Roberta è una ragazza di 22 anni che vive con i suoi genitori alla periferia di Milano. Solare, sportiva e studiosa, ha moltissimi amici con i quali passa week end e serate a divertirsi e a ridere. E’ anche molto bella, caratteristica che unita al suo carattere esplosivo e simpatico, la rendono una delle ragazze più ambite del paese, anche se, molto decisa e selettiva, non è facile rubarle il cuore. Aveva avuto solo un fidanzato nella vita, poi quella storia era finita a causa del carattere troppo geloso di lui.
Luca, il nuovo arrivato
Una sera, nella sua compagnia di amici, compare un ragazzo nuovo, Luca, cugino di Giulio, suo grande amico di infanzia, che lei trova immediatamente e insolitamente interessante. Dopo svariati mesi di assoluta amicizia, Roberta capisce che Luca le piace proprio, ne parla con le amiche per ore e per giorni. Non riesce a capire come mai lui non l’abbia ancora invitata ad uscire: è sempre premuroso con lei, quando escono tutti insieme a mangiare una pizza o a bere qualcosa le siede sempre accanto, parlano molto, nota sempre un cambiamento nella sua pettinatura oppure nel suo modo di vestire. Le fa i complimenti, le manda messaggini chiedendole come sta, come è andato l’esame. Insomma era evidente che ci fosse un interesse….e allora perché non faceva “il passo”? Cosi, su suggerimento delle amiche, decise che lo avrebbe fatto lei.
Gli mandò un messaggio simpatico invitandolo a bere qualcosa da soli, venerdì sera. Lui rispose subito con entusiasmo e lei esplose di gioia. Finalmente! Era al settimo cielo e passò l’intera settimana a fantasticare su come sarebbe stato, passando in rassegna tutto il suo guardaroba.
Roberta, il lento avvicinamento alla serata tanto attesa
Arrivò venerdì, con una lentezza incredibile. Optò per trucco leggero come era solita fare, due gocce del suo profumo preferito che tendeva a usare solo il sabato sera o per le occasioni speciali, si stirò i capelli e indossò una camicetta scura e un paio di jeans aderenti, che adorava per come le fasciavano il fisico atletico. Quindi scarpa con tacco classica e borsetta coordinata. Si piaceva, niente di vistoso o provocante ma un giusto casual da risultare comunque elegante.
Alle 21:00 in punto Luca era sotto casa sua, salutò tutti i familiari con un gran sorriso e scese le scale di corsa. Salita in auto, si salutano con due bacini sulla guancia, ricevette subito un tenero complimento su quanto fosse bella, dopo di che partirono. Non fece in tempo a realizzare che ancora non erano usciti dal paese quando lui, dopo circa un chilometro, virò a destra addentrandosi un una strada buia e senza uscita, che portava alla prima fabbrica alla zona industriale.
Mentre lei, confusa, si guardava attorno chiedendosi come mai avesse preso quella strada, lui parcheggiò l’auto di fronte a un muro, spense i fari e si slacciò la cintura. Incredula e ammutolita, lei voleva solo andare a bere qualcosa da soli, voleva conoscerlo meglio, voleva divertirsi e sì, magari anche baciarlo, ma non voleva fare sesso! Sicuramente non in quel modo. Cercò di ribellarsi ma si scoprì letteralmente paralizzata quando lui le saltò addosso e le strappò via i jeans, non capacitandosi nemmeno di come ci fosse riuscito e, senza dire una parola, lo lasciò fare.
A casa e buona notte
Quando finì, si rivestì in fretta e la riaccompagnò a casa, come fosse tutto normale. Le diede anche la buona notte. Erano le 21:35, non poteva rientrare a quell’ora e in quello stato emotivo, così chiamò la sua migliore amica e piangendo le raccontò tutto. Ne parlò con altre amiche che, per quanto cercarono di confortarla era evidente che non le credessero del tutto: “Ma dai, Luca??Cosi bello, gentile, simpatico, diciamo più che ti sei pentita per non sembrare una poco di buono, avendolo fatto alla prima uscita”.
In famiglia non raccontò niente, si vergognava troppo. Lo disse anche a Giulio, che dapprima reagì difendendola, ma poi, sentendosi schiacciata dai giudizi delle sue amiche, confusa dal comportamento di Luca che risultò impassibile, ritrattò perdendo anche la fiducia del suo amico.
Ritrattò tutto quanto, non denunciò mai il fatto, si prese la colpa e le andava bene così, purché questa storia non diventasse di dominio pubblico. Si sentiva sporca e in colpa, decise che sarebbe andata avanti con la sua vita fingendo che non fosse mai successo niente. Ma è successo.
Un incubo incancellabile per Roberta
Sono passati più di 25 anni da quell’episodio e Roberta lo ricorda come se fosse ieri. Ricorda l’emozione prima dell’uscita, ricorda come le si è fermato il cuore quando ha capito cosa le stava facendo quella persona che conosceva, di cui si fidava, un suo amico che sperava diventasse il suo ragazzo. Ricorda di non essere stata creduta, ricorda i giudizi e le accuse mosse da quelle che dovevano essere le sue amiche, persone che dicevano di volerle bene.
Ci insegnano fin da piccoli a non dare confidenza agli sconosciuti, ci terrorizzano su quello che potrebbe capitarci se ci fidiamo di una persona che non conosciamo, ma nessuno dice mai una parola d’avvertimento su chi invece frequentiamo tutti i giorni, sulle persone di cui lecitamente ci fidiamo. Parenti, amici, insegnanti, quando le intenzioni non sono buone ci sono sempre dei segnali d’avvertimento che ci dicono che qualcosa di brutto potrebbe accedere.
Nel caso di Roberta non era affatto semplice fare una previsione di questa entità, il piano d’azione messo in atto da Luca è stato eseguito con vera maestria. Quando dico che questi individui sono dei veri esperti nell’evitare che la vittima riconosca i segnali di sopravvivenza, penso sempre a Luca.
Queste persone non hanno fretta di agire, al contrario, sanno che ci vuole tempo, nel frattempo perfezionano i dettagli conoscendoti meglio. Roberta non la biasimo per niente, era nel suo ambiente sicuro, con amiche e amici di anni, l’unica domanda che mi ha fatto è stata se si poteva prevedere ciò che è successo?
La prevedibilità della violenza
Senza darle nessuna colpa, perché era davvero molto difficile, la mia risposta è stata “Si, la violenza in sé è prevedibile”. Ciò che non ci lascia la possibilità di fare previsioni è la nostra scelta di ignorare segnali e sensazioni e soprattutto il rifiuto di credere che tutti possono essere violenti, la nostra convinzione che siamo divisi in “buoni” e “cattivi”, l’ostinazione nel pensare che solo i mostri commettono crimini, è questo che non ci permette di prevedere un atto di violenza.
Luca la trattava come se le piacesse, la corteggiava, le dava attenzioni, si premurava per lei, però senza mai sbilanciarsi. Non le ha mai chiesto di uscire e non le ha mai detto espressamente che le piaceva, non è mai andato oltre il consentito, e questo comportamento ha obbligato Roberta a pensarlo continuamente, l’ha confusa, chiedendosi se le piaceva davvero e come mai non la invitava ufficialmente; se lui provava affetto e attrazione per lei allora perché non ha mai provato a baciarla?
Le faceva i complimenti e la trattava con i guanti, sempre gentile e rispettoso è sempre stato perfetto, TROPPO perfetto, quel TROPPO è sinonimo di anomalia, ed è un campanello d’allarme, che se riconosciamo dobbiamo imporci la forza di seguire ciò che ci dice perché, come dicevo, i segnali arrivano forte e chiari, ma scegliamo di non ascoltarli impossibilitati a credere che una persona che conosciamo possa farci del male. Ma può.