Arte, cultura e spettacoli, Interviste

Chasing the midnight sun, intervista al regista Dario Di Agostino

La settimana scorsa Valentina Drago è stata alla prima proiezione del docufilm del regista meneghino Dario Di Agostino che racconta l’impresa dell’ultrarunner monzese Ivana Di Martino e del suo team.

Scritto da

Valentina Drago

Pubblicato il

Condividi

Arrivo al cinema Anteo di Citylife di Milano, nel pomeriggio di un lunedì piovoso. La sala gremita, per Chasing the midnight sun. Intervista al regista Dario Di Agostino ma l’atmosfera era ugualmente molto intima: la maggior parte di spettatori e spettatrici era lì per assistere al racconto dell’impresa di una persona cara: Ivana. Che è loro madre, amica, compagna di avventure, coach e anche una figura di riferimento per chi vive con le scarpe da running ai piedi.

Chasing the midnight sun. Buio in sala

Il buio in sala spegne il vociare, mentre lo schermo si illumina dei paesaggi mozzafiato della Norvegia e la voce narrante – la Madre Terra – ci introduce al viaggio che stiamo per compiere insieme ai protagonisti del racconto, investiti di un compito importantissimo: portare il grido di aiuto della natura, la madre di tutti noi, fino a Capo Nord.

Chasing the midnight sun è la trasposizione cinematografica di “In Extremis – Last run against climate change”, l’impresa dell’ultrarunner monzese Ivana Di Martino, che ha corso sette maratone in quattro giorni per coprire la distanza tra Alta e Capo Nord, attraverso i paesaggi meravigliosi della Norvegia per raggiungere l’estremità nord del continente europeo e mandare un messaggio importante: sensibilizzare riguardo al cambiamento climatico. E trasmettere l’urgenza di intervenire per invertire la rotta, per vivere in modo più sostenibile e in contatto con il nostro Pianeta.

Jodago insieme a ecomunicare

La pellicola è prodotta da Jodago srl insieme a ecomunicare, agenzia che ha curato tutto il progetto di comunicazione legato a “In Extremis”, impresa patrocinata dal Comune di Milano. Le musiche originali sono dei musicisti e compositori Christian Labelli e Simone Di Leonardo.

Sono molti i livelli di lettura del racconto, ma quello forse più avvincente e che mi spinge a parlare di vera e propria pellicola cinematografica, è legato all’impresa sportiva estrema. L’eroe, Ivana Di Martino, ha una missione e pianifica la strategia insieme ai suoi aiutanti – la squadra di professionisti che ha preparato insieme a lei la missione, al motto di “Per quattro giorni, Ivana è la nostra unica priorità”.

Abbraccio tra Ivana Di Martino e Dario di Agostino in una sala cinematografica

Il raggiungimento della missione è un percorso fisico, mentale e spirituale, lungo il quale l’atleta-eroe riscopre punti di forza e fragilità e, insieme agli aiutanti, trova nuovi modi di superarli, adattandosi a una situazione estrema in cambiamento. Ivana conduce la sua corsa regolare attraverso vento freddo, pioggia, dislivelli altimetrici, strade strette, fatica, solitudine, ma anche paesaggi incredibili, una natura quasi incontaminata popolata da una fauna fiabesca.

Al termine del film l’emozione sfocia in un grande, collettivo, scrosciante applauso che ci conduce verso un approfondimento con la protagonista del film, Lucio Chiappa, fondatore e CEO di ecomunicare, (agenzia con sedi a Brescia e Milano, ndr) e il regista milanese Dario Di Agostino ci ha concesso una intervista su questo suo recente lavoro.

Dove si è formato Dario Di Agostino?
Ho conseguito una laurea triennale in Comunicazione presso l’Università IULM e poi sono andato a Madrid, in Spagna, per un Master in Regia.

Chi è lei oggi, professionalmente?
Oggi sono un regista, lavoro soprattutto come freelance. Ma non solo. Ho un background da montatore che mi permette di immaginare una scena montata mentre la stiamo girando sul set. E poi, avendo fondato la mia casa di produzione (la Jodago srl, ndr) e lavorando soprattutto con freelance, devo poi occuparmi di formare le squadre, dei budget, della produzione.

Cos’è e cosa fa Jodago?
Jodago è la mia casa di produzione. È nata a fine 2022 dall’esigenza di potermi presentare con una struttura alle varie emittenti o distributori. La qualità delle produzioni credo sia il nostro marchio distintivo: la pulizia delle immagini, le emozioni dei racconti, il trattare temi mai banali. È un settore dove la concorrenza è alta e i background spesso variegati. Noi riconosciamo le specifiche professionalità.

Chasing the Midnight sun. Documentario o docufilm?
È un po’ entrambe le cose. Mi piace definirlo documentario perché è stato proprio il racconto dell’impresa di Ivana Di Martino, che abbiamo seguito insieme al suo team con due operatori in Norvegia praticamente 24 ore su 24, per non perderci nulla di quello che sarebbe potuto accadere. Neanche di notte. Parliamo anche di film perché alcune parti sono state sceneggiate, ma non a livello di finzione, mi riferisco alla scrittura: ho dato voce alla nostra Madre Terra che ci parla e lancia un grido d’aiuto a noi, suoi figli, affinché apriamo gli occhi e iniziamo nel nostro piccolo a fare qualcosa per lei, dimostrando di volerle bene.

Da dove nasce l’idea?
L’idea arriva dopo aver visto il girato dell’impresa. Doveva limitarsi tutto a un breve reportage, ma dopo aver visto le immagini e compreso le dinamiche del team ho pensato che ci fossero tutte le carte in regola per sviluppare un progetto più ampio, più importante, cinematografico. Un progetto che raggiungesse e coinvolgesse maggiormente il pubblico per sensibilizzarlo sul cambiamento climatico. Le sole immagini dei paesaggi norvegesi dovrebbero farci riflettere!

Il documentario è una narrazione che preferisce, come regista?
Sì, amo molto raccontare storie reali, che cerco rimangano tali durante il montaggio.
Mi spiego: in Chasing The Midnight Sun nessuno ha scritto dei dialoghi o una sceneggiatura. La camera seguiva i protagonisti e li lasciava liberi di esprimersi, senza artifizi narrativi.

Dal punto di vista visivo ho inoltre pensato di inserire delle grafiche speciali che potessero restituire l’idea di realismo. Ad esempio, la barra di caricamento che accompagna Ivana dalla prima maratona all’ultima, si muove con lei e il riempimento corrisponde esattamente al km in cui lei si trovava in quel momento. Così come l’orario di inizio e fine delle maratone, la potenza e la direzione del vento, la temperatura corrispondono esattamente ai quei momenti della realtà. I social inoltre riportano esattamente i commenti fatti dalle persone in quel frangente, durante le dirette Instagram.

A livello tecnico qual è stata la sfida maggiore?
A livello tecnico credo che la sfida maggiore sia stata affrontata in montaggio.
Abbiamo registrato più di 50 ore di girato. La sfida è stata guardare tutto il materiale, ordinarlo e creare un racconto. Credo che la differenza tra questo documentario e altri sia che qua abbiamo una storia parallela che accompagna Ivana dalla partenza fino al traguardo. La Madre Terra sceglie lei e il suo team come i prescelti a portare il suo grido di dolore per quello che sta succedendo – la gravità del cambiamento climatico – fino a Capo Nord.

C’è un aspetto particolarmente riuscito e di cui si sente orgoglioso?
Sì, la pulizia delle immagini, la fluidità del racconto e le emozioni che siamo riusciti a creare nel film.
Se devo menzionare una cosa specifica, direi i passaggi tra le varie giornate. É stata una vera sfida poiché in estate c’è sempre luce a quelle latitudini. La presenza del buio avrebbe sicuramente facilitato lo spettatore a comprendere i passaggi di tempo. L’avere sempre la luce in ogni scena, anche in quelle notturne, rischiava di creare confusione nello spettatore, ma siamo riusciti a dividere bene le giornate.

Un altro aspetto di cui vado molto fiero è il lavoro di post-produzione audio e di creazione delle musiche originali. Cristian Labelli e Simone Di Leonardo hanno composto e suonato le musiche lasciandosi ispirare dalle scene montate.
La colonna sonora è nata spontaneamente, passo dopo passo, maratona dopo maratona, cercando di sostenere e comunicare l’intensità e l’urgenza del messaggio di Ivana.

Nel film emerge bene la relazione tra i protagonisti e il lavoro di squadra che ha portato al compimento dell’impresa. Lei è d’accordo?
Certo. Anche questa è stata una sfida affrontata in montaggio. Pur non essendo un film ho voluto dare un’identità a ogni personaggio, o meglio, per tornare al tema del realismo, ho voluto restituire allo spettatore la vera personalità di ciascun membro del team.
Maddalena (fisioterapista e team manager dell’impresa, ndr) ad esempio, è davvero, passami il termine, la sorella maggiore di Ivana anche nella vita. Si conoscono da molto tempo, hanno affrontato molte imprese insieme. Nel film si vede tutto l’amore che Maddi ha nei confronti di Ivana, di come la protegge, la cura, non la lascia sola un attimo, le dà conforto. E questo vale anche per gli altri membri del team, ognuno ha una sua personalità bene raccontata.

Conosceva già il mondo dell’ultrarunning e del running? C’è qualcosa che l’ha sorpreso o colpito particolarmente?
Non conoscevo il mondo dell’ultrarunning. Sono rimasto sorpreso da quanto seguito abbia.
Quando Ivana mi ha parlato per la prima volta dell’impresa che voleva fare e ho iniziato le ricerche sul tipo di sport, sul tracciato in Norvegia, sugli effetti che lo sforzo di compiere sette maratone in quattro giorni poteva avere sul suo fisico, ho capito realmente di cosa stavamo parlando, di una vera e propria impresa.

Tra i suoi lavori anche “Incontri a Srebrenica”, un documentario girato durante un viaggio nei Balcani. Ce ne parla?
Lo definirei piuttosto un corto di poem-fiction, termine che avevo coniato al tempo dell’uscita del video. Non è un vero e proprio documentario, ma un video realizzato in pochi giorni, scaturito dall’incontro con un familiare di una persona deceduta durante il massacro di Srebrenica.
Gli feci un’intervista nel memoriale di Potočari, realizzai delle immagini con la mia reflex, scrissi un testo e chiamai il mio amico Carlo Decio per farlo speakerare. Le musiche sono, guarda caso, di Cristian Labelli.

Chasing the midnight sun è oggi una pellicola pronta alla distribuzione e a circolare nel festival cinematografici, scopriremo prossimamente su quali schermi sarà possibile vederla. Il trailer è disponibile su YouTube.

Ivana Di Martino e Dario Di Agostino in posa acanto alla locandina del film Chasing the midnight sun