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Brugherio, Politica

“Brugherio non sia palcoscenico per atti violenti”, dall’opposizione condanna sul blitz di Villa Fiorita

Comunicato stampa congiunto diramato da Alleanza Progressista, Brugherio è tua e PD volto a stigmatizzare quanto accaduto nella notte tra giovedì e venerdì a Villa Fiorita, dove è stato affisso uno striscione da parte del movimento Blocco Studentesco, in memoria di Sergio Ramelli

Scritto da

Daniele Cassaghi

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Se il Sindaco e la maggioranza non fermeranno la richiesta della destra brugherese scrivono in coro il Partito democratico cittadino, Brugherio è Tua e Alleanza Progressista – la nostra città, come già succede in tante parti d’Italia, rischierà di essere il prossimo palcoscenico di nostalgici raduni con tanto di saluti romani, chiamata al presente, commemorazioni dell’orgoglio fascista, muri imbrattati da manifesti e scritte”. Insomma, sostengono, intitolare una strada o un parco al militante del Fronte della Gioventù, Sergio Ramelli, è una questione di ordine pubblico. 

Brugherio: nella notte tra il 19 e il 20 dicembre l’incursione di Blocco Studentesco


A riaccendere gli animi sulla questione, l’iniziativa nella notte tra il 19 e il 20 dicembre rivendicata dai neofascisti del Blocco Studentesco. A seguito di un blitz in città, i militanti del Blocco hanno appeso uno striscione sulla cancellata esterna di Villa Fiorita: “A 50 anni a difesa del tuo ricordo, Sergio presente” recitava. Hanno poi commentato l’iniziativa parlando di un “odio antifascista” che porta una “certa ala politica” a impedire “il ricordo di un giovane ragazzo”.  

Da qui la risposta da parte del centrosinistra: “Non era mai successo nella nostra città, ma questa è la prima preoccupante conseguenza del tentativo di Fratelli d’Italia di intitolare un luogo di Brugherio a Sergio Ramelli. Facciamo appello al sindaco e a tutti gli antifascisti presenti nella maggioranza affinché fermino questo strumentale tentativo di segnare Brugherio con intitolazioni divisive e foriere di pericolose derive”. 

E su Ramelli: “Il problema non è, come abbiamo più volte ribadito, il giovane militante della formazione neofascista Fronte della Gioventù ucciso nel 1975. Il problema è l’uso vergognosamente strumentale della morte di un ragazzo al solo scopo di cancellare le pesanti responsabilità dell’estrema destra come protagonista della violenza anti-democratica e dello stragismo nero degli anni di piombo. Il problema è scegliere una sola vittima di una precisa parte politica perché diventi il simbolo dei movimenti neofascisti che si stanno riorganizzando attorno a quel nome”.