Associazioni e Istruzione

ResQ, l’incontro tra gli equipaggi di terra di Brugherio e Saronno

Sabatini: “In un mese la nave ha fatto tre missioni e salvato 143 persone. Ogni missione in mare di un mese costa 150 mila euro”. Venco: “In questo momento sui migranti c’è solo ostruzione”

Scritto da

Daniele Cassaghi

Pubblicato il

23 Febbraio 2025

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È stato incontro tra “equipaggi di terra” – il nome con cui gli attivisti di ResQ chiamano i gruppi che non si occupano direttamente del soccorso in mare – quello andato in scena giovedì sera all’auditorium di via Francesco d’Assisi di Carugate. I membri del neonato equipaggio di Brugherio e quelli “storici” di Saronno hanno voluto raccontare le loro attività davanti a un pubblico formato da tanti giovani. L’evento è stato organizzato dalla Caritas di Carugate in occasione delle attività del Giubileo dedicate al tema della carità. “Dato questo tema, abbiamo pensato alle migrazioni – racconta il responsabile della Caritas Giovani di Carugate, Tommaso Luisari –. E quando pensiamo alle migrazioni, pensiamo ai salvataggi in mare. Tuttavia, ResQ ci fa vedere cosa si può fare anche qui da noi”.

La raccolta fondi e i costi di ResQ


La referente brugherese Camilla Sabatini ha ribadito quale sia il primo obiettivo del suo gruppo: la raccolta fondi. Si tratta di denaro da destinare alle operazioni di soccorso in mare della nave dell’associazione, la “ResQ People”. “Tra l’11 dicembre e l’8 gennaio la nave ha effettuato tre missioni in mare e salvato 143 persone. Le operazioni sono molto dispendiose: per una missione in mare di un mese occorrono 150 mila euro per coprire le spese del personale di bordo, per i kit di soccorso, le scorte di cibo, oltre alle spese legate alla gestione e alla manutenzione della nave”, spiega Sabatini. Si tratta di costi, continua l’attivista, che non possono essere calcolati con precisione in anticipo, dato che non è possibile sapere prima della partenza quanti saranno coloro che avranno bisogno di aiuto. Per questo le scorte devono essere sufficientemente abbondanti, con un conseguente aggravio delle spese.

Da sinistra, Camilla Sabatini, Vittorio Caporossi (Brugherio); Gianfranco Venco, Giampaola Galli, Filippo Marchesi (Saronno) e Tommaso Luisari (Caritas Giovani Carugate)

Ed è questo il tema che, a fine serata, ha acceso la discussione con il pubblico. Ad aprire il dibattito è stato però l’attivista di Saronno, Gianfranco Venco: “Quello che ha detto Camilla sui costi è giustissimo. Ma lasciatemi dire che quanto sta avvenendo in questo momento è ostruzione: mandare al porto di Livorno la nave che ha salvato delle persone vicino a Malta o a Lampedusa vuol dire ammazzare la Ong agendo sui soldi”. Tradotto: dal 2023 è lo Stato che decide di volta in volta quale sia il porto sicuro in cui le navi delle Ong devono approdare. L’accusa è di costringere le onlus a spese maggiori imponendo viaggi più lunghi.

Si tratta peraltro di una dinamica che si amplifica a causa dell’impossibilità di effettuare più salvataggi con una sola uscita. “Nel 2021 potevamo fare salvataggi consecutivi, cioè soccorrere più barchini con un’uscita sola – spiega Giampaola Galli -. Dal primo gennaio 2024 non è più possibile: dopo ogni soccorso bisogna rientrare. La legge ti sanziona se ti fermi per altri salvataggi, anche con il sequestro della nave. Molte Ong hanno dovuto smettere”.

Le attività dei gruppi di Brugherio e Saronno


I gruppi di Brugherio e Saronno hanno poi raccontato le iniziative che hanno messo in campo per raggiungere il loro secondo obiettivo: la sensibilizzazione sul tema del soccorso in mare. A questo proposito, l’attivista brugherese Vittorio Caporossi ha osservato: “Gli equipaggi di terra riportano quello che fa la nave nel concreto, in una dimensione vicina”. Ha ricordato le iniziative in città con il vicepresidente della Onlus, Corrado Mandreoli, e con il consigliere comunale torinese Abdullahi Ahmed. Quest’ultimo attraversò il mare in prima persona in cerca di fortuna. In primavera, a Brugherio sono previste alcune letture sceniche di esperienze raccontate da persone che hanno oltrepassato il Mediterraneo e che ora vivono in centri di accoglienza.

Mentre gli attivisti dell’equipaggio di terra di Saronno (Venco, Galli e Marchesi) hanno raccontato della loro squadra di rugby, formata da ragazzi italiani e di origine straniera, e che è stata partecipe di un evento con gli ospiti del Villaggio Sos della loro citta. Hanno poi citato i mercatini natalizi per la raccolta fondi e – attraverso la testimonianza di Filippo Marchesi – hanno rievocato l’esperienza a Trieste, per assistere i migranti al termine della rotta balcanica. Tra le iniziative per il futuro, l’intervento a una giornata sulla pace il 7 marzo e una sorpresa: “Ci sono i contatti per un evento con un ex minatore di 95 anni che è stato tra i soccorritori del disastro di Marcinelle in Belgio”, rivela Venco.

ResQ nelle scuole


Giampaola Galli ha infine spiegato le iniziative per le scuole, dalle classi quarta e quinta elementare, fino alle superiori. Ha messo in luce i percorsi differenziati per età, che hanno in comune un elemento: “La nostra intenzione è di provocarli. Coinvolgerli e fare loro domande. In modo da dire: ora che sai queste cose sulla migrazione, da che parte stai?”.

Tra le attività proposte per le scuole trovano posto, tra le altre cose, riflessioni su una fiaba a tema migrazioni alle elementari, giochi di ruolo in cui gli studenti delle medie interpretano i migranti o i volontari in mare, e la stesura di storie di migrazione a partire da vere testimonianze alle superiori.