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Mattia Di Corato, da Brugherio all’Argentina per un sogno Mondiale

Mattia Di Corato, giovane brugherese e pallanuotista di talento, è in Argentina insieme alla nazionale italiana per disputare i mondiali di under 18

Scritto da

Stefano Reccagni

Pubblicato il

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Mattia Di Corato, giovane pallanuotista brugherese cresciuto nel Nuoto Club Monza e ora in forza alla Roma Vis Nova, sta giocando con la nazionale italiana in Argentina, dove si sta disputando il mondiale under 18. Di Corato si sta facendo valere insieme ai suoi compagni e, dopo aver dominato il proprio girone, hanno affrontato gli Stati Uniti nei quarti di finale vincendo per 14-10, anche grazie a una rete di Mattia. Questo successo ha dato accesso alla semifinale dove erano attesi dall’Ungheria che hanno affrontato alle ore 1:30 italiane della scorsa notte, le ore 20:30 in Argentina. Il risultato finale ha visto i magiari superare gli Azzurri per 18-15, fermando la corsa della nostra Nazionale, che giocherà quindi per il bronzo. Abbiamo intervistato il suo papà, Alberto Di Corato, che ci ha raccontato della breve ma brillantissima carriera del figlio Mattia.

Signor Di Corato, da dove nasce la passione per la pallanuoto di Mattia?

In verità è tutto un caso. In seconda elementare ha fatto un corso di nuoto, ha giocato anche a pallavolo, poi abbiamo deciso di aumentare con la piscina, ma dopo un po’ gli scocciava fare avanti e indietro in una vasca. Allora siamo andati a Monza per provare la pallanuoto e da lì in poi non si è più fermato. Mio figlio ha la fortuna di essere alto due metri e pesare novantasei chili non avendo nemmeno diciotto anni. È partito dall’under 11, poi under 13, quindi ha iniziato a giocare in categorie superiori. Ha esordito in serie B con Monza appena compiuti i 15 anni.

Come si è trovato nell’Asd Nuoto Club Monza?

A Monza fanno un gran lavoro sui ragazzi, l’anno scorso hanno sfiorato la promozione in A2 dalla B con una squadra di ragazzi giovani cresciuti nel vivaio, questo a riprova del fatto che l’ambiente è bello. Al termine di quella stagione è stato convocato per l’Europeo e questa occasione gli ha avuto un’importante visibilità. Laa scorsa estate siamo stati contattati da una società di Bologna ma poi abbiamo scelto Roma perché meglio per il suo futuro, una volta finito il liceo. La società di Monza ha dato il consenso al trasferimento e quest’ultima stagione l’ha giocata alla Roma Vis Nova.

Com’è stata per lui questa stagione a Roma?

Da quando si è trasferito è cresciuto di 10 anni in una volta sua. Ormai è un uomo, vive in un appartamento con alcuni compagni di squadra. Si è ritrovato a fare tutto da solo, ad essere indipendente, senza perdere di vista la scuola. Ci siamo infilati in uno sport “povero”, è importante studiare, questa resta la priorità del ragazzo. A Roma ha una routine difficile: si sveglia, va a scuola, torna a casa, si riposa un po’, studia e poi va agli allenamenti. Si allena cinque volte a settimana dalle due alle quattro ore, sia con i suoi coetanei che con la prima squadra. Alcuni giorni torna a casa alle 23.30 dovendo ancora cenare. Tutto questo senza escludere una o più partite nel weekend, e il prossimo anno giocherà in Serie A, quindi lo aspettano trasferte piuttosto lunghe.

Si aspettava così tanti sacrifici già a questa età?

Non mi aspettavo una cosa di questo tipo, lo abbiamo vissuto un pezzo alla volta. Lo scorso anno era qua e giocava a poco più di un chilometro da casa ma già faceva dei sacrifici. Giocava in più categorie più la serie B. Quest’anno a Roma ne ha fatti ancor di più, ma finché lo fa con piacere è tutto quanto di guadagnato.

Ora il Mondiale Under 18, cosa si aspetta Mattia?

Per lui è già una vittoria essere lì, l’ultima volta che l’ho visto era molto motivato, mi ha detto “Io do il massimo poi decide l’allenatore”. Ora è in Argentina, a Buenos Aires, sono partiti il 28. Dei quindici convocati solo tredici vanno a referto, come dicevo per lui è già una vittoria essere lì anche se ovviamente ora spera di giocare. Lo scorso anno era agli Europei Under 17 e per due partite non andò a referto, ma è una scelta del mister e in ogni caso lui la rispetta. 

Come descriverebbe l’ambiente della pallanuoto?

È un ambiente in cui ragazzi sono molto amici, crescono insieme dal vivaio. A Roma è stato accolto molto bene, si rema insieme nella stessa direzione, si sorride e non si sente mai parlare di battibecchi o brutti episodi. L’aspetto economico influenza, solo i migliori guadagnano molto, gli atleti sanno che finita la carriera si dovranno cercare un altro impiego, quindi questo non li porta a scatenare particolari attriti per farsi largo. 

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