domenica, Agosto 3, 2025
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Benzi: “Le tariffe del Munari restano decise dal Comune”

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Si chiedevano chiarimenti e sono arrivati. Che la si chiami esternalizzazione, privatizzazione, o con l’unico termine davvero corretto, concessione, la situazione al nido Munari sarà la seguente: la gestione del servizio sarà in mano a un privato che lo gestirà con un ovvio margine di autonomia. Quanto grande? Dipende da quanto gliene concede il Comune nel capitolato. Ma per dirla con le parole dell’assessore al Patrimonio Massimiliano Balconi: “Un’amministrazione attenta può porre tanti paletti”. Il più importante è che il gestore dovrà aderire alla Carta dei Servizi del Munari decisa dal Comune.

Poi c’è il nodo dei costi, che ha allarmato più di un genitore. A questi ultimi l’assessora all’Istruzione Mariele Benzi si rivolge con rassicurazione: “Le tariffe resteranno quelle comunali”.

La concessione del Munari spiegata bene


Venendo ai termini della concessione. Gli spazi e la struttura restano di proprietà del Comune, per cui, al termine del bando ritorneranno nelle disponibilità di Villa Fiorita. Per quanto riguarda il servizio, subentrerà una realtà privata, che sarà responsabile dell’erogazione.

Ma, spiega Benzi, c’è una differenza rispetto a quanto accade per il nido Scarabocchio di via Volturno, in cui il Comune non entra nel merito di quanto viene offerto. “Qui sarà come la sezione primavera della Collodi – chiarisce – Come Comune entriamo anche nel merito. Quando facciamo i controlli sul percorso didattico c’è con me il dott. Baldo, il funzionario del comune. Non è come i nidi privati, che sono slegati dal Comune”.

Tradotto: la “Carta dei Servizi 2025/2026″ resta decisa dal Comune e sarà compito del privato aderirvi. L’Ente dovrà vigilare che questo avvenga in ogni aspetto. Si potrebbe arrivare a un nuovo progetto educativo contenuto nel documento. E in proposito Benzi non esclude che ci possano essere delle co-progettazioni tra Comune e gestore.

Sull’autonomia gestionale del privato, l’assessore Balconi osserva: “È vero che c’è il contratto e l’autonomia del privato, che è innegabile. Ma è anche vero che un’amministrazione attenta può porre tanti paletti. Quello che è stato omesso anche dalle opposizioni è che di fatto al nido c’era già stata una piccola esternalizzazione, dato che la maggior parte delle lavoratrici era interinale”.

Il tema critico resta quello delle rette. In una struttura privata sono più alte rispetto a quelle di una pubblica. Ed è qui che l’assessora Benzi tiene a precisare: “Il prezzo lo facciamo qui. La tariffa resta 500 euro mezza giornata e 550 con la mensa. La differenza con la richiesta del gestore sarà a nostro carico. Le tariffe saranno decise dall’Ente”.

La vicesindaca Benzi ha annunciato poi un incontro pubblico con i genitori per spiegare gli esiti della concessione. A cominciare dal passaggio di consegne tra le precedenti e nuove educatrici, per cui è previsto un periodo di affiancamento di un mese.

Infine nei calcoli dell’assessora all’Istruzione, la riapertura dello Scarabocchio e la possibilità da parte del gestore del Munari di aumentare la capienza da 50 a 62 bambini permetteranno di abbattere le liste d’attesa, aspettando che si sblocchi la situazione dell’Andersen.

Tuttavia, proprio l’aumento della capienza è stato tra i motivi di critica dell’opposizione in Consiglio Comunale. Laura Valli (Alleanza Progressista) ha infatti evidenziato come il rapporto educatrici-bambini passerà dagli attuali 1 a 7 al massimo consentito di 1 a 8. Un elemento che la consigliera ritiene controproducente per la qualità del servizio. Così come ritiene che possa incidere negativamente il fatto che le educatrici avranno meno ore di programmazione: due anziché sei.

Mentre, Carlo Polvara (Pd) ha sottolineato che anche le condizioni contrattuali meno favorevoli delle lavoratrici del privato potrebbero avere un effetto negativo sulla qualità.

Il peso del Munari sull’Ente


Com’è noto, la scelta di dare in concessione il Munari è stata presa dopo la relazione stilata dalla società di consulenza d’Aries. d’Aries ha individuato nel costo del lavoro l’elemento più critico: quest’anno sono state impiegate al Munari cinque dipendenti del Comune e sette educatrici con il lavoro interinale. Un valore oltre il livello di guardia che, Balconi e Benzi sottolineano, rendeva insostenibile continuare a mantenere il regime attuale, già sottoposto a numerose proroghe.

A questo punto, Villa Fiorita avrebbe potuto congedare le lavoratrici del Munari, tagliando sul costo del lavoro per un totale di oltre 600 mila euro l’anno. Sentite le dirette interessate, la scelta è stata quella di ricollocarle all’interno della struttura comunale. Per cui Massimiliano Balconi commenta: “La scelta che va nella direzione del pubblico in modo molto forte è stata quella di mantenere le dipendenti all’interno del Comune, pur sapendo che non si tratta delle figure che in questo momento servono al 100% all’Ente”.

E peraltro la scelta in controtendenza rispetto alle raccomandazioni di d’Aries si riflette anche nei numeri. “È sbagliato dire che il Comune si sia disimpegno economicamente – continua l’assessore al Bilancio -. Con i calcoli effettuati andiamo da una spesa corrente di 520 mila euro annui a una di 720 mila euro annui, tra rette che sosteniamo, lo stipendio di queste cinque persone e i costi che continuiamo a sostenere. Sul bilancio l’operazione è di sacrificio”.

Nei rivoli del bilancio si sbloccano però anche risorse per oltre 150 mila euro, prima destinate al lavoro interinale. Potranno essere impiegate altrove.

L’alternativa sarebbe stata quella di assumere sette educatrici, cosa che – gli assessori sostengono – avrebbe esaurito i margini assunzionali dell’ente.

L’azienda speciale, pur ipotizzata, non avrebbe reso possibile l’erogazione del servizio per settembre.

Altre novità dalla giunta: il rifacimento di via dei Mille


Nella conferenza stampa di giunta di mercoledì 4 giugno c’erano altri due temi all’ordine del giorno. Il primo, presentato da Balconi, è il rifacimento di via dei Mille nel tratto che va dalla rotonda di via Trombello alla rotonda di via Aldo Moro. Partiranno il 14 luglio e dovrebbero terminare il 15 dicembre.

Si tratta, nelle parole dell’assessore, di un piano di riqualificazione importante che cambierà il volto della strada. Il lato nord diventerà ciclopedonale, quello sud resterà pedonale ma il marciapiede sarà separato dalla carreggiata con delle aiuole. In questo contesto, il parcheggio all’altezza del civico 53 verrà rifatto e gli stalli aumenteranno dai 23 attuali a 27.

I lavori beneficeranno del finanziamento di Regione Lombardia pari a 500 mila euro. Si tratta di somme per la riqualificazione urbana ottenute ai tempi dell’amministrazione di Marco Troiano, in tandem con l’allora consigliere regionale Marco Fumagalli (M5S).

Tra calcio e solidarietà, “Fuori dall’Enclave” arriva a Brugherio


Parte invece oggi, 7 giugno, e terminerà il 14 giugno, “Fuori dall’Enclave”, un’iniziativa sportiva a fine benefico, patrocinata dal Comune di Brugherio (insieme ai Comuni di Arcore, Morazzone, Regione Lombardia e al Consolato generale serbo). Una decina di ragazzi dai dieci ai quindici anni provenienti dal Kosovo verranno a disputare partite di calcio amichevoli con le società sportive locali, tra cui quelle di Brugherio.

I ragazzi verranno in città il 10 giugno mattina, incontreranno le istituzioni e disputeranno le partite al centro sportivo.

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