offerta socio-educativa di 50 posti, mentre nel caso di pieno utilizzo della capacità ricettiva della struttura fino a 62 bambini il risparmio comunque conseguito si ridurrebbe a circa 60 mila euro garantendo tuttavia, al contempo, una maggiore stabilità al servizio e l’incremento dell’offerta a beneficio della domanda delle famiglie, ad oggi solo parzialmente soddisfatta, come attestato dalle liste di attesa”.