Papagni, chitarrista brugherese, ci ha raccontato l’origine del pezzo e tutta la strada fatta finora dai Benthos, band Progressive Metal composta con Enrico Tripodi, Gabriele Landillo, Alberto Fiorani e Alessandro Tagliani.
Sono partiti sette anni, hanno scritto un album e girato il nord Italia ed Europa in tour, e ora sono finalmente pronti per l’uscita del secondo album in primavera.
Perché la scelta del nome “Pure”? Qual è la sua origine e il suo significato?
“Pure rappresenta l’abbandono del materialismo, una riflessione su come ci si potrebbe sentire fuori da tutto ciò che è materiale, spogliati davanti a uno specchio, portati a riflettere sul proprio posto nel mondo. Una domanda sul come ci si sente nel proprio posto.
E’ una riflessione molto personale, infatti tutti i testi possono essere letti in prima persona, poiché essendo molto astratti, l’idea è di portare l’ascoltatore a immedesimarsi e riflettere su ciò che è il “suo posto”, dunque è tutto molto interpretabile”.
Da dove deriva il nome Benthos?
“In origine avevamo scritto una canzone che poi cambiò nome, si doveva chiamare “Awake the Benthos”, che divenne poi “Debris Essence”. L’idea era di buttar fuori tutto quello che c’è nel fondo dell’io, anche se in realtà la scelta è avvenuta un po’ per caso. Benthos significa, nel termine scientifico, l’insieme di tutti gli organismi che vivono a contatto col fondale del mare, ed è una metafora che abbiamo applicato a tutte le qualità e passioni che sono nascoste nel profondo di sé e molte volte oppresse. Ripensandoci oggi forse fu più un “Bello, suona bene, facciamo così”.
Com’è nata la band?
“Siamo partiti nel 2018, ormai sette anni fa… è stata un’idea mia e del secondo chitarrista Enrico Tripodi, così è iniziato un nuovo progetto e in un annetto abbiamo trovato gli altri membri. Il cantante è Gabriele Landillo, che si è unito al gruppo al termine di una vacanza trascorsa insieme.
In altre circostanze, quasi fortuite, abbiamo conosciuto il bassista, Alberto Fiorani, e il batterista, Alessandro Tagliani, e i Benthos erano al completo.
Nel 2018 iniziamo a provare insieme, a scrivere, e nel 2019 in apparizione a un gruppo, The Contortionist, abbiamo suonato insieme e quello segnò il debutto della band”.
Quando è uscito il primo album? E cosa lo ha seguito?
“Nel 2019 abbiamo finito di scrivere il primo album dopodiché è arrivato il Covid. Nonostante questo nel 2020 siamo riusciti a trovare un’etichetta discografica, Eclipse Records, e nell’aprile 2021 siamo riusciti a farlo uscire.
A causa del Covid fare concerti fu molto difficile, suonammo solo durante uno show a Milano nel luglio 2021, così abbiamo aspettato il 2022 per tornare a suonare e fare il primo tour con concerti in tutto il nord Italia, una data in Germania a Stoccarda e in Ungheria.
Durante la fine del tour avevamo già iniziato a scrivere il nuovo album, nel 2023 la stesura ci costrinse a fare poche date. Suonammo però al Dissonance Festival a Milano in apertura ai Meshuggah, pionieri nel genere. Dopo quello abbiamo fatto qualche altra data e poi abbiamo preso la decisione di non suonare più per finire il secondo disco.
Recentemente sono usciti due nuovi singoli sotto una nuova etichetta discografica, Inside Out, che è la prima etichetta Progressive, Rock e Metal. A breve ne usciranno degli altri prima dell’album che sarà lanciato in primavera”.
Sognando in grande, quanto lontano vi vorreste spingere?
“L’idea di base è rappresentare questa scena in Italia, in cui il nostro genere non è il più ascoltato: va molto di più nel nord Europa. Mi piacerebbe rappresentare uno stile e far parte della punta di questo genere in Italia, arrivare a fare tour di spalla a band importanti, date e festival. Un’altra cosa che ci piacerebbe fare è portare il progetto oltreoceano, girare l’America e il mondo intero”.