Sabato 22 marzo, per tanti bambini brugheresi di origine straniera, è stata una giornata speciale: alla presenza del sindaco Roberto Assi e della sua vice Mariele Benzi, i circa 120 alunni delle nostre scuole hanno potuto ricevere la cittadinanza onoraria. Si tratta di un atto simbolico che però ha anche un risvolto formale, poiché la procedura condotta dal sindaco in fascia tricolore prevede comunque l’iscrizione in un registro comunale.
La cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria
La cerimonia è stata molto partecipata, tanto da riempire la sala consiliare e “costringere” molti a radunarsi in cortile. Oltre alle famiglie dei piccoli cittadini onorari, erano presenti anche numerosi compagni di classe, accorsi per stare vicini ai loro amici in questo importante momento. Durante la mattinata si sono susseguiti gli interventi del comitato provinciale dell’Unicef, rappresentato dalla presidente Maria Luisa Sironi, dalla segretaria Marta La Verghetta e dalla coordinatrice del gruppo scuola Annamaria Ronzio.
Le scuole della città erano rappresentate dalle dirigenti Daniela Iacopino e Annamaria Sicilia, insieme alle docenti referenti per l’intercultura. Tutti gli istituti della città hanno comunque preso parte alla cerimonia. A completare la mattinata ci hanno pensato gli allievi della scuola di Musica “Luigi Piseri” con l’accompagnamento musicale, mentre gli alunni le alunne degli istituti “De Pisis”, “Don Camagni” e “Sauro” hanno curato il contributo grafico insieme ai loro insegnanti.
Rispetto ad alcune delle precedenti edizioni, inserite all’interno del progetto “Crescere in un arcobaleno di culture” tutt’ora in corso, l’amministrazione ha scelto di dare un maggiore profilo istituzionale alla cerimonia, con l’esecuzione dell’Inno di Mameli e la consegna di un attestato diverso e arricchito con i simboli cittadini più celebri (i Re Magi, Villa Andreani-Sormani, il palazzo comunale e l’araldica).
Assi ai bambini: “La bandiera ci ricorda il senso dell’unità nazionale”

Durante il suo intervento, il sindaco Assi ha evidenziato alcune coincidenze significative: la data del 22 marzo è capitata nelle vicinanze di altre ricorrenze degne di nota, a cominciare dalla “Giornata del Tricolore” del 17 marzo, in occasione della quale, per una settimana, la fontana davanti a Villa Fiorita si è colorata di bianco, rosso e verde. Per questo, durante la cerimonia sono stati ricordati alcuni versi del Canto degli Italiani, che è stato cantato a squarciagola da tutti i bambini, italiani e non ancora italiani, all’inizio della mattinata.
«Il testo dell’Inno recita ‘raccolgaci un’unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l’ora suonò’ – spiega Assi al termine dell’iniziativa – Ho sottolineato come io abbia un cognome lombardo, la vicesindaca uno romagnolo e il Presidente del Consiglio, Michele Bulzomì, uno calabrese. C’è stato un tempo in cui queste tre zone facevano parte di tre Stati diversi e tra loro stranieri. La bandiera è un simbolo, il segno di un’unità di intenti che la storia ci deve insegnare».
“I bambini sono più avanti di noi sul tema della discriminazione”
Ma non solo: «Ricorrevano anche la Giornata contro le discriminazioni il primo marzo e la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia il 21 marzo – continua Assi – Ho evidenziato l’importanza della scuola in questo contesto: tutti i regimi partono dalla scuola per creare il totalitarismo. Questo vale anche per le mafie, che, come i regimi, iniziano alimentando la dispersione scolastica».
Ripensando poi all’entusiasmo e al clima di unità di quella mattina, il sindaco ha condiviso un’ulteriore riflessione: «Mi è sembrato che la Giornata contro la discriminazione fosse la meno sentita. Per fortuna, nella nostra città questo problema non sembra esistere, e quella mattina c’era una tale coralità e solidarietà che il tema della discriminazione non è stato toccato in nessuno degli interventi: né da me, né dall’Unicef, né dalle dirigenti scolastiche. È il segno che i bambini, su certe questioni, sono molto più avanti di noi».