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Italia, basta un pari ma la Croazia è avversario storicamente indigesto

Terza ed ultima partita del girone per l’Italia di Spalletti: contro la Croazia sarà sfida decisiva per centrare l’accesso agli ottavi di finale

Scritto da

Samuele Vinci

Pubblicato il

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Dopo la vittoria contro l’Albania e la sconfitta con la Spagna, l’Italia è pronta a giocarsi la qualificazione agli ottavi di finale dell’Europeo con la sfida alla Croazia questa sera. Basta un pareggio agli uomini di Spalletti per arrivare secondi ed evitare ogni calcolo per l’eventuale terzo posto, ma sarà una sfida complicatissima, per tanti motivi.

Giocare per vincere

Partiamo dalle caratteristiche della nazionale italiana e da quell’imperativo lanciato da tecnico e calciatori: vincere. Perché, se è vero che agli Azzurri possa comunque bastare un pareggio, allo stesso modo presentarsi a questa delicata sfida con in testa l’obiettivo di guadagnare un punto complicherebbe ulteriormente le cose.

Si gioca per vincere, punto e basta. Il primo testimonial di questo diktat è il numero 10, Lorenzo Pellegrini, attraverso le dichiarazioni rilasciate dal ritiro: “Spalletti vuole una Nazionale che domini la partita. Quello è il nostro obiettivo. Giocare con furore, curando ogni dettaglio per riuscire a essere quello che vogliamo diventare. Con la Spagna non i siamo riusciti, contro la Croazia non possiamo fallire“.

Allo stesso modo e con il medesimo pensiero, anche Matteo Darmian, che potrebbe strappare una maglia dal primo minuto: “Penso che sia sbagliato pensare di avere due risultati su tre a disposizione, questi discorsi non li facciamo, noi scenderemo in campo per conquistare la vittoria”.

Croazia, punti deboli e punti forti 

I punti di forza della Croazia, apprezzati parzialmente nelle prime due partite di questo Europeo, sono la manovra di possesso, abbastanza prolungato per poi trovare le giuste imbucate, e l’inserimento dei centrocampisti. La costruzione delle azioni, in alcuni frangenti, parte direttamente dal basso con i centrali che cercano spesso il lancio per la sponda aerea del centravanti: Budimir o Petkovic.

Ma se dalla difesa arrivano lanci lunghi, il centrocampo trova delle dinamiche di gioco differenti, dove a prevalere è la qualità del palleggio, con trasmissioni brevi che facilitano la transizione offensiva: occhio, infatti, non soltanto alle imbucate per le mezzali ma anche alla velocità degli esterni d’attacco che possono prendere alle spalle i terzini Azzurri.

Come ogni altra nazionale, anche questa Croazia possiede dei punti deboli, emersi senza dubbio nelle prime due gare che hanno portato ad una sconfitta contro la Spagna e al pareggio con l’Albania. In primis, l’Italia potrà provare a sfruttare una difesa non particolarmente rapida, che può subire la velocità dei giocatori avversari: gli inserimenti centrali dietro la linea dei centrocampisti spesso non vengono letti dalla difesa. 

Vedremo una Croazia reattiva? La squadra allenata da Dalic in questi primi 180 minuti, e soprattutto contro l’Albania, ha senza dubbio peccato di aggressività: pressing fin troppo leggero per mantenere equilibrio, atteggiamento che però non ha pagato. Una situazione che ha poi portato – ad esempio – alla rete del vantaggio albanese. 

L’Italia non ha mai battuto la Croazia

La partita di questa sera contro la Croazia corrisponde al nono scontro diretto tra queste due Nazionali, che si sono affrontate in otto occasioni dal 1994 ad oggi. Otto sfide nel corso delle quali l’Italia, tra Europei, Mondiali e amichevoli, non è mai riuscita ad ottenere una vittoria: i precedenti parlano chiaro e riportano uno score di 3 sconfitte e 5 pareggi. Negli gli ultimi tre scontri diretti, a giugno 2012, a novembre 2014 e a giugno 2015 la partita è terminata sempre col risultato di 1-1. L’unico successo azzurro risale all’aprile del 1942, quando le due squadre si affrontarono per la prima volta: in quell’occasione l’Italia si impose 4-0.