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Brugherio, Politica

Candy, sono novanta gli esuberi volontari a Brugherio

Haier aveva calcolato 113 uscite dallo stabilimento brugherese. A gennaio l’incontro tra azienda e sindacati per il futuro della fabbrica. Occhiuto (Fiom): “In Italia manca una politica industriale

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Daniele Cassaghi

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Lo scorso luglio, in piena estate, i vertici di Candy Haier avevano annunciato un piano straordinario di esuberi a Brugherio: 30 operai e 83 impiegati, 113 in tutto. Il tentativo è stato quello di favorire l’uscita volontaria e ai primi di dicembre circa 90 dipendenti hanno accettato di lasciare l’azienda. Tuttavia, sul futuro dello stabilimento le incognite sono numerose. A fine gennaio andrà in scena un incontro tra i dirigenti di Haier, il gruppo cinese che controlla Candy, e i sindacati. La speranza è che venga presentato un piano di rilancio per un’azienda di elettrodomestici che vale circa l’11,6% del mercato e conta circa un migliaio di dipendenti a Brugherio. La paura è che altri tagli al personale si aggiungano a quelli già in corso.

Occhiuto “Chiediamo un futuro industriale per Candy a Brugherio”


La situazione è complessa – riflette il segretario della Fiom brianzola, Pietro Occhiuto – Qualche settimana fa Haier ci ha parlato di una crisi che perdura. Lo scenario è particolare: la crisi rischia di essere pesante”. Candy rimane l’azienda brianzola più ricca per fatturato (oltre 2 miliardi di euro l’anno scorso), ma nel 2023 ha registrato perdite per oltre 217 milioni. E la preoccupazione è che le decisioni dei dirigenti del gruppo cinese siano da lacrime e sangue. “Il timore è proprio quello: che non sia finita lì – conferma il sindacalista – Una cosa che abbiamo detto è che noi vogliamo un futuro industriale in quel sito. Lo abbiamo ribadito e spero che a gennaio arrivino con una proposta in tal senso”. 

Non è solo la Candy a essere in difficoltà. È tutto il settore dell’elettrodomestico a essere in sofferenza, colpito da un consistente calo dei consumi. In Italia, la turca Beko ha già reso noto il piano da 1.935 esuberi in Italia e il dimensionamento dell’impianto di Cassinetta, nel Varesotto. “Siamo in una situazione in cui le multinazionali vengono e nel giro di poco decidono di portare la produzione altrove. Sta già avvenendo per altri concorrenti di Candy. Sembra che ci stiano dicendo che in Italia non si può fare industria in questo settore. E noi non crediamo che sia così”, continua Occhiuto. La stessa Haier aveva scommesso su Brugherio, portando in città la sede di Haier Europe. Ma il vento sembra essere cambiato. Occhiuto ne è convinto: una delle cause sta “Nell’assenza di un indirizzo industriale in questo Paese”.