Asfalti Brianza
Politica

Asfalti Brianza, i cittadini non mollano “C’è il fresato da smaltire”

Dopo anni di battaglie i cittadini di Concorezzo e dei comuni limitrofi hanno visto accolte le loro istanze e le loro preoccupazioni hanno visto riconosciuto il fondamento: Asfalti Brianza se trasferirà al sud. Resta però il nodo legato alla bonifica dell’area in cui l’azienda ha operato in questi anni

Scritto da

Stefano Reccagni

Pubblicato il

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È finalmente finita la battaglia portata avanti da numerosi cittadini e dai comuni di Concorezzo, Brugherio, Agrate e Monza, contro Asfalti Brianza, l’azienda con sede a Concorezzo, che produceva bitume e da numerosi anni era ormai indagata per emissioni cancerogene, odori acri e forti rumori che infastidivano i cittadini del luogo.

Abbiamo intervistato due figure che hanno avuto un ruolo fondamentale per raggiungere questo obiettivo e che ci hanno aiutato a ricostruire quanto successo negli ultimi dieci anni: Michela Martinengo, membro del Comitato di Sant’Albino e Francesco Facciuto, consigliere comunale di Concorezzo della lista La Rondine. 

Il Comitato di Sant’Albino e La Rondine hanno collaborato per risolvere questo problema, come ci dice Francesco Facciuto, “Abbiamo messo in campo un buon lavoro che ha coinvolto una cinquantina di amministratori pubblici del luogo.”

Martinengo e il comitato di Sant’Albino


Michela, quando è iniziato tutto questo?

L’azienda si è trasferita a Concorezzo nel 2012, noi già nel 2014 abbiamo iniziato a raccogliere delle segnalazioni per le emissioni. Inizialmente si è sottovalutato il disturbo creato alla popolazione, si pensava fossero solo delle lamentele ingigantite dalle persone del luogo, ma poi il tempo ci ha dato ragione.

C’è stato un momento di svolta anni dopo?

L’estate del 2019 è stato il momento clou, perché il comune di Concorezzo ha concesso un nuovo bruciatore ad Asfalti Brianza. Per noi cittadini è stata un’estate tragica, abbiamo raccolto più di 900 segnalazioni, la gente non respirava, vi era un odore acre”.

La pericolosità delle emissioni era già chiara nel 2019, l’area circostante era superiore al limite cancerogeno previsto dalla legge” aggiunge Facciuto.

La questione è poi portata alla luce dai di numerosi comuni coinvolti, da un servizio delle Iene e con l’inserimento di ARPA, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e ATS Brianza.

Dopo numerosi controlli l’azienda è stata messa nell’impossibilità di lavorare, la procura ha iniziato il procedimento per quanto riguarda l’illecito sui rifiuti.  Non vi è mai stata una registrazione dei materiali in entrata e in uscita dall’azienda. Questo cumulo di materiale è su un terreno che non impermeabilizzato, quindi potrebbero avere un impatto importante sul terreno sottostante” racconta Martinengo.

Asfalti Brianza, Facciuto non molla la presa


E nel luglio del 2024 arriva un grande traguardo, Asfalti Brianza presenta la cessazione di attività, ma non finisce qua la lotta.

C’è una certa contentezza ma adesso dobbiamo ancora chiudere un punto – sottolinea Facciuto – vi è una montagna di fresato da smaltire, il cumulo di rifiuti ha portato alla chiusura, ma oggi porta con sé dei rischi, vicino vi è un pozzo di BrianzAcque. Ciò che non sappiamo è la provenienza e la composizione del fresato, e questo ci spaventa”.  Un’idea condivisa sia da Francesco Facciuto che da Michela Martinengo, che si dicono “Pronti a fare questo ultimo passo”.

Soddisfatto ma non del tutto, chiediamo a Facciuto se secondo lui questo traguardo è stato raggiunto tardivamente, ed ecco la sua risposta: “Io credo che questo caso sia l’esempio di ciò che non funziona nei processi amministrativi. Vi è stato un meccanismo di rimpallo delle responsabilità che ha causato ritardi . La procura ha avuto un ruolo centrale, è riuscita a scavalcare tutte le questioni burocratiche in poco tempo e a far cessare momentaneamente, e poi definitivamente, l’attività.”

Un capitolo che dunque non sembra essere ancora chiuso. “No, non ancora, abbiamo fatto passi importanti ma ci sono ancora delle cose da sistemare. L’area deve essere bonificata e questo non deve ricadere sui cittadini ma solamente sull’azienda, e il secondo ma più importante obiettivo è non permettere ad altre attività di insediarsi in quel territorio con quel tipo di produzioni impattanti sulla salute.” 

Finisce, o quasi, il braccio di ferro iniziato dieci anni fa tra i cittadini di Concorezzo e Asfalti Brianza, una decade che ha visto coinvolte numerose autorità ma che porterà sempre l’impronta attiva dei cittadini, protagonisti fin dall’inizio e che ora dopo anni possono tirare un primo sospiro di sollievo, e di aria buona.

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