Passi avanti verso la risoluzione del “caso del Masnada”. A fine gennaio, il giudice del tribunale civile di Monza ha proposto al Comune di Brugherio e alla cooperativa “La Corte dei Miracoli” – che ora gestisce il chiosco del Parco Increa – un accordo per “risolvere la diatriba in corso ed abbandonare la vertenza in atto, che comporta spese in considerazione dell’alea di giudizio”. A testimoniarlo è una delibera della giunta brugherese, formulata per dare mandato al sindaco Roberto Assi di accettare l’accordo.
I vantaggi per Villa Fiorita
I dettagli non sono ancora noti. Sia i membri dell’amministrazione, sia i soci della cooperativa che abbiamo contattato preferiscono non sbottonarsi. Questa delibera è però un segnale chiaro: l’accordo proposto dal giudice soddisfa il Comune di Brugherio. Con ciò, Villa Fiorita evita che la causa si prolunghi, il che significa un aumento delle spese legali e il rischio di un esito sfavorevole, soprattutto nel caso di rifiuto. Sarà la sentenza, attesa all’inizio della settimana prossima, a rendere definitivi i contenuti e si attendono commenti più precisi per allora.
In ogni caso, pare improbabile che La Corte dei Miracoli accetti di terminare le sue attività al Masnada, tuttora in corso, prima di cinque anni, cioè prima della scadenza del contratto siglato prima dell’avvento dell’amministrazione Assi. E i ragazzi del Masnada hanno a più riprese manifestato la volontà di rimanere fino alla fine. È probabile però che, in cambio di ciò, il giudice disponga un risarcimento per la Corte dei Miracoli inferiore a quello sperato per il periodo di chiusura forzata del locale nell’estate 2023.
La vicenda giudiziaria del Masnada
A febbraio dello scorso anno, la cooperativa aveva infatti citato Villa Fiorita in giudizio sulla base di un doppio presupposto. In primo luogo, la chiusura di quasi due mesi del Parco Increa nell’estate del 2023 ha costituito un danno economico ingente per il Masnada, che raggiunge il pieno regime proprio nei mesi più caldi. La giunta Assi aveva preso la decisione a seguito del nubifragio di quel luglio e l’aveva motivata con ragioni di sicurezza: troppo alto il pericolo del crollo delle piante danneggiate. Dal canto loro, i ragazzi del Masnada hanno sempre sostenuto che le operazioni per rendere agibile l’ingresso del parco – dove si trova il locale – si sarebbero potute svolgere con celerità maggiore.
Il secondo, e più sostanzioso, motivo alla base del contenzioso è il contratto in virtù del quale la Corte dei Miracoli esercita la sua attività al Masnada. Al momento della firma, era stata aggiunta nel contratto di concessione del bar una clausola di rinnovo tacito, come per i contratti di locazione. Per cui, al termine dei primi sei anni di utilizzo del chiosco, il contratto si sarebbe automaticamente rinnovato per i successivi sei anni (fatti salvi alcuni casi specifici).
Scaduto il primo periodo di concessione, l’amministrazione Assi aveva in effetti manifestato l’intenzione di rimettere a gara il Masnada e argomentato che la legge non prevede la possibilità di applicare il “rinnovo tacito” quando il regime di utilizzo è concessorio. Ma non ci sono stati i presupposti per impedire a una clausola scritta nero su bianco di scattare e, per di più, Villa Fiorita si è trovata con un grosso precedente a suo sfavore: il caso del bar Mama’s del centro sportivo.
Il precedente del Mama’s
Poco prima, i gestori del Mama’s avevano citato in giudizio il Comune con motivazioni analoghe: la volontà di mettere a gara la concessione del locale si scontrava con la possibilità di rinnovo automatico. A marzo del 2024 Il giudice del Tar aveva riconosciuto che quegli spazi costituiscono un bene pubblico indisponibile e, come tale, soggetto a un regime concessorio senza la clausola di rinnovo tacito e non a contratti di locazione.
Ma aveva anche stabilito che i gestori dovessero rimanere al loro posto per due motivi: da un lato, è stata Villa Fiorita stessa a inserire la clausola di “rinnovo tacito” e, dall’altro, il Comune non ha agito in tempo per correggere l’errore (avvalendosi della cosiddetta “correzione in autotutela”). Per questo motivo è prevalso il principio del “legittimo affidamento a terzi”. Tradotto: i gestori restano per tutto il tempo previsto dal rinnovo.
La prossima concessione del Masnada
Tornando al caso del Masnada, è molto probabile che il giudice civile di Monza abbia avuto sulla scrivania la sentenza del Tar sul Mama’s nel momento in cui ha deciso di proporre un accordo alle due parti. E, dato il precedente, ciò fa pensare che il Masnada non vada a gara prima della fine dei sei anni di rinnovo.
Resta però il fatto che, dopo queste sentenze, il “rinnovo tacito” sparirà dalle concessioni. Se il giudice dovesse accogliere l’istanza del Comune secondo cui anche il Masnada è un bene pubblico indisponibile al pari del Mama’s, alla scadenza del contratto per la gestione sarà impossibile per qualunque amministrazione rinunciare alla gara.