L’indagine, condotta da Greenpeace, ha rilevato valori di PFAS superiori ai limiti che sono entrati in vigore col decreto legislativo 260, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 marzo. Il nuovo limite presenta un massimo di 20 nanogrammi per litro, a Brugherio Greenpeace, come riportato dalla ricerca di Greenpeace fatta in tutta Italia, ne ha registrati 25 nanogrammi per litro.
Brianzacque chiarisce, Assi ribadisce
Brianzacque, gestore del Servizio Idrico Integrato per la Provincia di Monza e Brianza, ha subito fatto chiarezza sul tema, e il sindaco brugherese Roberto Assi ha ribadito quanto da loro detto in un comunicato.
L’azienda di fornitura d’acqua chiarisce: “L’acqua quotidianamente erogata ai cittadini è sicura e di ottima qualità”. E poi specifica: “Gli esiti specifici di tutti i campionamenti, effettuati ad oggi, hanno evidenziato sempre il rispetto dei valori di parametro previsti dalla normativa vigente per l’acqua immessa in rete, ovvero l’acqua che sgorga dai rubinetti dei cittadini brianzoli”.
L’attenzione passa poi ai controlli programmati nel 2025: “Il piano dei controlli interno che Brianzacque ha programmato per il 2025, include per i composti PFAS tutta la rete dei punti di campionamento Brianzacque, costituita da più di 800 punti di monitoraggio distribuiti su tutto il territorio brianzolo a copertura di tutti i prelievi da falda e immissioni in rete di distribuzione di acquedotto.
“Analisi con frequenza semestrale”
Brianzacque specifica la periodicità delle analisi: “La periodicità delle analisi per ciascuno degli 800 punti sopra richiamati è programmata su base annuale con frequenza almeno semestrale. I prelievi sono eseguiti da punti di campionamento specificatamente progettati costituiti da semplici rubinetti e lavandini protetti dagli agenti atmosferici per garantire la rappresentatività del campione da analizzare in laboratorio interno Brianzacque. Il monitoraggio dei PFAS a cura del laboratorio Brianzacque inizia nel 2021 e in nessun caso si è mai riscontrato il superamento dei valori di parametro previsti dalla normativa vigente per l’acqua destinata al consumo umano”.
Cosa sono i PFAS e quali sono i rischi?
I PFAS, definiti in chimica come “un gruppo di fluoruri alchilici dotati di proprietà tensioattive”, sono più comunemente noti come “inquinanti eterni”. Il soprannome deriva dalla presenza di legami carbonio-fluoro, tra i più forti in chimica organica, che li rende estremamente resistenti alla degradazione.
La pericolosità di queste sostanze deriva dalla sua natura tensioattiva, che a lungo andare può avere effetti negativi sulla salute, provocando danni al fegato e alla tiroide, ma anche al sistema immunitario e riproduttivo, come riportato dalla Fondazione Umberto Veronesi.
Oltre alla salute umana a rimetterci è anche l’ambiente; su tutti l’acqua, sostanza in cui si dissolvono facilmente, andando a contaminare falde acquifere, fiumi e laghi. Oltre all’acqua i PFAS si potrebbero accumulare nei tessuti animali e nelle piante, andando a “intossicare” la fauna di determinati territori.