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“Giubilei. Il perdono che ridona la vita”, la mostra raccontata da Zardin

L’incontro organizzato da Centro di Solidarietà Circolino Clandestino e Banco di Solidarietà Brugherio inaugura la mostra dedicata alla storia e al valore dei Giubilei.

Scritto da

Stefano Reccagni

Pubblicato il

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“Il Giubileo è uno spazio di tempo cambiato inserito all’interno del flusso del tempo, come una sosta che rompe il continuo e ci invita a recuperare la verità di noi stessi”.

Con queste parole inizia il suo discorso Danilo Zardin, professore ordinario di Storia Moderna presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che apre l’incontro in memoria dell’anno giubilare, dal titolo “Giubilei. Il perdono che ridona la vita”. Organizzato dal Centro di Solidarietà Circolino Clandestino e Banco Solidarietà Brugherio, in collaborazione con la Comunità Pastorale Epifania del Signore e Caritas Brugherio con il Patrocinio della Città di Brugherio.  Al termine dell’incontro l’inaugurazione della mostra per raccontare la storia e il valore dei Giubilei dal 1300 ad oggi.

Le parole di Danilo Zardin


Danilo Zardin tratta il tema della salvezza raggiungibile grazie al perdono. “L’esaltazione del dono della salvezza generato dal sacrificio di Cristo si è sempre unita, nella storia Cristiana, a un grande irrealismo. Questo germe di salvezza è qualcosa di fragile, esposto alla libertà dell’uomo che lo deve accogliere. Questa fragilità non è però l’ultima parola perché dobbiamo confrontarci con la certezza, con la fiducia in qualcosa di più potente che si è introdotto nella storia dell’uomo. Questa salvezza che sarà sempre operante e quindi impone la necessità di costruire strade, vie attraverso cui il “no” che l’uomo può opporre alla salvezza possa essere risanato, recuperando anche colui che aveva preso le distanze. Il peccatore che aveva tradito, che aveva commesso le colpe più gravi. Colui che aveva rinnegato il dono della fede. Bisognava trovare le strade per rendere sempre possibile un recupero, il perdono, un rientro nello spazio della vita nuova”.

Zardin termina il suo discorso approfondendo la lettera di Papa Francesco sul Giubileo della Speranza.

“Spes non confundit” – “la speranza non delude”. “La speranza cristiana non può deludere perché fondata su qualcosa che già c’è, che è all’opera. Non può deluderci perché basata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino”.

La mostra: ripercorrendo la storia dei Giubilei


La mostra per il Giubileo della Speranza, dal titolo “Giubilei. Il perdono che ridona la vita”, si apre con tre domande: “Cosa è rimasto della tradizione giubilare? Cosa ci può essere di attuale, di vivo? In che senso questo giubileo può essere un’esperienza da vivere?”

L’esposizione racconta la storia dei Giubilei a partire dalla fine del VI secolo a.C. “Dopo l’esilio del popolo ebraico in Babilonia si introdusse la previsione di un ancora più speciale “anno santo”, che avrebbe dovuto essere celebrato ogni sette cicli di singoli anni sabbatici. Un anno di dedizione ancora più risoluta al primato della volontà di Dio, di rinnovamento della fede personale e di restauro in senso etico dei rapporti tra gli uomini e con i loro beni”, come riporta uno dei primi pannelli della mostra”.

La fede cristiana impiegò oltre tredici secoli per adottare quanto precedentemente fatto dagli Ebrei. Si attese il 22 febbraio del 1300 quando Bonifacio VIII, per un solo anno, concesse il perdono generalizzato delle pene. Nel 1350 fu celebrato un secondo Giubileo, nonostante l’assenza del pontefice e l’epidemia di Peste Nera che esplose nel 1348 colpendo l’Italia e l’Europa medievale.

Il tredicesimo secolo vide un altro Giubileo nel 1390, con Urbano VI che decise di porne uno ogni trentatré anni, età di Cristo. Seguirono dunque nel 1400, nel 1423 e nel 1450, prima di cambiare ulteriormente ponendo un Giubileo ogni quarto di secolo.

Le difficoltà e i Giubilei straordinari


Nel corso della storia il Giubileo trovò due grandi ostacoli: la riforma protestante di Lutero, che portò molti pellegrini da nord a non recarsi più a Roma e la Rivoluzione Francese. Le conseguenze di quest’ultima negarono l’anno santo per settantacinque anni: nel 1800 non fu celebrato, nel 1825 si passò da quattrocentomila a quattrocento persone mentre nel 1850 si ripiegò su una confessione delle grazie. Nel 1875 tornò l’anno santo indetto da Pio IX, ma la porta santa rimase chiusa, segnando dunque una deviazione dalle consuetudini giubilari tradizionali.

Il 900’ fu il secolo dei giubilei straordinari voluti per rilanciare la vitalità della proposta religiosa. Ne contò addirittura otto: nel 1900, 1929, 1933 in memoria del 1900° centenario della redenzione di Cristo, nel 1950, nel 1966, nel 1975, nel 1986 e nel 2000.

La mostra è visitabile a Brugherio da sabato 18 a domenica 26 gennaio nell’area espositiva di Via Alcide De Gasperi 26/32, dalle ore 10 alle 12:30 e dalle 16 alle 18:30.

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