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Un Principe di nome Diego, storia del bomber argentino Milito

Ripercorriamo la carriera di uno dei più grandi bomber della storia del calcio italiano, il Principe Diego Milito, protagonista nel 2010 del Triplete dell’Inter di Mourinho

Scritto da

Gabriele Sità

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Diego Alberto Milito soprannominato “El Principe” nasce in Argentina a Bernal, in provincia di Buenos Aires, il 12 giugno 1979, segnando un’epoca per il calcio italiano. Grande protagonista del Genoa di Gasperini e dell’Inter del Triplete, Milito è stato uno degli attaccanti più forti mai visti in Serie A, capace di farsi amare dal suo pubblico e lasciare il segno ovunque, diventando anche il vero e proprio eroe del Triplete nerazzurro

Gli esordi in Argentina


Il Racing Club de Avellanada, squadra della sua vita nel quale tornerà anche a fine carriera, gli regala l’esordio in prima squadra nella massima divisione argentina appena vent’enne. Diego ha avuto anche l’opportunità di giocare contro il fratello Gabriel, un anno più piccolo di lui, che militava nel club rivale, l’Indipendiente. Diego, nei suoi 5 anni argentini collezionò ben 137 presenze, condite da 34 gol e dalla vittoria del torneo Apertura del 2001. Tutto ciò, gli valse la chiamata del Genoa dell’allora Presidente Ernico Preziosi. 

L’arrivo in Europa e al Genoa


Nella sessione di mercato invernale del 2004, arrivò la chiamata del Genoa, che acquistò l’attaccante argentino per 2 milioni di euro grazie all’intervento dell’agente Alessandro Moggi, tornato sulla trattativa al forum di calciomercato.com nel febbraio del 2023, dichiarando “L’operazione la feci io. Preziosi aveva bisogno di un attaccante e io gli proposi Milito dopo una lunga riunione. Non lo vidi mai giocare dal vivo ma mi fidai ciecamente della persona che me lo segnalò. Raccontai al Presidente delle caratteristiche completamente diverse rispetto a quelle del ragazzo, lui si fidò e lo acquistò dopo poco. Inizialmente era arrabbiato perché Milito non partì benissimo, ma poi fu un trionfo.”

L’Italia per Diego, aveva un sapore romantico, in quanto originario del nostro paese. Conosceva già il calore del calcio italiano e le similitudini con quello argentino, ma probabilmente non si sarebbe mai aspettato di trovare in Genova la casa perfetta. Al Genoa trascorre due anni bellissimi e pieni di affetto in Serie B: il primo campionato lo gioca solo per metà, essendo arrivato a gennaio, ma nonostante ciò riesce a segnare 12 gol in 20 presenze.

La seconda stagione, sotto la guida di Serse Cosmi, Milito riuscì a segnare 21 gol in 39 presenze, a un solo gol dal titolo di capocannoniere della Serie B. Il Genoa sul campo, chiuse quindi la stagione 2004/2005 al primo posto con 76 punti, riconquistò la Serie A dopo dieci anni di assenza. In seguito a un illecito sportivo riguardante l’ultima partita di campionato con il Venezia, la giustizia sportiva dichiarò la retrocessione del Genoa in Serie C1. Di conseguenza Milito partì verso palcoscenici differenti. 

Gli anni in Spagna


Diego quindi, tra il dispiacere dei tifosi e del giocatore stesso, lascia il suo amato Genoa, promettendo un ritorno in futuro. Viene ceduto in Spagna alla Real Saragozza, dove avrà anche la possibilità di incontrare nuovamente il fratello Gabriel e di giocare insieme a lui, che militava già nel club spagnolo.

Il primo anno al Saragozza regala emozioni, più in Copa del Rey che ne La Liga. Il campionato 2005/2006 vedrà il Saragozza posizionarsi undicesimo in campionato, anche grazie ai 15 gol segnati da Milito. In coppa invece, arriva addirittura in finale, salvo poi perdere il trofeo proprio all’ultima partita contro l’Espanyol per 4-1.

Il motivo d’orgoglio per Milito e il Saragozza fu però il percorso verso la finale. Ai quarti eliminarono il Barcellona, che poi vincerà il campionato, con il risultato di 5-4 e nella semifinale d’andata dell’8 febbraio 2006, Milito si tolse la soddisfazione di segnare 4 gol al Real Madrid, nel 6-1 in casa, perdendo poi il ritorno per 4-0 al Bernabeu. I riflettori cominciavano a essere puntati sul Principe. Nella stagione successiva fece ancora meglio: 23 gol in campionato, secondo solo a un mostro sacro come Ruud Van Nistelrooy, sesto posto in campionato e la qualificazione in Coppa UEFA.

Non basta, arriva anche una meritatissima convocazione dalla Nazionale per la Copa America. In Europa le cose non vanno come sperato e, nella stagione seguente, nonostante altri 15 gol in campionato di Milito, il Saragozza retrocede. Chiuse l’esperienza al Saragozza con 53 gol in 108 presenze.

Il ritorno al Genoa di Milito


Dopo un pressing costante del Tottenham, che avrebbe offerto molti soldi e la possibilità di giocare in Premier League, Diego sceglie di seguire il cuore. Il Genoa era tornato in Serie A, così tra la gioia dei tifosi e del pubblico in delirio, Milito tornò dalla sua gente, mantenendo la promessa. Federico Pastorello, allora agente di Milito, corse nella sede del calciomercato per depositare il contratto arrivato via fax in extremis.

Mancavano pochissimi minuti. Preziosi non contava di riuscire a chiudere l’operazione ma alla fine, dopo la chiusura delle porte del calciomercato, Pastorello lanciò il contratto sopra di esse, in quella che diventerà una delle scene più iconiche della storia del calciomercato italiano. Il Genoa se la cavò con una multa, ma fu una multa pagata con il sorriso, per quanto realmente ne valesse la pena.

Gol a raffica


Diego segnò a profusione, era sempre più l’idolo dei tifosi rossoblù e il Genoa di Gasperini, trascinato proprio dai gol del Principe, volava in classifica. Il Genoa arrivò quinto e centrò la qualificazione in Europa League. Restò però il rammarico per i 68 punti fatti, arrivando a pari merito con la Fiorentina che andò in Champions League per via degli scontri diretti. Milito diventò sempre più idolo della Gradinata Nord dopo aver deciso il derby del 7 dicembre con un suo gol. Ancor di più dopo aver segnato una tripletta nel derby del 3 maggio 2009, terminato 3-1, diventando così il primo e unico giocatore nella storia a segnare una tripletta nel derby della Lanterna.

El Principe concluse la stagione con 24 gol in 31 partite di Serie A diventando il miglior marcatore della storia del Genoa in un singolo campionato. Arrivò secondo dietro a Zlatan Ibrahimovic, consapevole del fatto che da lì a poco, sarebbe andato a sostituirlo all’Inter. Il 20 maggio, a campionato non ancora concluso, il Presidente Preziosi annuncia la doppia cessione di Milito e Thiago Motta all’Inter di Mourinho. Tra le lacrime sotto la Gradinata Nord e nelle interviste dopo l’ultima di campionato in casa, Milito concluse la sua storia con il Genoa con ben 57 gol in 90 presenze.

Eroe del Triplete dell’Inter


Appena arrivato a Milano, El Principe era già idolo dei tifosi. La squadra era forte e con diversi campioni attorno a sé ci si aspettava che Milito potesse fare ancora meglio di quanto già dimostrato. Il cammino però, non inizia nel migliore dei modi. L’8 agosto 2009 infatti, giorno del suo debutto in nerazzurro, l’Inter perse la finale di Supercoppa Italiana per 2-1 contro la Lazio. In campionato invece, partì benissimo e si fece subito amare dal suo nuovo pubblico: gol nel derby vinto per 4-0 alla seconda di campionato.

Come già visto a Genova, Milito di derby se ne intende. Nei primi giorni di novembre realizza un gol fondamentale per la qualificazione dell’Inter agli ottavi di Champions League. Segnò infatti nel 1-2 contro la Dinamo Kiev, gol che fu anche il suo primo nella massima competizione europea. Diego poi ci prese gusto e andò a segno in ogni gara di andata della fase a eliminazione diretta. L’Inter dovette affrontare il Chelsea agli ottavi, il CSKA Mosca ai quarti e il Barcellona del fratello Gabriel in semifinale. Ebbene sì, dopo essersi affrontati nel derby di Avellaneda e dopo aver giocato insieme nel Saragozza, i fratelli Milito si affrontarono in semifinale di Champions League, dove l’Inter alla fine, ebbe la meglio. 

L’indimenticabile maggio di Diego Milito


Il mese di maggio del 2010 fu probabilmente il più importante della carriera di Milito: segnò il gol decisivo in finale di Coppa Italia contro la Roma, vincendo il primo trofeo in nerazzurro. Il 16 maggio invece, realizzò il gol vittoria sul campo del Siena che consegnò all’Inter il diciottesimo scudetto della sua storia. E poi, arrivò la magica notte di Madrid, quella che i tifosi nerazzurri non dimenticheranno mai.

La sua doppietta contro il Bayern Monaco regalò all’Inter la Champions League che mancava da più di quarant’anni, successo che completò uno storico Triplete. Massimo Marianella, famoso telecronista di Sky Sport, rese celebre Milito durante quella partita con una delle telecronache più iconiche di sempre: “El Principe diventa Re, nella notte di Madrid.” La stagione dei sogni per il ragazzo di Bernal, che chiuse con 30 gol in 52 partite. Dopo aver deciso la finale, ha espresso tutta la sua gioia: “Una gioia mai provata, indescrivibile. Sono felicissimo per l’Inter, perché ci tenevamo a questo traguardo, e per il Presidente che è il primo a meritare questo trofeo. Questa è una sensazione unica. Questo è il calcio, ti dà sempre una rivincita. Io ho sempre lottato, ho sempre cercato di dare il massimo e di imparare, anche se ho 30 anni. Ce lo meritiamo.”

Milito, un anno dopo


Nella stagione successiva, perse la Supercoppa Europea contro l’Atletico Madrid ma vinse la Supercoppa Italiana, il Mondiale per club e venne nominato miglior attaccante UEFA della stagione precedente. Nei tre anni successivi iniziò il lento declino dell’Inter. Gli infortuni resero difficile la vita di Milito, che continuò comunque a segnare come sempre fatto. Concluse la sua esperienza nerazzurra nel 2014 con un forte amore verso la piazza, e con all’attivo 62 resti in 128 partite

Un giocatore sublime, dalla tecnica sopraffina e con un grande senso del gol e della posizione in area di rigore. Milito ha sempre saputo aspettare in silenzio il suo momento, lavorando sodo e lasciando il segno in ogni piazza in cui ha giocato. Chiude la carriera con 224 gol in 513 partite.