domenica, Agosto 3, 2025
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L’oratorio di Brugherio a Roma per l’ultimo saluto a Papa Francesco

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Nel mezzo del Giubileo, un’esperienza che ha cambiato tutto. Il momento più toccante è arrivato il 26 aprile. Non era previsto. Non era scritto da nessuna parte. Ma quella mattina, prima ancora che sorgesse il sole, i ragazzi e gli educatori dell’oratorio di Brugherio si sono alzati in silenzio. Alle 4, senza sveglie rumorose, solo con il passaparola e lo sguardo di chi sa che sta per vivere qualcosa che non si ripeterà.

Hanno camminato nel buio, nel silenzio di una Roma che dormiva, per raggiungere Piazza San Pietro e partecipare al funerale del Santo Padre. Oltre 200.000 fedeli all’interno della Piazza, in una distesa di persone unite da uno stesso bisogno: esserci. Intorno a loro, il suono ovattato delle preghiere, qualche lacrima che cade, e quell’abbraccio collettivo che solo la fede, in certi momenti, riesce a creare.

Un gesto nato spontaneamente, ma carico di significato.

Mattia Beretta, ragazzo di terza superiore che ha partecipato alle giornate, ci ha raccontato:
«La commemorazione di tutte le battaglie portate avanti da Papa Francesco è stata la parte che più mi ha colpito .»

Anche Christian, educatore degli adolescenti dell’oratorio di Sant’Albino e San Damiano, ha vissuto questo momento con forte emozione:
«Quando nel 2013 è stato eletto Papa Francesco, ero ancora un adolescente. La sua figura mi ha accompagnato nel mio percorso di fede e, in un certo senso, anche in quello personale. Ritrovarmi lì, da educatore, insieme ai miei ragazzi, è stato molto significativo.»

Un viaggio già intenso, reso unico per l’oratorio di Brugherio


Dal 25 al 27 aprile, gli adolescenti della Comunità Pastorale di Brugherio hanno vissuto un viaggio a Roma carico di emozioni, incontri e momenti da ricordare, all’interno di un’uscita straordinaria legata al Giubileo.

Il gruppo era accompagnato da don Leo e dagli educatori, insieme ai pari età del decanato di Monza, con cui da anni si porta avanti un lavoro sinergico e ormai consolidato.

A raccontarci com’è andata è ancora Christian:
«Tra educatori e ragazzi eravamo in 47. È stata un’esperienza indimenticabile, dal viaggio a tutte le attività che abbiamo vissuto insieme.»

Il primo giorno i ragazzi hanno partecipato alla Via Lucis, un evento legato al Giubileo organizzato da coetanei: una celebrazione della resurrezione di Gesù in chiave moderna, pensata dagli adolescenti per gli adolescenti.

Il cuore del viaggio? La comunità


Dopo le giornate intense e il funerale del Papa, c’è stato un momento di respiro. La sera del 26 aprile il gruppo si è ritrovato per cenare, giocare e raccontarsi.

«Abbiamo ripercorso insieme tutto il viaggio, fermandoci un attimo per guardarci negli occhi. È stato uno di quei momenti per cui vale la pena esserci», ci ha detto ancora Christian.

Greta Sanguineti, ragazza di prima superiore, ha sottolineato proprio questo aspetto:
«Il viaggio in sé è stato bellissimo, ma la parte più bella è stata la comunità. Condividere un’esperienza così profonda con ragazzi che magari conoscevi da poco è qualcosa che mi porterò dentro per tutta la vita.»

L’ultimo giorno, tra memoria e consapevolezza


Il 27 aprile, ultimo giorno del viaggio, il gruppo ha visitato le Fosse Ardeatine, poco fuori Roma. Un’occasione per riflettere insieme sull’ottantesimo anniversario della Liberazione, ma anche per concludere il viaggio con uno sguardo alla storia e alla memoria.

Stefano Tibaldi, anche lui al primo anno delle superiori, ha raccontato:
«È stata un’esperienza forte e significativa. Partecipare in gruppo, condividere i momenti con la comunità, fare tutte queste attività… è la parte del percorso che più ho amato e che consiglio a chiunque di vivere.»

Più di un viaggio per l’oratorio di Brugherio


Tre giorni intensi per l’oratorio di Brugherio, un’unica grande esperienza: quella di una comunità che cammina insieme. Il viaggio a Roma non è stato solo un momento di svago o di visita, ma un’occasione per crescere, riflettere e sentirsi parte di qualcosa di più grande.

Dal Giubileo alla memoria della Liberazione, passando per l’abbraccio silenzioso a Papa Francesco, ogni tappa ha lasciato un segno profondo. Un segno che, tornando a casa, i ragazzi porteranno con sé nei gesti, nei legami e nella fede di ogni giorno.

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