“No comment”. Dopo che la stampa ha puntato i riflettori sul nome di Vincenzo Imperato, nel contesto del cosiddetto “caso Calabretta”, l’attuale assessore allo Sport di Brugherio preferisce non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Imperato, è bene ribadirlo, non è tra gli indagati nella vicenda giudiziaria che lo scorso mese ha coinvolto l’attuale capogruppo di FdI, Giuseppe Calabretta, e l’ex sindaco di Cologno, Angelo Rocchi. Tuttavia, la stampa locale riporta una serie di intercettazioni che farebbero riferimento a un tentativo, da parte di Calabretta, di agevolare l’assunzione di un parente di Imperato al Comune di Cologno durante gli anni della giunta Rocchi. Il tutto all’insaputa del parente stesso.
Il concorso pubblico 2021
in sintesi, i fatti. Una persona vicina a Imperato ha partecipato a un bando pubblico per una posizione all’interno del Comune di Cologno nel 2021. Non c’erano incompatibilità di sorta e non era l’unico bando a cui questa persona aveva partecipato in quel periodo. Il parente di Imperato ha poi deciso di non presentarsi agli orali, rinunciando così all’assunzione nonostante i buoni risultati ottenuti agli scritti. Questa persona aveva comunque sostenuto le prove prima che la parentela “fosse nota”.
Secondo le ricostruzioni della Gazzetta della Martesana, Calabretta avrebbe suggerito a Rocchi il nome del parente di Imperato per quella posizione, senza che quest’ultimo ne fosse a conoscenza. E Rocchi sarebbe stato pronto a dare seguito al suggerimento. Motivo per cui il ritiro del candidato sarebbe stato accolto da entrambi, Calabretta e Rocchi, con una certa sorpresa.
Nell’occhio del ciclone
Com’è noto, l’ex sindaco di Cologno Angelo Rocchi e il capogruppo di FdI a Brugherio, Giuseppe Calabretta, sono da settimane nell’occhio del ciclone. La Procura di Monza ha aperto un’indagine a carico loro e di altre cinque persone. Calabretta è indagato, tra le altre cose, per “corruzione in concorso”: secondo la Procura, avrebbe ottenuto incarichi, consulenze e collaborazioni in cambio dell’appoggio elettorale a Rocchi nelle elezioni amministrative del 2020.
“La vicenda riguarda la mia sfera professionale e non l’amministrazione comunale – ha dichiarato Calabretta nell’ultimo consiglio comunale -. Sono stato additato come fossi un criminale, subendo una gogna mediatica incredibile. Con foto, articoli e accuse da populismo giudiziario”. E ha ribadito: “La misura più grave nei miei confronti è stata rigettata. Sono stati tanti i casi di persone poi assolte”.





