Bihac città
Arte, cultura e spettacoli, Interviste

Bihac e il collegamento con l’Italia: una storia di speranza (Parte I)

Articolo a cura di Ines Gredelj. L’Italia e la Bosnia si incontrano. In un viaggio che scopre i profondi legami tra la città di Bihać e il comune italiano di Bondeno

Scritto da

Gius Di Girolamo

Pubblicato il

13 Gennaio 2025

Condividi

Nel cuore della Bosnia Erzegovina, immerso nel verde della natura incontaminata e lungo le rive di un fiume cristallino, si trova Bihać. Una città la cui bellezza e spirito resistono alla prova del tempo. Circondata da cime montuose e intrisa di una storia ricca, Bihać è come un gioiello nascosto il cui splendore luminoso attira lo sguardo di viaggiatori ed esploratori.

Nel 2023, la città ha accolto il fotografo freelance italiano Angelo del Negro, il cui viaggio dall’Italia a questo angolo della Bosnia ed Erzegovina è stato ispirato da una storia ascoltata da una sua vecchia amica. Sebbene siano passati più di trent’anni dagli orrori della guerra, lo spirito di unità e speranza è ancora vivo in questa città, ed è proprio questo che ha attratto Angelo.

La sua visita non è stata solo un altro viaggio, ma un incontro con il cuore di Bihać – una città che ha affrontato molte sfide, ma che è rimasta indissolubilmente legata alla sua cultura e alla sua anima. Anche se alcuni potrebbero aver visto Angelo come un estraneo, Bihać lo ha accolto a braccia aperte. Angelo ha percepito il battito della città in ogni passo, in ogni sorriso, e questo è stato l’inizio della sua emozionante storia. Attraverso il suo obiettivo, Bihać non era solo un luogo sulla mappa, ma un vivace ritratto di comunità, forza e speranza per un domani migliore.

Intervista al fotografo Angelo Del Negro


Quali emozioni ha provato mentre fotografava persone e luoghi a Bihać? Può condividere un momento speciale che l’ha particolarmente colpita?

“Il momento più toccante è stato quando la signora Adila, la nonna di Harun, mi ha incontrato per la seconda volta nel 2024. Mi ha abbracciato come un figlio, e anche se non avevamo nessuno che ci aiutasse con la lingua, siamo riusciti a comunicare grazie alla forza dell’amore. In generale, mi hanno colpito tutte le situazioni in cui le porte delle case mi sono state aperte, nonostante fossi uno straniero, e il desiderio delle persone di condividere, anche quando avevano poco”.

Come fotografo, come è riuscito a catturare l’essenza del club di calcio “Jedinstvo Bihać” nelle sue foto? Quali aspetti della storia e dello spirito del club ha cercato di trasmettere attraverso il suo lavoro?

“L’unione dei ragazzi e la forza del loro carattere. Non è la forza dell’esibizionismo che spesso vediamo negli atleti, ma una forza autentica e sincera di chi deve combattere con tutte le proprie forze, sia nello sport che nella vita, per raggiungere i propri obiettivi”.

Secondo lei, quale ruolo svolge Jedinstvo Bihać nella struttura emotiva della comunità? In che modo contribuisce allo spirito e all’identità degli abitanti di Bihać?

“Il calcio, come tutti gli sport, svolge un ruolo importante nella comunità. Anche se a volte può dividere, quando praticato seriamente e con onestà, ha una funzione educativa e porta unità. Inoltre, ha il compito di offrire due ore di sollievo a chi conduce una vita difficile. Mi ha colpito molto l’atmosfera appassionata allo stadio, che porta ancora molti segni delle sofferenze del passato”.

Come hanno espresso le loro emozioni i giocatori e i tifosi di Jedinstvo Bihać durante la partita o l’evento comunitario che hai documentato?

“Il mio incontro con i giocatori è avvenuto in un momento molto delicato della stagione. Ho percepito un’atmosfera di tensione e concentrazione. Tuttavia, c’era anche molta speranza e positività. Le persone riflettevano queste emozioni, un misto di fiducia e timore per il risultato delle partite. Mi è piaciuto molto sentire l’unità tra tutti”.

Il legame tra Bihac in Bosnia e Bondeno in Italia


In un viaggio che scopre i profondi legami tra la città di Bihać e il comune italiano di Bondeno, viene evidenziata l’eccezionalità del legame fraterno che si estende attraverso la storia. Sebbene siano geograficamente separate queste città condividono qualcosa che trascende la semplice distanza fisica: una connessione forte e profondamente radicata che è fiorita nonostante le sfide delle guerre e delle barriere linguistiche.

Bihać e Bondeno sono diventati città gemelle durante l’era della ex Jugoslavia attraverso il programma “Città Amiche”. Nonostante i potenziali ostacoli, le autorità locali di entrambe le città si impegnano a mantenere questo legame, promuovendo scambi culturali, progetti artistici e iniziative economiche. Questa cooperazione consente ai residenti di entrambe le città di connettersi, condividere esperienze e imparare l’uno dall’altro.

Un gesto particolarmente ispirante è stata la decisione di Bondeno di intitolare il proprio centro sportivo alla città di Bihać, dimostrando così profondo rispetto e amicizia nei confronti della sua città gemella. Questo gesto illustra chiaramente l’importanza e la profondità del sentimento in questo legame, che è molto apprezzato e coltivato a livello locale.

Nonostante tutte le sfide poste dalle guerre e dalle barriere linguistiche, Bihać e Bondeno continuano a coltivare la loro fraternità, sottolineando l’importanza della cooperazione e dell’amicizia internazionale. Questo legame non è solo una formalità; rappresenta un simbolo di solidarietà e amicizia tra persone di diverse parti del mondo, evidenziando il potere della collaborazione nel plasmare un futuro migliore per tutti. L’entusiasmo e l’interesse accompagnano le città gemelle di Bihać e Bondeno anche nelle discussioni su questioni significative che riguardano le loro comunità.

La lettera del sindaco Saletti alla città di Bihac


Nel 2016, durante una riunione del consiglio comunale a Bondeno, il tema della crisi dei migranti in Bosnia è emerso improvvisamente, diventando oggetto di preoccupazione e discussione. Il sindaco di Bondeno, Simone Saletti, ha recentemente inviato una lettera al sindaco di Bihać, con il quale Bondeno è gemellato da quarant’anni, esprimendo preoccupazione per la difficile situazione dei migranti.

Sono state avanzate richieste per un’analisi dettagliata della situazione e delle future intenzioni politiche delle autorità locali. La discussione ha messo in evidenza la questione della solidarietà verso i migranti; tuttavia, il sindaco ha sottolineato che ritiene che tali azioni sarebbero inadeguate, considerando che la migrazione è una competenza internazionale che dovrebbe essere affrontata a livello dell’Unione Europea.

Il sindaco Saletti ha suggerito che, invece, l’attenzione dovrebbe essere rivolta a una discussione seria sul futuro del legame fraterno tra Bondeno e Bihać. Ha evidenziato che Bihać ha subito cambiamenti significativi a livello sociale e politico dal 1982, rendendo essenziale considerare come questa cooperazione possa continuare a essere reciprocamente vantaggiosa.

Dialogo tra le due città


Ma il legame tra Bihać e Bondeno rimane significativo e attuale. Le discussioni a livello locale dimostrano quanto siano impegnate queste città a affrontare i problemi e a migliorare la cooperazione reciproca.
Anche se questa notizia è stata pubblicata alcuni anni fa, è chiaro che il legame tra Bihać e Bondeno continua a rivestire grande importanza per le comunità locali di entrambe le città.

Sebbene le situazioni e le circostanze possano essere cambiate nel tempo, l’amicizia profonda e la collaborazione tra queste due città rimangono indelebili. Il dialogo riguardo alla crisi dei migranti e il gemellaggio con Bihać rivelano come queste città continuino a sforzarsi per affrontare i problemi attuali e trovare soluzioni che possano beneficiare le loro comunità.

– articolo a cura di Ines Gredelj