Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Lo cantava Antonello Venditti e poi il Condor, Adriano Galliani, riprese questa frase del cantautore romano quando al Milan tornarono prima Shevchenko e poi Kakà. Non con grandissima fortuna in realtà. Fortuna che invece auguriamo a Stefano Testa che terminata la sua precedente esperienza, conserva e ribadisce l’amore per il calcio e per i giovani che lo praticano, preparandosi a vivere una terza giovinezza sportiva. Un nuovo inizio che lo proietta in una realtà differente, con ambizioni e obbiettivi, almeno per il momento, differenti, ma che potrebbero mutare strada facendo. Per questo la parola d’ordine è sempre soltanto una, in questi casi: lavoro.
Ma dopo questo lungo preambolo, è giunto il momento di rivelare da dove riparte Stefano, ovvero da Sant’Albino San Damiano, noto anche come SASD. Dal primo di luglio è entrato a far parte dell’organico della dirigenza biancoverde, mettendosi subito al lavoro. E Iniziando con l’organizzazione dei tradizionali open day, passaggio cruciale per tutte le società dilettantistiche che intendono conservare gli iscritti all’ultima stagione ed attrarne di nuovi. Le porte di Sandamianello si sono aperte nel pomeriggio di lunedì primo luglio e i primi riscontri sono stati molto positivi. Si è registrata una più che discreta partecipazione da parte di calciatori in erba e di conseguenza i loro genitori sono apparsi inclini ad iscrivere qui i loro i figli.
Le parole di Stefano Testa
Siamo andati a parlare col diretto interessato, per capire con lui come sono stati questi primi giorni da dirigente del SASD e quali saranno le prerogative che caratterizzeranno il lavoro presso questa realtà. Che, se da un lato rappresenta un po’ la periferia della città di Brugherio, dall’altra è decisa a ricoprire un ruolo centrale all’interno della comunità.
“Nel nostro cuore e nel nostro animo c’è il calcio di tutti e per tutti – esordisce Testa – al Sasd ritroviamo un ambiente perfettamente curato pronto ad accogliere i nostri ragazzi dal punto di vista educativo, formativo e sportivo. La garanzia è il nostro impegno, come quello dei di mister e dello staff, tutti formati e attenti ad ogni passo della crescita dei nostri atleti. Sarà un progetto nuovo ma radicato su fondamenta solide e strutturate”
Stefano continua rivelando quelle che saranno le linee guida di questo nuovo corso “Il nuovo progetto sarà a misura di ragazzo, in un ambiente sereno dove la priorità sarà quella di valorizzare al meglio tutti i talenti e le passioni dei nostri giovani. Giovani che avranno l’opportuna di coltivare amicizie, vecchie e nuove, senza tralasciare una sana ambizione verso dei buoni obiettivi sportivi”.
La cultura del cortile e le quote popolari
La cultura è un po’ quella del cortile di casa, con una cura, una attenzione e una sicurezza maggiori, naturalmente. Un posto dove si pensa a giocare in prima battuta e poi anche a crescere, educare e formare non solo calciatori ma giovani adulti.
Ci sono poi anche le cose pratiche, le cose che interessano le tasche delle famiglie. Così ancora, Stefano Testa “Le quote di iscrizione saranno popolari, il calcio è per tutti. Ciò non significa che il livello sarà basso, anzi. Ma pensiamo che alzare le quote senza fornire valori aggiunti non abbia futuro, noi vogliamo stare vicini alle famiglie anche in questo senso. Nel calcio dilettantistico nessuno dovrebbe pensare al guadagno. Piuttosto al servizio, che si deve integrare con la con la scuola e con tutte le realtà associative votate all’educazione dei giovani della città. Così vogliamo ancora vedere lo sport che amiamo e così ci spenderemo ogni giorno per tenerlo vivo”.