Archiviato positivamente il primo capitolo di questo Europeo da campioni in carica, grazie alla vittoria – seppur un minimo sofferta – contro l’Albania, l’Italia di Luciano Spalletti si prepara al secondo atto della competizione: la sfida contro una Spagna che arriva dal netto 3-0 rifilato alla Croazia. Analizzando le possibilità di passaggio turno, dove le quattro migliori terze riusciranno comunque a qualificarsi – di fatto – agli Azzurri potrebbe bastare la conquista di un punto nelle prossime due gare contro Spagna e Croazia.
Un approccio diverso
Per quanto sia innegabile pensare che la sfida contro la Spagna possa assumere i connotati di una partita ostica e complicata, soprattutto dopo il secondo tempo difficile contro l’Albania, è anche vero che le caratteristiche della nazionale allenata da Luis De La Fuente potrebbero in realtà trasformarsi in opportunità per l’Italia. Come? Andiamo per gradi.
Se la partita contro l’Albania ha portato gli Azzurri a mantenere il pallino del gioco trovando diversi varchi grazie al possesso palla, contro gli spagnoli questo aspetto potrebbe non solo cambiare, ma addirittura capovolgersi. Ma se fosse questa la chiave giusta?
Ciò che contraddistingue la nazionale di Spalletti è senz’altro la solidità difensiva, un po’ come le passate selezioni azzurre, che hanno trovato fortuna maggiormente anche grazie ai pochi gol subiti.
La Spagna, al contrario dell’Albania, ha la capacità di mantenere di più il pallino del gioco, trovando fraseggi, spesso giocando di prima, senza lasciare respiro agli avversari, con una parola d’ordine: verticalizzazione. Ciò non significa – per l’Italia – necessariamente cambiare la sua identità oppure attendere e fare catenaccio, ma le squadre mature, umili e coraggiose trovano il successo anche adattandosi camaleonticamente allo stile di gioco degli altri, leggendo la partita in corso e sfruttando gli spazi. Spazi che possono crearsi, proprio in virtù del gioco prodotto dalla squadra allenata da De La Fuente.
Pregi e difetti della Spagna
Pregi. Per un’analisi sui possibili punti da poter sfruttare per gli azzurri, non dimentichiamo in primis di quanto la Spagna sia una nazionale dal talento fuori dal comune: Lamine Yamal, Pedri, Ferran Torres, Dani Olmo, senza tralasciare l’esperienza di Fabian Ruiz, Rodri, Morata, Carvajal.
Contro la Croazia, una delle chiavi per la vittoria, è stata la ri-aggressione alta sui portatori di palla avversari e la verticalizzazione rapida verso la porta; ma anche l’aggressione con Fabian Ruiz e Pedri a dare una mano a Morata per provare a “strozzare” sin da subito il possesso croato.
Questa situazione ha pagato nell’immediato, permettendo alla Spagna di trovare il doppio vantaggio nel primo tempo.
Difetti. Dopo un netto 3-0 alla Croazia, dove il cinismo e la cattiveria agonistica hanno fatto la differenza nel risultato finale, resta difficile imputare qualcosa alla Spagna che però, proprio in virtù di questo atteggiamento aggressivo e offensivo, ha lasciato diversi spazi tra le linee e nello specifico tra la difesa e il centrocampo. Spazi che l’Italia con le sue caratteristiche e i suoi incursori, tra i quai Barella, Frattesi o Pellegrini, potrà sfruttare. Saranno queste le armi su cui puntare per esorcizzare la Spagna e il suo talento? Soltanto qualche ora e lo scopriremo…