Una storia che diventa un documentario, o come si dice oggi, un docufilm, mischiando alla fiction il racconto del reale. Una storia che sarà anche senza volto, ma che parla di anima. Anzi di anime. Venerdì 8 novembre alle ore 16, presso l’auditorium Testori a Milano si è tenuta la prima assoluta del film “Faceless – Storia di Fabrizio Maiello” per la regia di Luca Guardabascio, prodotto dalla casa indipendente Cinema Sociale 99.
Fabrizio Maiello è Faceless
La pellicola faceva parte del ricco programma della quarantaduesima edizione del festival mondiale della cinematografia sportiva, lo Sport movie and tv festival 2024, organizzato dal Ficts, Fédération internationale cinéma et télévision sportifs. Questa incredibile manifestazione ha coinvolto tantissime città in tutto il mondo, tra le quali anche Milano dal 5 al 9 settembre.
In sala, venerdì pomeriggio c’era naturalmente il protagonista di questa storia, Fabrizio Maiello. Di lui e della sua vita travagliata si è parlato moltissimo negli ultimi anni, perché narra di speranze tradite, disperazione, criminalità, morte spirituale, redenzione e rinascita. Fabrizio negli anni Settanta era una giovane talento del calcio, giocava nel Monza ed era considerato un predestinato. A 17 anni però si infortuna al ginocchio e la sua carriera si interrompe. Da qual momento Maiello perde letteralmente la bussola, oltre alla testa ed entra a far parte del mondo della criminalità, fatto di armi, rapine e droga.
Il tentato rapimento di Gianfranco Zola
Con a sua batteria, negli anni Novanta progetta anche il colpo grosso. Rapire Gianfranco Zola, che in quegli anni giocava nel Parma, per estorcere una somma in denaro a Tanzi, presidente degli emiliani. Arriva davvero a un soffio dal realizzare il sequestro del calciatore sardo, ma quando Fabrizio incrocia gli occhi di Zola, al distributore di un autogrill, dove avrebbe dovuto scattare la trappola, l’unica cosa che riesce a fare, per fortuna, è farsi autografare la carta d’identità dal campione.
onostante questo episodio, la vita di Fabrizio Maiello va sempre peggio. Per molti anni le carceri lo vedono ospite abituale e nel momento più disperato della sua esistenza finisce anche al manicomio criminale. Il punto più basso. E come sempre, quando si tocca il fondo, non si può fare altro che risalire. Lì Fabrizio conosce Giovanni, un uomo che non sa occuparsi di sé stesso e di cui nessuno si vuole occupare, chiuso in manicomio solo perché nessuno sa che farsene di lui. Maiello si prende cura di Giovanni, ogni giorno lo lava, lo veste, si preoccupa dei suoi bisogni, anche quelli corporali.
La rinascita
Ed è così, prendendosi cura di questo ultimo tra gli ultimi che Fabrizio trova il modo di curare anche sé stesso, costruendo un futuro diverso. Oggi è un uomo libero, ha un lavoro, è ambasciatore della selecao sacerdoti ed ha più volte ritoccato il guinness world record di palleggi. Si perché il tocco magico non gli mai venuto meno, nonostante le vicissitudini. Va anche nelle scuole a raccontare la sua vicenda agli stuedi e ora, grazie a Faceless, molte più persone potranno trarre ispirazione dalla sua storia.
Alla proiezione erano presenti molte amici che sono stati, a vario titolo, importanti nel percorso di rinascita di Fabrizio, impossibile citarle tutte. Ma qualche nome merita di essere sottolineato tra le quali Moreno Buccianti, mister della selecao sacerdoti, lil Professor Franco Ascani, Luca Galtieri di Striscia la notizia, la Dott.ssa Valeria Calevro, direttrice dell’OPG dove era rinchiuso Fabrizio, e Darwin Pastorin, maestro del giornalismo italiano affezionatissimo a Maiello. Prima della proiezione Maiello ha voluto fare molto fotografie con tutti gli amici intervenuti e ha preso la parola col suo solito eloquio genuino, moderato da Buccianti che ha posto spiritosamente posto un freno al suo discorrere debordante.
Gli applausi scroscianti che hanno accompagnato i titoli di coda sono poi proseguiti quando il film è stato premiato dalla giuria del festival con il Bruno Beneck Critics Award. Un altro successo nella vita di questo uomo buono, che si fa fatica oggi ad immaginare nei panni di un criminale, che ha saputo rinascere dalle ceneri di una esistenza che lui stesso aveva bruciato e che insegna come le seconde possibilità, se le vuoi davvero e se dimostri di essertele guadagnate, ti vengono concesse.