Il 7, 8 e 9 maggio si sono tenute presso l’università Statale di Milano le elezioni universitarie. Ancora una volta, come in passato, il dato che fa più rumore è la bassa affluenza. Solo il 13% degli aventi diritto al voto si è recato alle urne, ovvero 7.519 studenti su 58.442. Dato preoccupante visto che le votazioni erano in presenza, a confermare come agli studenti le questioni universitarie interessino relativamente.
Per trovare una percentuale di affluenza maggiore dobbiamo tornare al periodo del Covid 19, quando nel 2020 si toccò il 20%. Dato che lascia il tempo che trova visto che le votazioni erano online.
La domanda che sorge è dunque se sia giusto che le votazioni siano obbligatoriamente in presenza, o se non sia il caso di permettere di votare anche online.
Elezioni, vince Obiettivo Studenti
Si conferma prima lista indiscussa Obiettivo Studenti ottenendo 3193 voti in Consiglio di Amministrazione e 3123 voti in Senato Accademico.
Una vittoria che conferma come l’università appartenga a chi la vive veramente, portando avanti proposte per gli studenti senza mai dimenticarsi che l’università è in primis un luogo di studio, e solo in seguito un luogo di politica:
Studentesse e studenti premiano chi instancabilmente tenta di costruire piuttosto che sabotare, dialogare piuttosto che gridare, con la convinzione che pace e cultura si costruiscono a partire da sé, dalle proprie situazioni e dunque dall’università
Elia Montani, rappresentante di Obiettivo Studenti, a La Verità.
Male le sinistre
Elezioni piuttosto amare per Udu e Unisì, che unitesi quest’anno sotto il nome di Sinistra Unita, non riescono a primeggiare come lista. Si devono accontentare di essere la seconda delle liste in corsa, con 2204 voti in Senato Accademico e 2180 in Consiglio di Amministrazione.
Male anche Studenti Indipendenti che per circa 500 voti perdono agli organi alti anche contro la Sinistra Unita, ottenendo un solo seggio in Senato e restando fuori dal Consiglio di Amministrazione.
Chi non ha ottenuto nemmeno un seggio nei due organi più importanti è Cambiare Rotta, che alle prime elezioni resta dunque esclusa dagli organi accademici.