Il Milan infila la seconda vittoria consecutiva, dopo il successo di sette giorni fa a Lecce, battendo il Como in rimonta, col risultato di 2-1. Como che per quanto visto sul campi avrebbe meritato almeno un punto. Infatti la squadra di Fabregas al Meazza ha giocato senza paura e nonostante qualche svarione difensivo a inizio partita che poteva, ma così non è stato, costare caro, col passare dei minuti ha preso possesso del centrocampo mettendo in mostra un ottimo palleggio, costringendo il Milan a giocare di rimessa. Il gol con cui alla mezz’ora del primo tempo i lariani hanno sbloccato la partita è stato un saggio di ottimo tiki-taka, in preparazione del tiro, scoccato con precisione chirurgica da Da Cunha che ha battuto Maignan con un rasoterra a rientrare molto preciso, insaccatosi alle destra del portiere francese.
Milan, lo spavento e la risalita
Il secondo tempo ha visto un Milan obbligatoriamente più propenso a mantenere l’iniziativa e quindi proiettato in avanti, ma che alla fine ha risolto il match a proprio favore solo grazie a due magie dei suoi giocatori migliori, i due veri fuoriclasse della rosa di Conceicao. No, non Leao e Hernandez, bensì Pulisic e Reijnders. Non prima, comunque, di garantirsi un viaggetto all’infermo, quando Da Cunha sigla il raddoppio, annullato per un fuorigioco rilevato al microscopio, più che al var.
Prima Pulisic trova la rete dopo essere stato servito in maniera magistrale dallo stesso Reijnders, che libera il compagno in area davanti al portiere. L’americano infila il pallone nel pertugio rimasto sgombro con un diagonale tra il palo opposto e portiere, roba per geometri del pallone. Capitan America trova un grande gol, rivitalizzando squadra e tifosi.
Quindi è ancora una volta Reijnders a togliere le castagne del fuoco al Milan, servito da Abraham, subentrato da pochi minuti a uno spento Gimenez, che libera il destro dell’olandese, col pallone in sollucchero quando bacia il palo alla sinistra di Butez, prima di finire in rete. Da segnalare che poco prima era stata la parte superiore della traversa a farsi solleticare, sempre dal destro di Reijnders.
Rimonte, più che reazione, logica conseguenza
Il Milan lo si può riassumere tutto qui, nelle giocate dei due migliori marcatori Rossoneri di questa stagione e nell’energia nervosa messa in campo nella ripresa, che gli ha consentito, per la sesta volta da quando Conceicao è seduto in panchina, di vincere in rimonta. Quello relativo alle rimonte dovrebbe essere un dato da leggere come positivo, ma andando a curiosare tra le pieghe delle statistiche, bisogna rilevare come nel 2025, su 19 partite giocate, il Milan è andato in svantaggio ben 12 volte. Dato che porta con sé due ovvie considerazioni, la prima: i Rossoneri nell’anno nuovo vanno sotto nel risultato in 2 partite su 3, cioè troppo spesso; e la seconda: è logico che andando in svantaggio così di frequente, quando vincerà quai certamente lo farà in rimonta. Quindi più una logica conseguenza, che una caratteristica di gioco o atteggiamento.
La stagione del Milan senza Pulisic e Reijnders
Viene da chiedersi come sarebbe stata la stagione del Milan, senza la straripante stagione di Reijnders e Pulisic. Certo, ne convengo che è più un gioco da bar sport che un serio elemento di riflessione. Però sarà inevitabile, quando a fine maggio si tirerà una riga e in via Aldo Rossi dovranno fare conti con quello che sarà il piazzamento finale in campionato, oltre che l’esito della Coppa Italia, realizzare in concreto che grazie a quei due la barca è arrivata più o meno in porto. Oppure, nella peggiore delle ipotesi, comunque saranno riusciti a evitare l’affondamento e il naufragio.
Felix e Gimenez in ombra
Gli entusiasmi per Joao Felix, per cui, qualche ottimista di natura prevedeva già il riscatto dopo un paio di partite giocate, si sono già abbondamene sopiti. Il portoghese si è già parcheggiato da qualche parte tra la panchina e i pochi scampoli di partita che gli vengono concessi, in attesa di tornare alla casa madre. Preoccupa invece l’involuzione di Gimenez nelle utime due uscite. Contro il Como è stato un fantasma, soprattutto nel primo tempo traccheggiava spesso sul fronte destro dell’attacco, non si sa bene se su richiesta del mister o piuttosto perché smarrito come un cetaceo spiaggiato.
Il ragazzo c’è, le qualità ci sono, bisogna solo stare attenti che un ambiente depresso non deprima anche lui, abbassando grandemente il suo livello di autostima, il suo morale e conseguentemente la sua efficacia sotto porta. In passato è già capitato a giocatori come Paquetà e De Keteleare, solo per citare alcuni esempi, di finire in un turbinio di negatività dalla quale poi si esce solo cambiando maglia. Il messicano si è presentato molto bene, con 3 gol nelle prime 4 partite è un patrimonio tecnico da non disperdere.
La corsa Champions
Con questi ultimi due successi ottenuti, le due sconfitte della Juventus e il solo punticino portato a casa dalla Lazio, una flebile fiammella per la Champions si è riaccesa. È proprio un mozzicone di candela quello rimasto, intendiamoci, anche perché nel frattempo Bologna e Fiorentina stanno letteralmente volando. E poi c’è anche la solida Roma di Ranieri in lotta. Un gruppo veramente nutrito di avversari, che richiede una combinazione di risultati favorevoli quasi da superenalotto. Però è giusto rilevare come la corsa verso l’Europa che contra, seppure con un grande handicap da colmare, sia ripresa.
Le vittorie su Lecce e Como non hanno messo in mostra un reale progresso da parte della squadra di Sergio Conceicao, sul piano del gioco; quindi, non rappresentano un viatico verso futuri successi nelle prossime partite. L’allenatore del Milan, dal canto suo, pur rimanendo in bilico, ha puntellato la panchina. Un buon risultato a Napoli, tra due settimane, lo metterebbe nelle condizioni di terminare quasi sicuramente la stagione. Ma anche in caso qualificazione alla prossima CL, cosa che appare se non improbabile, comunque molto difficile, il suo destino sembra scritto. A meno che non infili una serie incredibile di risultati postivi e buone prestazioni, come successe al già defenestrato Pioli nel 2020, che poi grazie a quell’abbrivio rimase in rossonero e due anni dopo vinse il campionato. Corsi e ricorsi, per sperare ancora e non deprimersi.
Dopo la sosta Napoli e Inter, passaggi chiave per il Milan
Dopo la sosta ci sarà la trasferta in campionato a Napoli; quindi, sarà la volta del derby, il quarto della stagione, nella semifinale di andata di Coppa Italia del 2 aprile. Un duo di partite che potrebbe rappresentare l’inizio di un clamoroso colpo di coda di fine stagione, oppure il definitivo sipario. Le due settimane di lavoro che si presentano a Conceicao, anche se con la squadra non al completo dato che molti dei suoi giocatori saranno in giro per il mondo con le proprie Nazionali, saranno fondamentali per affrontare il finale di stagione nel modo giusto. Nel modo che i tifosi sperano, per non chiudere le porte in anticipo su una annata talmente brutta e inattesa come non succedeva da molto tempo. Da prima del Covid, dalle parti Casa Milan.