sabato, Ottobre 11, 2025
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Teatro della Cooperativa: un filo rosso tra impegno e memoria

Tutti gli appuntamenti della stagione 2025-26, dedicata a Licia Pinelli

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Il Teatro della Cooperativa sceglie di dedicare la stagione 2025/26 a Licia Pinelli, inaugurando un anno di “resistenza, memoria e comicità”. Con 28 spettacoli si snoda una mappa narrativa che connette il presente alla storia. Il teatro che vuole essere luogo di incontro e dibattito, rendendosi portavoce dell’impegno e della memoria collettiva. Il direttore artistico, Renato Sarti, ricorda a quasi un anno dalla sua scomparsa gli incontri con Licia Rognini Pinelli, moglie di Giuseppe Pinelli. Sarti la rievoca con affetto, ma anche come una figura drammatica. Nella sua sofferenza intima e profonda, dopo la morte del marito, Licia pare avvicinarsi alla protagonista di una tragedia greca: combattiva contro le ingiustizie dei potenti, resistente alle avversità della vita e al contempo anche attenta a scrutarne i misteri più insondabili. A questa forza nuova e antica viene dedicata la stagione. 

Drammaturgia contemporanea e attenzione ai giovani

Grande attenzione sarà dedicata alla drammaturgia contemporanea che, partendo dall’attenzione alla vita quotidiana, ne fa oggetto di riflessione e reinterpretazione. La drammaturgia si sposa con l’attenzione del teatro alle nuove generazioni di artisti con il progetto Drammaturghi in circolo, nel quale dodici artisti emergenti saranno selezionati per presentare i propri testi al pubblico, che poi potrà confrontarsi con gli autori. 

Alla drammaturgia contemporanea si intrecciano spettacoli di improvvisazione teatrale e stand-up comedy (con attenzione alla comicità al femminile), ricorrendo alla comicità per fare resistenza e opporsi al conformismo dilagante e ai potenti. 

28 spettacoli tra produzioni e ospitalità, tra prime nazionali e riprese di spettacoli.

Il Teatro della Cooperativa conferma la sua vocazione a rendere il teatro un luogo di incontro, di dibattito, di scambio, di condivisione e di resistenza a nuove forme di “barbarie” culturali. Il programma si snoda come una mappa narrativa, che connette le urgenze del presente alla lezione indispensabile della storia, tracciando un solido filo rosso tra impegno e memoria collettiva. 

Dà il via alla stagione Schiavo d’Amore (29-30 settembre, prima nazionale), un body horror che seguendo il rapporto sadomasochista fra una badante e il suo ricco datore di lavoro affronta il tema delle disuguaglianze sociali nella società occidentale, scritto da Magdalena Barile, diretto da Aldo Cassano e interpretato da Natascia Curci e Milutin Depcevic

Segue Trilogia del Benessere (3-15 marzo) di Renato Sarti, diretto e interpretato dallo stesso Sarti con Michelangelo Canzi. Si tratta di uno spettacolo in tre episodi, in cui si analizza la violenza del dolore e il concetto di riscatto. 

Giustizia e memoria

Sul tema della giustizia e della memoria: Il rumore del Silenzio (11/15 novembre) di Renato Sarti, sulla strage di Piazza Fontana e la morte dell’anarchico Pinelli. Segue Nell’Occhio del Labirinto – Apologia di Enzo Tortora (29 novembre al Teatro Gerolamo per Fuori Niguarda), monologo di Chicco Dossi, interpretato da Simone Tudda, che ripercorre la battaglia per la dignità del noto conduttore televisivo e A volo d’Angelo (13/18 gennaio), spettacolo scritto e diretto da Federica Cottini con Massimiliano Canzi, che segue un viaggio sulle strade della Bosnia Erzegovina in memoria della guerra nei Balcani. Primi passi sulla Luna – divulgazioni provvisorie per uno spettacolo postumo – di Andrea Cosentino e con indicazioni stilistiche di Andrea Virgilio Franceschi, in cui si ricorda la notte dell’allunaggio il 20 luglio 1969, in modo surreale, esilarante e struggente. 

Sempre sul tema della memoria storica il 25/29 marzo È bello vivere liberi! – Un progetto di teatro civile per un’attrice, 5 burattini e un pupazzo di Marta Cuscunà, ispirato alla partigiana Ondina Peteani e Abbrico Storia di un paese antifascista (7/17 maggio-prima nazionale), dove Massimiliano Loizzi torna protagonista per dare voce a un intero paese e alla sua eredità antifascista. Ed infine Pedala! – Gino e Adriana Bartali nell’Italia del Dopoguerra (26 febbraio / 1 marzo) di  Federica Molteni, autrice e protagonista, in cui si delinea l’Italia del dopoguerra attraverso l’amore di Gino e Adriana.

Nella stagione verrà anche analizzata la complessità dell’animo umano in DAVID –Come quando eravamo felici (14/19 ottobre-prima nazionale), testo e regia di Marco Di Stefano,  con Andrea Trovato, affronta con coraggio il dramma delle stragi scolastiche e Moussa in Paradiso – Una giullarata funebre (25/30 novembre) di Giulio Cavalli dà un volto e una storia al dramma spesso anonimo dell’immigrazione. Con ‘A Noce (19/24 maggio) di Barbara Apuzzo si invita a un radicale cambio di prospettiva sulla diversità e sulla cosiddetta normalità. 

Infanzia e genitorialità

Potevo essere io (2/5 dicembre) di Renata Ciaravino, con Arianna Scommegna e la supervisione registica di Serena Sinigaglia, è uno spettacolo dedicato ai bambini che siamo stati e che non smetteremo mai più di essere.

Lo sciopero delle bambine – L’eroicomica impresa del 1902 (9/14 dicembre-prima nazionale), di Domenico Ferrari, Enrico Messina, Rita Pelusio, Rossana Mola, con Rossana Mola e Rita Pelusio, narra la storia delle bambine di appena sei anni, che nel 1902 marciarono per i propri diritti: fu il primo sciopero minorile d’Europa.

Il tema della genitorialità e della maternità viene esplorato con sensibilità nell’unica nuova produzione diretta da Renato Sarti, M(Other) (12/22 febbraio-prima nazionale), scritta e interpretata dalla drammaturga emergente Rossella Fava, che mette in scena il confronto tra una madre biologica e una madre intenzionale.

Comicità per riflettere

Sul palco di via Hermada non mancherà la comicità, non intesa come semplice intrattenimento ma come risata che ha la forza di far riflettere. Il divertissement colto e ironico di Moni Ovadia e Dario Vergassola con Un ebreo, un ligure e l’ebraismo (11-12 ottobre-evento speciale) nella quale Ovadia terrà una “lezione” sull’ebraismo, visto attraverso la lente di un buon ligure. Fil rouge comico che prosegue con Finché la barca va… (20 ottobre, 1° dicembre, 23 febbraio, 23 marzo-evento speciale) quattro serate con protagonista Debora VillaArie ed Eventuali- Pensieri sparsi e note a piè sospinto (4/9 novembre-prima nazionale) con protagonista Flavio Oreglio. Rivivono maestri della satira come Dario Fo e Franca Rame nella farsa dissacrante di Coppia aperta quasi spalancata (18-19 marzo), diretta da Renato Sarti e interpretata da Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno, che fa riflettere sulle dinamiche sentimentali e di coppia. 

Storia e improvvisazione

L’improvvisazione più pura e geniale esplode nel nuovo lavoro di Alessandro Ciacci, Fricassea -One man show di varia & amena comicità (21/23 novembre-prima nazionale) e nella serata speciale de Il Parassita dell’Associazione Culturale Teatribù (15 marzo-evento speciale). Torna Antonello Taurino con il suo show Poeti Folgorati… ovvero… come provai a distruggere la poesia italiana del Novecento (10/19 aprile), in scena insieme a Massimo Colazzo. Nel 1935 con l’irriverente Poeti Controluce, Luciano Folgore ridicolizza mostri sacri come Pascoli, D’Annunzio e Montale, imitandone lo stile e sbertucciandone la poetica.

Uno sguardo al passato per comprendere il presente: Pezzi di Corpus Paolini – Cinquant’anni senza un poeta civile (23/26 ottobre-prima milanese) di e con Giorgio Felicetti rievoca la figura del grande intellettuale, di cui oggi più che mai sentiamo la mancanza. Il club del 27 – (la maledizione del rock) (20/25 gennaio-prima nazionale), di e con Claudio Batta, accompagnato in scena alla chitarra da TAO, è invece un appassionato omaggio a grandi icone musicali, come Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, bruciate dalla vita troppo presto a soli 27 anni. E in un’epoca di crisi climatica, In principio era la neve (30 gennaio/8 febbraio-prima nazionale) di Gianfelice Facchetti interroga il nostro rapporto conflittuale con la natura.

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