Milan la protesta dei tifosi
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Il Milan supera facilmente il Cagliari, ma San Siro non vibra

Il Milan al piccolo trotto supera il Cagliari con grande facilità. San Siro resta però in silenzio e gli spazi vuoti sugli spalti evidenti

Scritto da

Gius Di Girolamo

Pubblicato il

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Il Milan torna al successo dopo quasi un mese, supera il Cagliari nella sua penultima partita della stagione a San Siro, grazie a un rotondo 5-1 arrivato davvero senza grandi sforzi. Davanti a un Milan col limitatore di giri inserito, il Cagliari si è rivelato poca cosa. Forse la formazione più disarmante vista quest’anno al Mezza. Se Ranieri dovesse riuscire a salvare questa squadra, potrebbe annoverare l’impresa alla voce miracoli, quasi come la Premier vinta con il Leicester. 

Un silenzio rumoroso

In un clima che col passare del tempo e delle partite si fa sempre più surreale, con il gelo sugli spalti e con i vuoti tra un seggiolino e l’altro che si fanno sempre più evidenti, la squadra di Pioli ottiene quel successo che le serviva per blindare definitivamente un secondo posto magari non brillantissimo, ma che secondo posto resta per gli annali. 

La curva, rimasta nuovamente in silenzio, ha esposto due striscioni. Uno recitava “Milano non si accontenta”. Mentre l’altro, dal tono più perentorio reclamava “Noi pretendiamo e meritiamo una società forte e vincente”. 

Che sa più di “fatturo, pago e pretendo”, il che confermerebbe come il tifoso si sia ormai trasformato in consumatore che col biglietto non vuole acquistare soltanto un titolo di ingresso a un evento sportivo, ma la garanzia di successo. Niente male come pretesa. 

Il resto dello stadio si anima nella ripresa

Nel primo tempo sembrava di assistere a un evento di tipo religioso, giubilei vari che generalmente per praticità radunano i fedeli negli stadi. Niente più di qualche battito di mani ritmato e qualche gruppo di bambini che incoraggiavano i rossoneri con cori organizzati dagli accompagnatori.

Nel secondo tempo il silenzio del tifo organizzato deve essere diventato insopportabile per tutto il resto del pubblico, che ha intonato “Forza lotta, vincerai, non ti lasceremo mai” e “Chi non salta è nerazzurro” col disappunto di qualcuno, in curva, almeno così è parso dalla tribuna stampa.

Queste, a lungo, sono state le emozioni più forti della serata, insieme al fatto che per omaggiare le mamme, ogni giocatore portava sulla maglia il cognome materno. E con quello è stato celebrato ognuno dei giocatori al momento della lettura delle formazioni e al momento del gol.  

Milan, una vittoria senza troppa fatica

Sulla partita non c’è granché da dire. Il Milan, come dicevamo in apertura, ha vinto facilmente, con un Cagliari dapprima molto schiacciato negli ultimi trenta metri, fino a quando Bennacer non ha sbloccato il risultato, e poi completamente offerto alle ripartenze della squadra di casa, che ha dilagato.

Solo per una decina di minuti, nella ripresa, i sardi sono riusciti a creare qualcosa in avanti, andando in gol con Nandez, che ha sorpreso Musah alle spalle (non si capisce bene che ci facesse al centro della difesa) e con paio di brillanti interventi di Sportiello, che come secondo portiere si è rivelato preziosissimo.

Sulle frequenti assenze di Magic Mike Maignan bisognerà fare alcune riflessioni, in estate. A che serve avere uno dei migliori portieri al mondo se non lo puoi schierare per la metà della stagione? 

Oltre all’algerino, sono andati in rete Pulisic due volte, Reijnders e Leao. Tutta qui la partita, se si esclude il solito erroraccio di Leao che spedisce in spaccata il pallone sulla traversa da pochi metri. 

In conferenza stampa

Cosi Pioli in sala stampa dopo la partita. Alla domanda sul perché il Milan non abbia sfruttato di più le ripartenze nel corso della stagione risponde che “Forse perché non siamo stati bravi a trovare il vantaggio nel corso delle gare. E forse perché stasera il Cagliari aveva poco da perdere, cercava un pareggio e non ha badato troppo a difendersi. Chiaro che siamo forti in ripartenza, ma se non vai in vantaggio non vi sono spazi da sfruttare”.

Sul perché Tomori, Leao ed Hernandez non abbiano giocato dall’inizio riferisce che “Ho fatto delle valutazioni, sono stati tra i giocatori che hanno giocato di più in questa stagione faticosa ed impegnativa. Non hanno più l’energia e l’intensità di inizio campionato. Ma devo dire che quado sono entrati hanno fatto bene, solo cose positive questa sera”.

L’Europa amara del Milan

Si torna poi sull’eliminazione dall’Europa League, gli viene chiesto se la doppia sfida con la Roma non sia il vero grande rimpianto della stagione. “Il rimpianto è l’Europa in generale. Il nostro girone in Champions League era difficilissimo, come hanno dimostrato Paris e Dortmund che sono arrivate in semifinale. Però abbiamo avuto un paio di occasioni per qualificarci che non siamo riusciti e sfruttare, quello è davvero un grande rimpianto. In campionato si poteva fare qualcosa in più ma tenere testa all’Inter sarebbe stato comunque difficile.

Posizioni e sacrifici

Sul perchè Reijnders sia stato utilizzato più in mezzo al campo che nel ruolo di mezzala o trequartista risponde “E’ un giocatore talmente intelligente e tecnico che più si muove sul campo è meglio è. Non credo però che posizionarlo sulla trequarti lo aiuti, credo sia meglio che arrivi. La sua costruzione dal basso ci da una grande pulizia di gioco e un dinamismo che sono importanti per la sqaudra. Credo che un giocatore come lui debba segnare di più. Comunque ha ampi margini di miglioramento.”

Infine gli chiedono che tipo di giocatore manchi, se un mediano o un centrale di difesa per migliorare la fase difensiva “Non manca né un difensore né un centrocampista. La fase difensiva dipende dall’organizzazione e dell’attenzione e dalla voglia di sacrificarsi. Qualcosa non ha funzionato. Anche nel gol che abbiamo subito oggi”.