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La Zona in Nero, a dicembre il secondo volume del giallo brugherese

Canzi: “Gli esordienti devono conquistarsi il pubblico lettore per lettore. Il Movimento? Tra Conte e Grillo sappiamo con chi stare”.

Scritto da

Daniele Cassaghi

Pubblicato il

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“Un libro brugherese”, così il moderatore Fulvio Bella presenta “La Zona in Nero, volume 1” (editore Bookabook, 21 euro, 390 pagine), all’interno della cornice di incontri “Radici del Futuro”. Un serial killer si aggira per Brugherio – racconta Bella – Io che ho percorso tutte le strade della città, ora qualche brividino in più ce l’ho”.

Appunto, una storia brugherese, come brugherese è il suo autore, Christian Canzi, il primo a ribadire: “Si scrive di quel che si conosce”. E il risultato è la trilogia de “La Zona in Nero”, il cui secondo volume è prossimo alla stampa. 

Martedì 29, all’interno della Casa del Popolo – un luogo peraltro citato nel volume – Canzi ha potuto incontrare i lettori e rispondere ad alcune domande sul suo primo romanzo. Che ha pregi e difetti, primo tra tutti il fatto che si tratti di un giallo senza la conclusione. Il lettore dovrà attendere la fine del terzo libro per scoprire l’assassino, con il rischio di dimenticare qualche dettaglio.

Christian Canzi firma copie alla presentazione del suo giallo brugherese “La Zona in Nero”

Ma è anche un’opera con delle trovate che funzionano, come i quattro prologhi ambientati prima della narrazione, capaci di creare grande tensione. La scrittura, per citare lo stesso Canzi, “Non è però particolarmente truculenta, non c’è bisogno di scendere in dettagli troppo macabri”. Alcuni personaggi sono lasciati volutamente abbozzati, come il Professore e il Monsignore, proprio per tenere viva la curiosità del lettore. Infine, il pubblico che lo ha letto ed è intervenuto in sala ha apprezzato la scelta di inserire temi sociali, come la perdita del lavoro e la svalutazione dei titoli di studio. 

Per la pubblicazione de “La Zona in Nero, volume 1”, Canzi si è rivolto all’editore Bookabook e al crowdfunding. Il meccanismo prevede una sottoscrizione “sulla fiducia” da parte dei potenziali lettori, che di fatto acquistano il libro in anticipo. Se il romanzo raggiunge le 200 copie vendute entro un certo lasso di tempo, viene accettato per la pubblicazione e dato alle stampe. Un percorso che è stato seguito anche per il secondo volume e che presto prenderà il via per il terzo.

L’intervista a Christian Canzi, autore de “La Zona in Nero”


Canzi, è di settembre la notizia che anche il secondo volume de “La Zona in Nero” ha raggiunto il numero di copie necessarie per la pubblicazione. È soddisfatto?

Decisamente sì: è un altro pezzo del mosaico che va a posto. Non era per niente scontato. Quando esci con un libro non sai mai se il riscontro delle persone sarà positivo. Non vedo l’ora di vedere le reazioni di chi lo leggerà, spero di vedere la loro soddisfazione… oltre alla mia di vederlo pubblicato, ovviamente.

Quali traguardi si pone per questo secondo episodio?

L’obiettivo per il secondo episodio è che sia letto dallo stesso numero di persone che ha letto il primo. Orientativamente, i dati di vendita di luglio del primo volume si aggirano intorno alle 250 copie, che sono un po’ di più rispetto a quelle necessarie per passare la fase del crowdfunding, cioè 200. Poi va anche detto che sto continuando – pur con tutte le difficoltà di un autore esordiente in una casa editrice piccola – a fare promozione di questa trilogia. L’auspicio è che sempre più persone possano incontrare questa storia e leggerla, indipendentemente dal numero di copie messe a registro (che è sempre un dato difficile da valutare…).

È stato più semplice passare la fase del crowdfunding dopo il successo del primo volume?

Relativamente. Ma con una base di persone che ha letto il primo libro, non ho dovuto rispiegare troppo il meccanismo. È stato un po’ più facile perché chi ha apprezzato la prima parte era già in attesa del sequel ed è stato più semplice convincerlo. Ma, non è come per i grandi autori che pubblicano e tutti ne parlano subito dopo. Chi non ha una grande notorietà deve conquistarsi il pubblico, lettore per lettore, ogni volta. E si deve dare da fare per far circolare l’informazione e il passaparola.

A che punto è la lavorazione de “La Zona in Nero, volume 2”?

L’editing, che è la revisione finale fatta con un editor professionista, è finito la settimana scorsa. Questo passaggio serve per arrivare alla versione definitiva, senza refusi, con l’eliminazione di alcune parti che magari non funzionano e con la chiarificazione di altre. Ora lo stanno impaginando. Quindi entro qualche settimana dovrei scegliere la copertina: dopo la metà di dicembre, credo, dovrebbe arrivare sia a quelli che lo hanno prenotato, sia nelle librerie e negli store digitali. 

Qualche anticipazione. Brugherio e la Brianza fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti nel primo volume. Sarà cosi anche nel secondo?

Sì, la trama si svolge sostanzialmente tra Brugherio, Milano e nei dintorni fino a Lecco. Tuttavia si farà riferimento a fatti accaduti in altri luoghi, che avranno un ruolo nelle vicende. Poi si aggiungerà qualche nuovo personaggio e si capiranno invece cose lasciate “non spiegate” su quelli già presentati.

A proposito. Lei si ostina a dire che Federico Galimberti, il protagonista, non sia il suo alter ego. Eppure chi la conosce è concorde a dire il contrario. Come mai lo sostiene?

Federico ha delle capacità che io non ho. Io certe cose che sa fare Federico non le so fare. Quindi non sono lui. Però ognuno cerca di scrivere di ciò che conosce. E devo dire che è vero: in alcuni casi, gli spiegoni che fa e le cose che gli stanno antipatiche sono gli stessi spiegoni che farei io e le stesse cose che stanno antipatiche a me. Quindi scriverne è come uno sfogo. 

Ha già scritto il terzo episodio. Quali sono i piani?

Non ho ancora deciso quando iniziare il crowdfunding. Mi piacerebbe anticipare i tempi rispetto a quelli del secondo volume, che è partito circa un anno dopo la pubblicazione del primo. L’aspettativa è che anche il terzo episodio passi il crowdfunding e che quindi venga pubblicato. Da autore, vedo la trilogia come una storia unica, al di là del singolo episodio.

Oltre al ruolo di scrittore, lei è il referente del Movimento 5 Stelle a Brugherio. La costituente nazionale sta creando tensione tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Com’è schierato il circolo di Brugherio?

Partiamo da un presupposto: la diatriba tra Grillo e Conte interessa molto di più i giornali che non gli attivisti del Movimento. Sostanzialmente, a Brugherio ognuno ha seguito la vicenda e fatto le proprie valutazioni. Ma non abbiamo mai sentito il bisogno di aprire una discussione interna su questa questione, perché le attività del Movimento e lo scopo della costituente sono cose molto più interessanti da affrontare. In generale, al di là dello spazio che ottiene sulla stampa, la posizione di Grillo non è che riscuota particolari consensi. Diciamo che a Brugherio la preferenza per uno dei due è netta.

A Brugherio il Movimento ha deciso di presentarsi in una lista unitaria con la sinistra: si è andati ben oltre il “campo largo”. Eppure la cosa ha avuto scarsa eco fuori da qui… 

Non è che sia così ignorata questa cosa, che comunque non è stata fatta solo a Brugherio. Poi, ogni territorio fa storia a sé, ha il proprio vissuto, ha le proprie esperienze. E fino a ora si sono sempre gestite queste cose in maniera autonoma in ogni località. Comunque, liste unitarie su modello di Alleanza Progressista sono state fatte anche nelle vicinanze, ad Agrate e a Muggiò. A Villasanta hanno fatto addirittura una lista con tutto il campo largo e dentro c’erano alcuni nomi del Movimento. A Cologno invece ci siamo presentati all’interno di una coalizione “tradizionale”. Il fatto che alleanze e liste unitarie non siano la regola deriva appunto dal fatto che ogni zona ha i suoi trascorsi. Ma, in generale, credo che le forze di sinistra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle debbano fare lo sforzo di andare insieme, ovviamente con rispetto delle storie delle singole realtà. 

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