E’ un sabato quasi estivo quello in cui il calendario pone il Milan in questo anticipo della trentunesima giornata di serie A. Nelle ultime due settimane è piovuto molto, ma il tempo è cambiato di frequente e in modo repentino. Dal momento in cui esco di casa fino al momento in cui giungo allo stadio la temperatura si alza di diversi gradi.
Il viaggio verso lo stadio
Sulla metropolitana nel tragitto da casa verso San Siro leggo il corriere della sera: tra le notizie del giorno l’apparente rottura da Pd e Cinque Stelle dopo il pasticcio di Bari, in cui il nome del candidato cambia più volte in vista delle elezioni Europee di giugno.
Elly Schlein definisce sleale il M5S, mentre Conte chiede pubblicamente una retromarcia, pena la definitiva rottura del cosiddetto campo largo. A New York terremoto di magnitudo 4.8 scuote fortunatamente senza conseguenze i grattacieli della Grande Mela. Mentre tornando in Italia, l’unico indigato per quanto riguarda l’incidente del 31 dicembre alla festa della Pro Loco di Rosazza, nel biellese, in cui è partito uno sparo dalla pistola del deputato di FDI, Emanuele Pozzolo, è Pozzolo stesso, che continua a rivendicare la sua innocenza non facendo però il nome di chi sia stato, secono lui, a premere il grilletto.
Mentre svoglio le pagine del giornale, a poca distanza da me un gruppetto di tifosi evidentemente occasionali, insieme ai lori bimbi, si fanno spiegare la Curva Sud da uno degli elementi della famiglia che evidentemente frequenta abitualmente la Scala del calcio. Non mancano naturalmente gli aneddoti più verosimili che reali di battibecchi con gli stewart e la forza dell’ordine.
L’ingresso
All’ingresso 8, quello dedicato alla stampa, dopo più di anno di frequentazione della tribuna stampa, l’addetta mi fa notare che nel portale in cui si inseriscono le richieste fi accredito ho inserito al contrario nome e cognome, per questo fatica sempre a trovare il mio accredito.
Le sorrido promettendole di provvedere, ma al contempo mi chiedo perché non me l’abbia fatto notare prima. Arrivo al media center semivuoto, intorno alle 13:30. La partita non è di cartello e probabilmente l’orario non favorisce una grande affluenza di colleghi, che probabilmente per la maggior parte seguiranno la sfida dalle redazioni, mentre svolgono altre incombenze. Invece per le famiglie è l’orario perfetto.
Primo pomeriggio, un sacco di papà coi bambini, e alle 17 si può correre a prendere la mamma per andare al parco, al centro commerciale, alla festa di compleanno dell’amichetto del cuore o alla partita della squadra locale.
Da diverse settimane ormai si parla della possibilità per l’Inter di vincere lo scudetto in faccia al Milan, nell’insolito derby di lunedì 22 aprile alle 20:45. In campionato si era fatto di peggio soltanto ne derby di mezzogiorno del 14 aprile 2017, quando un gol in pieno recuperò si Zapata, che mi aveva scatenato la mia gioia insensata con cori irrepetibili in faccia a un papà coi propri bimbi, e di cui ancora oggi mi vergogno, aveva pareggiato le sorti dell’incontro sul risultato di 2-2 dopo che l’Inter si era portata sui 2-0 grazie ai gol di Candreva e Icardi, alla prima rete nella porta del Milan, l’unica che non era ancora riuscito a violare.
La stagione del Milan
L’inter in questa stagione è nettamente più forte del Milan, che comunque dopo un girone di andata travagliato, si è meritatamente guadagnato la seconda piazza, con sei punti di vantaggio sulla Juve, terza. Da alcuni giorni sto pensando che pur di non consentire ai cugini di brindare alla nostra salute a nostre spese, sarei anche disposto a perdere oggi contro il lecce, o settimana prossima a Sassuolo.
Anche perché L’inter giocherà a Udine e poi in casa col Cagliari, 6 punti praticamente già fatti per la squadra di Inzaghi che pur eliminata dalla Champions League agli ottavi contro l’Atletico Madrid, sembra scoppiare di salute.
Dai 2 schermi del meadiacenter si possono scorgere immagini di presente e passato. Da uno le due sqaudre che hanno iniziato il riscaldamento, i tifosi pigramente adagiati sugli spati, dall’altro un Milan – Lecce del 26 novembre 89 che stranamente ricordo molto bene, nonostante la partita non abbia significato niente di particolare per la storia della società e di quella stagione, in cui un Milan in quel momento in crisi riesce a spuntarla a fatica sui salentini, allenati dal maestro Carletto Mazzone, in tribuna per l’occasione. Risultato 2-0 marcatori Van Basten su rigore e provvidenza Massaro.
In quel Lecce giocano due ex milanisti: il portiere Giuliano Terraneo e il bomber sardo Pietro Virdis. Entrambi molto amati ma soprattutto il secondo, protagonista della dello scudetto vinto coi rossoneri nella stagione 1987/88 e la Coppa Campioni dell’anno seguente.
In tribuna stampa
In tribuna stampa consueto posto dedicato: fila uno posto 6. San Siro è un amplificatore non spolo di emozioni ma anche meteorologico: se fa freddo a San Siro fa ancora più freddo, se la giornata è bella, calda e soleggiata, questo impianto vecchio ma dal sempre immortale fascino sembra brillare di luce propria, al suo interno.
Sembra di essere in quei pomeriggi in cui si va allo stadio presto, in attesa di un concerto, più che di una partita. Anche perché le persone presenti oggi, sono qui più che per l’esperienza più che per la partita. Quando mancano circa 25 minuti all’inizio, i giocatori del Lecce, terminato il riscaldamento, vanno ad applaudire la sparuta presenza di tifosi pugliesi, probabilmente giunti in bus con un viaggio durato molte ore, da ripetere all’inverso dopo la sfida. L’applauso alla loro dedizione è il minimo.
Formazione del Milan
Il Milan scende in campo col consueto 4-2-3-1 di Pioli: Maignan in porta, Calabria, Gabbia, Tomori e Theo Hernandez in difesa, Adli e Reijnders a centrocampo. Sulla trequarti Chukwueze, che nelle ultime partite sembra aver scalato la classifica di gradimento del mister, insieme a Pulisic e Leao. In attacco Olivier Giroud.
La cronaca
Dopo pochi minuti un tiro dal limite dell’esterno Gonzales, termina furi di un palmo, con Maignan immobile. Pericoli Scampato. Al sesto, alla prima occasione da gol il Milan passa: Chukweze sulla destra si incunea in area saltando il suo diretto avversario, serve Pulisic sulla lunetta dall’area col sinistro fulmina Falcone con una conclusione a giro. Un minuto più tardi Pulisic di testa va vicino al raddoppio, il suo colpo di testa è centrale e il portiere respinge. Chukweze è strepitoso in slalom poco dopo, in posizione centrale.
Serve Leao ottimamente posizionato ma la conclusione del portoghese termina in angolo. Al minuto 19 il Milan Raddoppia: angolo battuto alla destra del portiere Giroud sotto misura spizza di testa e la palla si insacca lontano dalla portata di falcone. In seguito, al 29 Gonzales salta altissimo tra due difensori del rossoneri e colpisce la traversa. Tre minuti pi tardi Leao tenta la rovesciata che avrebbe rovesciato in campo tutto lo stadio, ma manca completamente il pallone. Al 44 minuto Kristovic viene espulso per un fallaccio inutile su Chukweze al limite dell’area milanista. L’attaccante del Lecce salta nel tentativo di contendere la palla al nigeriano ma ci va col piede altissimo anziché con la testa. Colpisce in petto l’esterno milanista, l’espulsione è inevitabile. Gotti in panchina è una sfinge. Il primo tempo si conclude senza altri sussulti.
SECONDO TEMPO del Milan
Nell’intervallo prende piede da qualche settimana l’intrattenimento all’americana, come nei palazzetti. Fan Cam, pose buffe, sorrisi, cuori e si anche qui sono arrivate le magliette sparate in tribuna. Il maestro di è come di consueto tizio, alias il milanese imbruttito.
La ripresa inizia con un cambio: nonostante l’espulsione Gotti non cambia assetto alla sua squadra.’ Esce banda ma entra Piccoli, un attaccante per un altro attaccante.
Il 3-0 a zero del Milan è molto contestato. All’Undicesimo Hernandez dà una spallata vigorosa a Almqvist. Il rigore a mio parere ci poteva anche stare, perché la spallata è troppo energica. Sul ribaltamento di fronte Leao si invola e realizza il terzo gol sotto le gambe di falcone.
Le proteste dei leccesi non fanno cambiare idea all’arbitro e il var non interviene. Al sedicesimo della ripresa esce Pulisic in un crogiuolo di appalusi ed entra Musah. La partita è al sicuro e giovedì ci sono i quarti di finale di El contro la Roma. Escono anche Giroud e Gabbia e al loro postano entrano Jovic e Kjaer. Al 64esimo Herndez centra la traversa con un tiro da fuori. Il Milan gioca in scioltezza
Il commento alla partita del Milan
Un Milan in grande salute supera agevolmente un lecce decisamente inferiore. Nonostante l’imbarazzante miise rappresentata dai colori fuxia e viola della terza maglia, apologia e inno all’insensatezza del marketing del calcio odierno sempre più fenomeno di consumo e sempre meno legato alla passione, anch’essa insensata forse, ma più legata alla alla terra, carne e al sangue che alla pecunia, manda segnali importanti sia in vista della conquista di quel secondo posto che, per quanto riguarda il campionato, il risultato massimo ottenibile, ma soprattutto del quarto di finale di Europa League, di giovedì 11 aprile, a San Siro.
Dopo aver messo al sicuro la pratica, nel primo tempo, grazie alle due reti alla espulsione che ha lasciato i salentini in dieci, il secondo tempo è stato di accademia. Leao e Chukweze si sono esibiti in ghirigori che hanno alimentati ululati di stupore, anche se non sempre utili ai fini realizzativi. Il nigeriano è parso che finalmente in forma, sta mettendo in mostra le qualità che l’avevano resto l’acquisto più pagato dell’ultimo mercato.
I migliori in campo
Corsa dribbling e assist, è mancata solo la conclusione in porta oggi, ma aveva già dimostrato in altre partite, anche se meno brillante dal punto di vista della prestazione, che la porta la vede non poco, nonostante la posizione defilata. Pulisic ancora una prestazione da evidenziare, nonostante spostato dal vertice sinistro al centro della trequarti, non ha subito ma anzi ha sfruttato questo cambiamento di posizione per far valere le sue qualità in fase conclusiva. Oltre al gol altre azione pericolose sono targate United States of America.
In Reijnders e Adli hanno comandato il centrocampo amministrando la palla con saggezza e quando serviva, con dinamismo. In difesa il Milan ha subico poco, Gabbia e Tomori sono stati positivi ma senza acuti, per il semplice fatto che non ce n’è stato bisogno.
Hernandez forse troppo ancorato dietro nella prima frazione, nel secondo si è sganciato maggiormente dalla sua mattonella di sinistra più per diletto che per dovere. Il capitano Calabria si è trovato spesso nella metà campo avversaria e posizione centrale, il suo antico spirito da centrocampista, quando sta bene riemerge. E Infine Giroud. Come diveca uno spot degli anni Ottanta, basta la parola. Ancora una volta, si è girato Giroud.