Arte, cultura e spettacoli, Musica

Andrea Staglianò: le sue “Canzoni sulla fine” e un nuovo inizio

l cantautore brugherese, ex Wet Floor, racconta il suo primo album solista in questa intervista esclusiva

Scritto da

Federico Testa

Pubblicato il

26 Febbraio 2025

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Andrea Staglianò, in arte Staglia, è un cantautore brugherese classe ‘89. Dopo 18 anni con la band Wet Floor, con cui ha pubblicato tre dischi, ha intrapreso la carriera solista. Il suo primo album, Le canzoni sulla fine, è un progetto intimo ed essenziale, in cui chitarra e voce restano al centro della sua identità musicale.

Ecco le prossime date del suo tour: 

  • 1° marzo – RELEASE PARTY al Tambourine di Seregno
  • 15 marzo – 98 ottani, Quarto d’Altino (VE)
  • 25 aprile – Festa della Liberazione a Lodi
  • 3 maggio – Antibiotic fest, The Cult ad Abbiategrasso (MI)

L’intervista a Staglia, a.k.a. Andrea Staglianò


Andrea, ho sentito l’album tra ieri e oggi e volevo farle i complimenti, è molto bello! È il primo progetto solista, giusto?

Sì, è il mio primo progetto solista. Ho suonato per 18 anni in una band, i Wet Floor, con cui abbiamo fatto tre dischi. Poi, due anni fa, abbiamo smesso di suonare insieme.

Immagino che il processo di creazione sia cambiato molto.

Sì, tantissimo. Con la band eravamo in quattro, e anche se avevo un ruolo centrale nella scrittura – perché i testi e le bozze musicali partivano quasi sempre da me – il risultato finale era sempre frutto del lavoro di tutti. In questo disco, invece, ho fatto tutto da solo: dalla scrittura alle produzioni, fino a suonare ogni strumento in studio. Certo, ho avuto il supporto del produttore con i suoi consigli, ma stavolta ogni decisione spettava solo a me. È bello perché hai il controllo totale, ma è anche difficile perché non hai il confronto con gli altri.

Nella band era chitarrista e cantante. Ho notato che la chitarra è una costante in tutte le tracce dell’album da solita.

Assolutamente sì. Non sapevo nemmeno se avrei continuato come solista, anzi, inizialmente volevo smettere di suonare. Poi mi hanno chiamato per alcune situazioni in acustico, e ho capito che mi trovavo a mio agio. Da lì è nata la decisione di andare avanti, partendo da chitarra e voce, che sono la mia essenza. Nel disco ho aggiunto qualche elemento in più, ma dal vivo l’essenza rimane la stessa.

Quindi il live sarà molto simile al disco?

Sì, ci saranno pochissime differenze. Anche la percussione che senti è un pedalino, uno Stone Box, che suono con il piede mentre canto e suono la chitarra. Certo, in studio ho aggiunto qualche sovraincisione, come il pianoforte o qualche chitarra elettrica in più, ma l’idea era quella di mantenere un suono diretto e vivo.

Sì, si sente molto questo approccio. Rispetto a produzioni più elaborate e costruite in studio ha scelto qualcosa di più essenziale.

Esatto. Nulla contro chi lavora in modo super prodotto, anzi, ci sono artisti che lo fanno con grande qualità. Ma io volevo un disco che fosse il più possibile diretto e sincero, senza troppe sovrastrutture. Anche il titolo, Le canzoni sulla fine, è senza fronzoli: dice esattamente quello che è.

Ha già un tour in programma?

Per ora ho la data di presentazione del disco, il 1° marzo al Tambourine di Seregno, che è un po’ il mio locale di casa. Poi ho già fatto alcune date a gennaio, come il New Age di Treviso e il Vicolo a Milano, e altre ne stanno arrivando: il 15 marzo in Veneto, il 25 aprile a Lodi, a maggio Abbiategrasso. Sto organizzando tutto da solo, senza management, per avere più controllo e fare le cose in modo genuino.

Quindi sta costruendo tutto da solo, sia a livello musicale che organizzativo?

Preferisco avere contatti diretti con chi organizza le serate, piuttosto che affidarmi a qualcuno che magari si limita a piazzarti da una parte o dall’altra senza reale coinvolgimento. Penso sia la cosa migliore per un artista emergente come me. Ho la fortuna di avere contatti costruiti negli anni con la band, e ora sto cercando di ampliarmi.

La vostra band, i Wet Floor, andava forte, vero? Io probabilmente sono troppo giovane per conoscerla, sono del 2002.

Ah, cavolo, mi fai sentire vecchio! Noi abbiamo iniziato nel 2005, quando tu eri ancora un bambino! Siamo nati a Brugherio, poi abbiamo suonato soprattutto in Lombardia, ma anche in altre città come Roma e Faenza. Ora sto ripartendo da zero con questo progetto solista, e pian piano si stanno costruendo nuove opportunità.


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