domenica, Agosto 3, 2025
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Primo maggio, Palvarini: “I diritti del lavoro sono di tutti”

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In occasione del primo maggio, festa dei lavoratori, abbiamo intervistato il segretario della CGIL in Brianza, Walter Palvarini, ripercorrendo con lui il significato di questo giorno e soffermandoci sulla situazione lavorativa in Brianza, in particolare con la Candy e la STMicroelectronics. Il prossimo 8 e 9 giugno si terrà inoltre il referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, promosso dalla CGIL, Confederazione Generale Italiana del Lavoro.

Cosa rappresenta il primo maggio oggi?


“Il primo maggio è un momento di condivisione e di riflessione sulle richieste, necessità e condizioni delle persone che lavorano.

Questo giorno è un momento, ma è del tutto evidente che la battaglia per difendere gli interessi e i diritti dei lavoratori non si faccia solo il primo maggio ma tutto l’anno. Il primo maggio è tradizionalmente un momento di riflessione e di rivendicazione generale, però quotidianamente si lotta per i diritti dei lavoratori.  Allora, in modo concreto, vuol dire lottare per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, lottare per affermare e difendere gli spazi delle proprie rappresentanze all’interno delle aziende a livello generale. Vuol dire lottare quotidianamente e cercare di fare rete per la sicurezza sul lavoro che tra l’altro è al centro di questo primo maggio. Vuol dire stipendi, orari di lavoro, prospettive industriali, quindi non soltanto la busta paga ma vuol dire anche ragionare su come funziona e gira il mondo, che cosa dovremmo produrre. Significa fare una battaglia perché le produzioni e gli investimenti vadano sempre di più nella direzione di una società che sia sostenibile ambientalmente e socialmente. Una battaglia che riguarda tutta la società e non soltanto gli interessi specifici dei lavoratori.

Per quanto ci riguarda, ragionare sui diritti dei lavoratori, vuol dire affermare dei diritti che siano per tutti. Sono diritti generali, noi sosteniamo da molto tempo che diritti come le ferie o come la maternità debbano essere applicate a tutti: lavoratori dipendenti o lavoratori autonomi. Questa, ad esempio, è una questione che riguarda anche il governo, le istituzioni e, ovviamente, tutta la società”.

Cosa ne pensa della chiusura della produzione della Candy?


“La proposta che ci hanno fatto è quella di una chiusura della produzione. La questione della Candy, ovviamente, si inquadra in un ragionamento un pochino più generale perché non è da oggi che la Candy e le altre aziende che producono elettrodomestici sono in difficoltà. E questo è dovuto ovviamente dalle dinamiche del mercato e anche di quello che sta succedendo a livello internazionale. Il tema è la difficoltà che da lungo tempo coinvolge quello noto come il settore del bianco, cioè degli elettrodomestici. La proprietà della Candy è passata da una famiglia brianzola ad un’impresa cinese. E quindi queste sono trasformazioni che non avvengono a caso, ma ci sono dei processi che vanno ben oltre i nostri confini. Per questo che dobbiamo fare ragionamenti generali anche sulle politiche industriali e capire effettivamente su cosa bisogna contare, lavorare e investire”.

Com’è la situazione alla STMicroelectronics di Agrate?


“La situazione alla ST è quella che leggi anche sui giornali, l’azienda ha proposto un piano di riorganizzazione della produzione che non ci convince. Lo riteniamo non adeguato e quindi abbiamo chiesto e chiediamo all’azienda di rivederlo completamente non accettiamo che quel piano vada avanti, lo troviamo inaccettabile. Rispetto alla Candy, alla ST c’è una differenza che è fondamentale, qui stiamo parlando di microchip e di semiconduttori cioè uno dei mercati che sta andando molto bene, tra i più importanti oggi, al centro delle contese delle guerre commerciali a livello planetario. Quindi non stiamo parlando di un mercato saturo quindi quel piano è assolutamente inaccettabile; cioè è impensabile che si proceda in quella direzione lì”.

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