Uno dei motivi principali per il quale il mio programma di Difesa Personale Educativa è rigorosamente diviso per fasce di età, è la necessità di seguire ragazzi e ragazze nei diversi rischi a cui vanno incontro durante le diverse fasi della loro vita.
Fenomeni come bullismo e cyberbullismo, non solo sono in forte crescita, ma si presentano in età sempre più precoce. Spesso proprio i più piccoli subiscono o esercitano questo tipo di violenza senza avere ben chiaro di cosa si tratti.
E la dinamica peggiora con il crescere dell’età. Il luogo più comune è la scuola. Qui vittima e bullo si ritrovano faccia a faccia quasi ogni giorno, questa consapevolezza porta la vittima in uno stato d’ansia costante. Ogni mattina sa che dovrà andare a scuola, incontrare il bullo e suoi gregari e subire, finché non tornerà a casa.
È necessario, dunque, formare psicologicamente ragazzi e ragazze, metterli nella condizione di comprendere il modo di pensare di un bullo. E, in questo modo, insegnare loro come non farsi scegliere.
Bullismo, una definizione
Ma partiamo dal principio: che cos’è il bullismo?
È un disequilibrio tra chi è più forte verso chi è più debole, si manifesta con dimostrazioni di violenza, fisica o psicologica, intenzionale e persistente, quasi sempre davanti ad un pubblico che rende in qualche modo lecito questo comportamento.
Ci sono due tipologie di bullismo
- diretto, che può essere verbale o fisico e si manifesta attraverso spinte, pugni, minacce, insulti, derisioni, nomignoli
- indiretto, ossia realizzato tramite esclusione o isolamento sociale, allontanando una persona da un grippo, dai giochi attraverso pettegolezzi e calunnie
La relazione bullo-vittima è influenzata da una serie di variabili come età, classe sociale, famiglia, personalità, cultura.
Chi esercita bullismo mette in atto condotte discriminatorie. A seconda della persona a cui sono rivolte o della motivazione che sta alla base di molestie e persecuzioni, la discriminazione può essere
- omofobica
- razziale
- contro persone con disabilità
- sessuale
Gli attori coinvolti: il ruolo del pubblico
Nella condotta di bullismo ci sono più di due persone coinvolte. Gli attori coinvolti sono il bullo e i suoi seguaci, la vittima e eventuali alleati, altre persone che costituiscono il pubblico.
In questo articolo voglio proprio concentrarmi sull’importanza del pubblico, ovvero degli spettatori, nella condotta di bullismo.
Spettatori Dannosi (Hurtful Bystanders)
Sono coloro che istigano, incitano, ridono, filmano con il cellulare, insultano, oppure restano dei silenziosi osservatori. In ogni caso è una partecipazione attiva alla violenza.
Spettatori Utili (Helpful Bystanders)
Sono i difensori della vittima, intervengono, scoraggiano il bullo, corrono a chiamare soccorsi. Per questo hanno un ruolo fondamentale nel contrastare la discriminazione di quel momento e nella lotta contro il bullismo.
Se non c’è pubblico non c’è spettacolo
Immaginate un teatro, con alcuni attori sul palco e dalla parte del pubblico solo dieci sedie occupate su centocinquanta posti disponibili. Man mano che la recita prosegue quei pochi spettatori iniziano ad alzarsi e andarsene uno dopo l’altro lascando il teatro vuoto. A quel punto la commedia non ha senso di esistere, gli attori sconsolati e anche infastiditi non hanno altra scelta che chiudere il sipario.
Ecco, il bullismo funziona allo stesso modo. Assistere ad un atto di violenza e rimanere a guardare senza apparentemente fare nulla di male, in realtà significa contribuire in prima linea a quel gesto aberrante.
Ora, immaginate se davanti ad un atto simile nessuno si fermasse a guardare se non per pochi secondi e solo per dire di smetterla. Non è necessario intervenire per forza: è sufficiente chiamare i soccorsi, che sia un professore o il 112. Oppure, se in un contesto isolato, urlare “Aiuto, al fuoco!” per attirare l’attenzione.
Immaginate di ricevere un video di un’aggressione di un bullo ai danni di un ragazzo o una ragazza sul cellulare. E immaginate che nessuna delle persone che lo riceve lo faccia girare, nè parli dell’episodio, ma continui solo a mostrare amicizia, vicinanza e confidenza alla vittima senza tenere in considerazione il bullo e i suoi seguaci.
Secondo voi quanto potranno durare certi episodi? Quante volte si potranno ripetere?
Il bullismo è sempre esistito
Il bullismo non è un fenomeno nuovo, negli ultimi anni però questo fenomeno di violenza è cambiato, si è evoluto è diventato più forte e più spietato. Internet e i social media costituiscono dei vantaggi spaventosi per lo sviluppo del bullismo, perché consentono di perpetrarlo in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, protetti dall’anonimato, persistendo negli anni.
Spesso chi compie del cyberbullismo nemmeno si rende conto della gravità del danno perché non avendo uno scontro faccia a faccia non vede la reazione della vittima, nella maggior parte dei casi è a casa sua con davanti uno schermo e non una persona. Questo lo fa sentire protetto, al sicuro. E non empatizza con la vittima.
Il cyberbullismo esce dai confini fisici di un luogo preciso, ad esempio la scuola, e costringe la vittima a ri-subire l’umiliazione ripetutamente e davanti a chiunque, i video fanno il giro del web, non è affatto facile far finta di niente, tornare a scuola e girare come se nulla fosse successo, perché le prese in giro e le umiliazioni sono costanti rendendo le vittime troppo deboli per sopportarle.
Alcuni consigli per contrastare e difendersi dal bullismo
1) Non rispondere mai a sms – post social molesti – e mail – commenti offensivi sui social
se vi infastidiscono limitatevi a cancellarli e bloccare le persone
2) Salvare “le prove”: salvate tutti i segni delle molestie (date e orari) denunciate alla polizia postale
3) Confrontarsi e parlare con un adulto o una persona fidata. Non bisogna fare l’errore di pensare di essere soli o di poterla risolvere da soli.
4) Un consiglio rivolto a bulli e spettatori: mettetevi nei panni della vittima per un secondo e pensate a come vi sentireste