Tour de France
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Tour de France, una prima italiana per la Grand Boucle

Per la prima volta nella sua storia il Tour de France partirà dall’Italia, più precisamente da Firenze, con tre tappe che si correranno interamente in territorio italiano, prima di approdare in Francia per le ultime diciotto.

Scritto da

Stefano Reccagni

Pubblicato il

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Per la venticinquesima volta nella sua storia la Tour de France parte da un paese estero: negli ultimi tre anni è partito da Copenaghen, Bilbao e quest’anno da Firenze. 

I motivi di questa scelta sono senza dubbio legati alla visibilità dell’evento, il più importante del ciclismo mondiale, nonché il terzo evento più seguito ogni anno nel mondo

Così facendo si riesce a ottenere un pubblico maggiore, che dopo aver assaggiato l’aria della corsa francese la continua a seguire durante le tre settimane di gara

Infine l’ultimo ma più importante motivo del perché la Grand Boucle parta da un paese straniero è legato all’aspetto economico. Molti nazioni investono molto denaro per assicurarsi la partenza nella loro Paese, ciò giova all’organizzazione del Tour de France ma anche alla stessa nazione ospitante, che cavalcando l’onda di un’importante visibilità mediatica può rilanciare uno sport, una passione o un hobby, che nell’ultimo ventennio è spesso andato perduto.

Le tre tappe italiane

Saranno dunque corsi in Italia i primi 635 km della corsa francese. La partenza sarà da Firenze con una tappa molto mossa che si concluderà a Rimini. Difficile pronosticare se arriverà la fuga o se ci sarà una volata di gruppo, l’unica certezza è che vi sarà in palio la prima maglia gialla. La seconda tappa partirà da Cesenatico e si concluderà a Bologna, con la doppia scalata del San Luca nel finale; salita di due chilometri ma con pendenza media del 10.4%. La terza e ultima tappa interamente italiana partirà da Piacenza e si concluderà a Torino, rispetto alle prime due tappe molto mosse, questa sarà sicuramente terreno per le ruote veloci del gruppo.

I sette italiani in gara al Tour de France

Davide Ballerini, Giulio Ciccone, Gianni Moscon, Alberto Bettiol, Matteo Sobrero, Stefano Oldani, Davide Formolo, Lorenzo Rota. Saranno questi gli italiani presenti in gara al prossimo Tour de France. Non facile predire quali saranno gli obiettivi di ognuno di loro, Ciccone cercherà di bissare la maglia a Pois vinta lo scorso anno, riportando una maglia che in Italia mancava dal 2009, allora vinta da Franco Pellizzotti. 

Alberto Bettiol, fresco di vittoria nel Campionato Italiano, correrà col tricolore sul petto andando alla ricerca di una prestigiosa vittoria di tappa cha all’Italia manca dal 27 luglio 2019 quando Vincenzo Nibali vinse a Val Thorens.

Gli altri cinque italiani in gara saranno presumibilmente al servizio dei loro capitani, agendo così da gregari. Per l’ennesimo anno l’Italia si presenta a un grande giro senza corridori con ambizioni di classifica generale, e gli anni senza salire sul gradino più alto del podio sono ormai dieci.

L’ultimo italiano a vincere il Tour de France

Oltre ad essere l’ultimo italiano ad aver vinto una tappa alla Grand Boucle, Vincenzo Nibali è anche l’ultimo italiano ad essere salito sul gradino più alto del podio di Parigi.

Succedeva esattamente dieci anni fa, era il luglio del 2014 quando Nibali, reduce dalla vittoria della Vuelta a Espana l’anno prima, si presentava in maglia Astana a Leeds per la partenza del Tour. Dopo una prima tappa per velocisti vinta da Marcel Kittel, Nibali vince la seconda tappa con arrivo a Sheffield e indossa la prima maglia gialla in carriera. Da lì in poi Nibali terrà sempre sulle proprie spalle la maglia di leader, tranne un giorno, quando la cedette in favore di Tony Gallopin, prima di riprendersela vincendo in solitaria alla Planche des Belles Filles, per poi non lasciarla più.

Lo squalo dello stretto otterrà altre due vittorie di tappa a Chamrousse e sull’Hautacam blindando la maglia gialla. Nibali arriva a Parigi con 7’37” sul secondo in classifica generale e diventerà il primo italiano a vincere il Tour de France dopo Marco Pantani nel 1998.

I favoriti per la vittoria finale

Detto che gli italiani non dovrebbero essere della partita per la vittoria finale. la corsa francese vedrà molto probabilmente il rinnovarsi del duello che ha caratterizzato le ultime due edizioni: Tadej Pogacar contro Jonas Vingegaard.

Il ciclista sloveno dopo la vittoria del Giro d’Italia lo scorso maggio cercherà una clamorosa doppietta Giro-Tour, riuscita finora a soli sette corridori nella storia del ciclismo: Coppi, Anquetil, Merckx, Hinault, Roche, Indurain e Pantani.

Il suo rivale principale sarà Jonas Vingegaard sul quale vi sono ancora molti punti interrogativi. Il danese arriva da una brutta caduta al giro dei Paesi Baschi lo scorso aprile, in cui ha riportato la frattura della clavicola e di diverse costole, oltre a uno pneumatorace. Le sue condizioni sono del tutto incerte, e difficilmente sarà all’altezza di un Pogacar più affamato che mai. Non è da escludere un miglioramento della sua condizione nelle tre settimane di gara, soprattutto se il suo rivale Pogacar dovesse risentire dello sforzo fatto al Giro d’Italia

Oltre ai due fuoriclasse vi saranno numerosi corridori che andranno a caccia del podio o di un buon piazzamento: su tutti Primoz Roglic che cercherà il riscatto dopo il Tour perso alla penultima tappa nel 2020. Remco Evenepoel alla sua prima apparizione in Francia cercherà di fare classifica nonostante le tante salite presenti in questa edizione. Da non dimenticare Carlos Rodriguez e Adam Yates che cercheranno di confermare gli ottimi risultati dello scorso anno.