Kennedy
Brugherio, Politica

Sciolto il nodo, il polo sanitario della città sarà al Kennedy

Sarà situato al Centro Kennedy l’interno polo sanitario pubblico della città, dove si instaurerà la casa di comunità e dove verranno erogati tutti i servizi attualmente disponibili presso la palazzina di viale Lombardia.

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Daniele Cassaghi

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Si scioglie il nodo della convivenza tra la struttura sanitaria di viale Lombardia – che formalmente oggi ospita alcuni servizi di Asst che faranno parte della casa di comunità – e la sede di via Kennedy. Le attività in capo ad Asst ora presenti nella palazzina si sposteranno al centro commerciale, lasciando quindi in viale Lombardia quelle in capo ad Ats e all’Irccs San Gerardo. Tradotto: l’attesa è che al centro Kennedy troveranno posto servizi come il Cup, l’infermiere di famiglia, il punto prelievi e altri. Mentre il consultorio e i servizi legati alla neuropsichiatria infantile rimarranno dove sono. Dunque, due presidi sanitari, amministrati da enti differenti.

Kennedy, assessore Nava “Motivazioni di carattere economico”


Alla base di questo scenario – spiega l’assessore alla sanità Carlo Nava – ci sono motivazioni sia di carattere economico, sia di carattere normativo. In particolare c’è la volontà di Asst di non erogare i suoi servizi in due strutture. Cosa che costringerebbe l’azienda a dover pagare sia per l’affitto in viale Lombardia, sia per le spese condominiali onerose al Centro Kennedy.

In secondo luogo, spiega l’assessore: “La decisione di installarla al centro commerciale risale al 2020, quando si è deciso di aprire le case di comunità con il Pnrr. A Brugherio è stata fatta una ricerca sul territorio e hanno scelto il Kennedy. Una volta definito ciò, non si è potuto più tornare indietro”. Insomma, i 1,4 milioni di euro messi a disposizione dal piano nazionale di ripresa e resilienza, sono vincolati al rilancio del centro Kennedy. Motivo per cui è stata bloccata sul nascere l’idea – avanzata dall’amministrazione – di lasciare la casa di comunità dove formalmente è adesso, ovvero in viale Lombardia

Nava aggiunge anche qualche altro dettaglio sui lavori al Kennedy: “L’architetto ha ipotizzato l’inizio dei lavori per metà novembre. Sono previsti circa 280 giorni effettivi (circa 210 lavorativi ndr) per realizzarli e quindi dovrebbero essere terminati per luglio o agosto 2025. Tutte le Case di Comunità devono essere attivate entro il 2026”.

Cosa succederà alla struttura di viale Lombardia?


Un cronoprogramma che vale doppio, dato che, insieme alla realizzazione della casa di comunità si apre la questione di cosa fare degli spazi lasciati liberi in viale Lombardia, di proprietà del Comune. “Non abbiamo preso una decisione: è tutto da decifrare. Bisogna ragionare con calma”, dichiara l’assessore. Che insiste sul fatto di come sia prematuro ipotizzare una destinazione finale per quella struttura. Tuttavia rivela una delle ipotesi, ancora in fase embrionale, che gira tra i banchi della giunta: “Alcuni medici di famiglia che vorrebbero riunirsi in ottica di medicina di gruppo potrebbero essere interessati a entrarci”.

Chirico “Mantenere entrambi i presidi”


Dalle parti del centrosinistra, il dem Damiano Chirico aveva più volte ribadito la necessità di tenere entrambi gli spazi aperti. Anche se ora diffida dal dormire sugli allori: “Il mantenimento di entrambi i presidi è il punto di partenza per l’interlocuzione sul futuro della sanità brugherese, ma non può essere il punto d’arrivo – dice – A monte di qualsiasi progetto dovrebbe esserci un tema di sostenibilità: risposte sugli orari, sulla natura dei servizi e sul personale dovrebbero essere le premesse per avviare qualsiasi ragionamento”.

O per dirla in altre parole, per la casa di comunità, “il rischio di un flop dovuto a cattedrali nel deserto, che hanno poco valore per la scarsa capacità di erogare i servizi e per i limiti d’orario, c’è”. Perché, Chirico sostiene, la carenza di medici in atto ovunque “non rende roseo lo scenario”. Tradotto: la strada è lunga e finché da Asst non arriveranno notizie su come reperire i medici, sulla natura precisa dei servizi e sulle fasce d’apertura, i dubbi sulla casa di comunità supereranno le certezze.

“Se si tratta di prestazioni utili alla nostra città – prosegue – bisogna pensare di tenere aperto il sabato e di rivedere gli orari, in modo che non siano penalizzanti per i lavoratori, né le persone anziane che necessitano di accompagnamento”. Per cui conclude: “Senza risposte a queste domande si rischia di comprare una Ferrari e non avere benzina per farla funzionare”.

Infine, sugli spazi di viale Lombardia da riassegnare, Chirico pone una domanda: “Se ci fosse un’agevolazione per le spese condominiali al Kennedy, Asst sarebbe disposta a fornire altri servizi nel poliambulatorio?”.

Daniele Cassaghi