Jesus loves the fools

Jesus loves the fools, il documentario che racconta la storia dei The Carnival of fools

il documentario narra la storia di una band iconica, The Carnival of fools, che seppur non ha avuto la fama a la fortuna che meritava è riuscita comunque a tracciare un solco profondo nella scena musicale indipendente.

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Lo scorso 11 ottobre al cinema Beltrade di Milano è stato proiettato il documentario diretto a Filippo D’Angelo, Dimitris Statiris e Mauro Ermanno Giovanardi “Jesus loves the fools”. Ripercorre, attraverso immagini inedite e racconti degli stessi musicisti la storia dei “The Carnival of fools”, la band italiana che tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 ha dato vita ad una delle più belle ed elettrizzanti pagine della storia della musica italiana.

In realtà di italiano c’era solo la cittadinanza dei componenti, visto che le loro canzoni erano cantate in inglese e con riferimenti anglo-americani. Nascono in provincia di Milano, proprio sul finire degli anni ’80, da un’idea di Mauro Ermanno Giovanardi e il cui destino, a suo dire, doveva essere un altro. Infatti, come racconta lui stesso nel documentario, da giovanissimo si era appassionato al ciclismo ed era entrato a far parte della prestigiosa società ciclistica “Brugherio sportiva” per intraprendere la carriera di professionista.

Jesus loves the fools, il racconto di una generazione


All’età di 17 anni è costretto però a fermarsi a causa di una pertosse, carriera quindi finita e sogni di gloria infranti. Ma come dice John Lennon: “Life is what happens to you while you’re busy making other plans”, tra dotto “La vita è ciò che ti accade quando sei tutto intento a fare altri piani”. Assistendo ad un concerto di Patti Smith rimane folgorato. dal suo modo di cantare dal vivo, l’intensità, la veemenza. E più che il concerto, lo affascinò ciò che c’era intorno: abituato alla disciplina ed alle regole, vedere quel concerto, per lui fu una svolta. Nacque quindi l’idea di fondare la band il cui nome prese proprio ispirazione da una poesia di Patti Smith, “Witt”.

Jesus loves the fools non narra solo la nascita di una band torica, ma è anche il racconto di una generazione, di una Milano che forse non c’è più e di un periodo irripetibile. E’ stata una band che sicuramente meritava più di quanto ha ottenuto, che ha creduto fino in fondo in quello che faceva, senza mai essere etichettata in un genere musicale, in un mondo che cerca sempre di definirti. Aver assistito alla proiezione ci ha lasciati un po’ con l’amaro in bocca, perché avremmo voluto esserci quando la band suonava al Bloom di Mezzago, o quando hanno aperto ol concerto di Nick Cave a Milano.

Probabilmente ci saremmo sentiti parte di un qualcosa di importante che stava per nascere e che avrebbe segnato indelebilmente la musica indipendente italiana. Resta comunque la consolazione, se così la possiamo chiamare, di aver partecipato ad una serata unica, aver rivisto amici che non vedevo da anni ma soprattutto nell’aver visto un documentario bellissimo. Se lo guarderete non resterete delusi.

Cristian Zaffaroni