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Editoriali, Sport

Il Milan pareggia con la Lazio, ma la crisi continua

Dopo un primo tempo tutto sommato positivo, i Rossoneri mettono in evidenza nella ripresa le solite amnesie difensive e un gioco disordinato ed estemporaneo. La società conferma la fiducia al portoghese, ma la settimana che seguirà la sosta per le nazionali dirà molto del futuro del tecnico.

Scritto da

Gius Di Girolamo

Pubblicato il

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Quella tra Milan e Lazio dello scorso sabato è stata una partita tra due squadre in evidenti difficoltà, o volendo vederla in maniera più ottimistica, con ancora molto da lavorare. La partita è stata godibile, le due compagini anno provato in tutti i modi a superarsi, anche se un po’ disordinatamente e più che altro affidandosi a giocate estemporanee dei singoli. Alla fine il pareggio è tutto sommato giusto, un tempo per uno e tutti scontenti.

La Lazio fino al momento dei due gol che hanno momentaneamente ribaltato il risultato, dalle parti di Maignan aveva creato molto poco. Il Milan, in difesa, soprattutto dalla parte destra, più che vulnerabile è proprio decisamente debole. Identici gli ultimi 4 gol subiti, con responsabilità da suddividere tra Calabria ed Emerson Royal, quest’ultimo pressoché disastroso. Nel secondo tempo i Rossoneri hanno rimesso in partita le Aquile, che da quel momento sulle ali dell’entusiasmo si sono autorevolmente impossessarsi del centrocampo.

il Diavolo aveva disputato un primo tempo vagamente migliore rispetto alle partite contro Torino e Parma. Poi, nel secondo tempo, quel mezzo passo in avanti è diventato un passo indietro. E’ servita la giocata in tandem degli esclusi di lusso Theo e Leao, che con il contributo di Tammy Abraham hanno inventato gol del pareggio spettacolare che, nonostante il tempo residuo desse ancora la possibilità di vincere, sembrava già insperato. 

Milan, serve una svolta


Per il Milan apparso nel primo tempo un pochino più solido a centrocampo con l’innesto di Fofana, ancora grossi problemi in fase difensiva. Pavlovic da solo non basta a tenere a galla la barca. Basta contare gli avvicendamenti sulle fasce, per capire quanto i problemi siano grandi e la soluzione lontana. In queste prime tre giornate abbiamo visto a destra Calabria, Saelemaekers, Emerson Royal e Terracciano, mentre a sinistra si sono avvicendati Saelemaekers, Hernandez e Terracciano. 

Nessuno ha incantato, o comunque è parso a suo agio e in grado di mettere le basi per edificare un reparto difensivo all’altezza di una grande squadra. Certo è che a breve occorrerà fare delle scelte se non definitive, almeno che diano un indirizzo, altrimenti la nebbia tarderà a diradarsi. In campo prima di tutto, e se le cose non dovessero migliorare, probabilmente in panchina.

Tomori e Reijnders non bene


Anche Tomori, nonostante appaia inattaccabile nel suo ruolo di centrale a fianco di Pavlovic, rimanda di sè una immagine incerta e con grosse pecche in quanto a piazzamento. Tomori è un buon giocatore che però ha bisogno di avere accanto una pietra angolare su cui poggiare, per essere solido. Pavlovic potrebbe essere l’uomo giusto per ritrovare lo smalto e le certezze che, da 18 mesi a questa parte, smarrisce ad intermittenza.  

Completamente avulso dal gioco è apparso invece Reijnders. E’ sembrato come se la fisicità di Fofana l’avesse inghiottito, risucchiato dalla gravità in un buco nero (nessun riferimento al colore della pelle del francese, solo una metafora) da cui non è riuscito ad uscire. Il Milan ha risentito molto del suo appannamento. Forse un Reijnders più in palla avrebbe consentito ai Milan di trovare il raddoppio prima di consegnare le chiavi del match alla Lazio. Solo ipotesi, ma non così campate in aria. Alla squadra di Fonseca, pur non esprimendo un gioco spumeggiante, nel primo tempo è mancato proprio l’ultimo tocco, quello che libera l’attaccante al tiro per trovare il gol che avrebbe, chissà, forse seriamente indirizzato il destino del match. 

Gli altri del Milan


Per quanti riguarda gli altri, Okafor è un buon giocatore ma ormai è evidente non sia un centravanti. Abraham e Morata in quel ruolo sono di un’altra risma. Opinione personale: attenzione a considerare lo spagnolo titolare inamovibile, con l’inglese a fare l’uomo ombra. Credo ci sarà grande alternanza tra i due. Mentre Chukwueze, dopo quanto di buono mostrato negli Stati Uniti, nella preseason, pare essere rimasto oltreoceano. Pulisic senza infamia e senza lode, ma lui non è certo un uomo in discussione dopo quanto fatto la scorsa stagione. 

Una settimana decisiva per Fonseca


Non filtra pessimismo nei confronti di Fonseca da parte della società, ma è bene ricordare che Giampaolo, l’ultimo tecnico esonerato dal Milan sul finire del 2019, ebbe a disposizione solo 7 partite. Ne sono già passate 3 per il tecnico portoghese e la settimana che succederà la sosta per la Nazionale vedrà il Milan impegnato contro Venezia, Liverpool e Inter.  

Inutile dire che non basteranno segnali positivi, bisognerà rincorrere risultati importanti. Se al momento tre vittorie sembrano improbabili, ne servono quantomeno due. E non sarà affatto facile. Le uniche note positive sono che tutte e tre le sfide si giocheranno a San Siro e molto probabilmente rientrerà Morata dall’infortunio. Allo stato attuale non poco, ma non abbastanza. 

Piccola chiosa dedicata al mancato cooling break da parte di Theo Hernandez e Leao. Non bello da vedere, siamo d’accordo, ma neanche così grave. Erano appena entrati, avevano appena avuto le indicazioni del tecnico, forse si, erano anche un po’ seccati per non aver giocato dall’inizio, ma se l’allenatore voleva avere una reazione dai due, l’ha avuta. Un giocatore che vuole mettere in cattiva luce il proprio tecnico non realizza il gol del pareggio dopo un minuto. Tutto si esaurirà con una ramanzina, persino la multa è stata scongiurata da parte della società. Questo, forse, anche perché sono ben altri i problemi del Milan in questo momento.