sabato, Agosto 2, 2025
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Calcio. Semifinale storica per le Azzurre a Euro Women

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La prima semifinale dell’Europeo femminile di calcio sarà Italia contro Inghilterra. Match programmato per il 22 luglio alle ore 21 sull’erba dello Stade de Genève, l’attesa delle azzurre e della tifoseria italiana è fremente per questo appuntamento con la storia.

Si legge ormai ovunque: erano 28 anni che la nazionale femminile non arrivava in semifinale ad un europeo. L’ultima volta che è successo le squadre partecipanti erano solo 8 e tra le capocannoniere di quell’edizione c’era Carolina Morace.

Ma c’è molto altro da scrivere in questa pagina di storia. Ad esempio, che anche le azzurre U17 e U19 hanno raggiunto le semifinali dei rispettivi europei, cosa che ci da ottime prospettive per il futuro.

E che la partita dei quarti della nazionale maggiore è stata vinta contro una Norvegia abbordabile ma fino a quel momento mai battuta nell’era moderna del calcio, ribaltando statistiche e pronostici.

Nella storia ci va anche il CT Andrea Soncin, che per la prima volta in un’intervista utilizza il femminile sovraesteso quando si riferisce al gruppo di lavoro formato da atlete e staff. E in conferenza stampa chiarisce (e ribadisce) che il calcio è uno solo. Una scelta inedita e precisa: è un’indicazione di come la nazionale femminile vuole che si parli di lei e di calcio, dettando la linea per tutto il movimento femminile e per chi dovrà raccontarlo, dai giornalisti agli addetti ai lavori.

Le azzurre protagoniste di Euro Women


Nel racconto che questa nazionale fa di se stessa viene sottolineata la forza del gruppo, esteso anche fuori dallo spogliatoio. In qualche misura ne è stata data anche prova, soprattutto fuori dal rettangolo di gioco: abbiamo assistito a esultanze collettive, che includono l’ex capitana Sara Gama, oggi commentatrice a bordo campo; abbiamo visto sugli spalti le giocatrici escluse dalla rosa stanno continuando a supportare e sentirsi parte della spedizione; non c’è intervista in cui le atlete non arringhino al coinvolgimento del pubblico.

In campo, la “teoria del gruppo” è più simile a qualcosa che chiamerei cambio di mentalità e maggiore consapevolezza dei propri mezzi, anche individuali, che poi possono fare la differenza e contribuire al risultato collettivo.

Tra le individualità più interessanti si riconferma la veterana Cristiana Girelli. Con la rete contro il Portogallo e la doppietta inferta alla Norvegia è in testa alla classifica delle capocannoniere insieme alla spagnola Putellas. Il suo contributo, però, è soprattutto di carisma e punto di riferimento.

Sulla linea difensiva brilla Cecilia Salvai. Una carriera condizionata da infortuni nei momenti chiave, questo europeo è il palcoscenico per mostrare le sue doti di affidabilità, precisione e tenacia. In reparto è in buona compagnia: Lucia Di Guglielmo ha il merito di aver annullato Hansen Graham, pericolo numero uno, nel match contro la Norvegia.

Arianna Caruso è una stella assoluta, una spanna sopra tutte le altre dal punto di vista tecnico e creativo. Le manca forse una sponda vigile che le permetta di finalizzare le giocate. Al suo livello anche Sofia Cantore: se qualche volta la sua prestazione è sembrata opaca, forse è solo per l’aspettativa più elevata che si ha su di lei. La sua risposta sono i due assist al bacio per i due gol del quarto di finale.

Interessante anche l’impatto di forze fresche, come Elisabetta Oliviero e Emma Severini, portatrici di entusiasmo, spensieratezza e qualcosa in più dal punto di vista atletico.

Underdog vs campionesse in carica: cosa ci aspetta

Leitmotiv di questo torneo è la sorpresa. In positivo, della cenerentola Italia che arriva in semifinale gettando il cuore oltre l’ostacolo. In negativo, dell’Inghilterra detentrice del titolo che pure ci arriva, ma mostrando tutti i propri limiti e qualche crepa in un sistema che comincia a vacillare.

La nazionale inglese in questo torneo ha già subìto quattro gol (nella precedente edizione ne aveva incassato solo uno) e ha evidenti problemi in difesa e nel dialogo portiere-centrali. Ha attaccanti come James che possono cambiare una partita: in giornata buona per il meglio, in giornata no per il peggio.

Di contro, con il ribaltone ai quarti contro la Svezia (2-3 per le inglesi ai rigori, dopo una gara che sembrava chiusa dalle svedesi), l’Inghilterra ha dimostrato la qualità delle riserve e la capacità di schierarle al momento opportuno.

Non è impossibile da affrontare, ma resta un’avversaria temibile e contro la quale ogni errore può essere fatale.

Non succede, ma se succede…


Con tutta la scaramanzia del caso, se le azzurre dovessero avere la meglio e raggiungere la finale, l’avversaria sarebbe la vincente tra Spagna e Germania, in campo mercoledì 26 alle 21.
Nel 1997, Carolina Morace &co., dopo aver battuto la Spagna in semifinale per 2 a 1 incontrarono la Germania in finale. Terminò con un secco 2 a 0 per le tedesche, ma se la storia dovesse ripetersi non sarebbe così male.

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