mercoledì, Dicembre 31, 2025
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Eppur vince: il miracolo del Milan di Allegri

Il Milan di Allegri sfida ogni logica: secondo in classifica nonostante una rosa corta e senza veri bomber. Il segreto? Una difesa di ferro e la cooperativa del gol, con 12 marcatori tra cui Modric e Rabiot. In attesa di Fullkrug, i rossoneri restano in scia di Inter e Napoli: un miracolo tattico che trasforma le imperfezioni in forza, puntando dritti all'Europa che conta

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Eppur vince. E mica una volta sola. Sono ben 10 i successi in campionato, a fronte di 5 pareggi, quelli sì forse un po’ troppi, dato che è comunque corroborato dal numero delle sconfitte: una soltanto, in casa contro la Cremonese, alla prima giornata. Da allora 15 risultati utili consecutivi, che danno un totale di 35 punti, collocano il Milan al secondo posto a una sola lunghezza dall’Inter e un punto davanti al Napoli (tutte e tre con una partita in meno rispetto a tutte le altre). Raramente una squadra con tante imperfezioni risulta essere così competitiva, non alla prima stagione con un nuovo tecnico. Per questo, mai come in questo caso, occorre sottolineare come questa creatura sia “il Milan di Allegri”.

Con una rosa ridotta all’osso che somiglia più alle squadre di Serie A degli anni Ottanta, quando a disposizione dell’allenatore c’erano 11 titolari, 5 riserve (nel vero senso della parola, fatte salve rarissime eccezioni) 2 giovanotti della primavera e fine della giostra, Allegri è in piena corsa Champions, obiettivo dichiarato e, al momento, in piena lotta scudetto insieme a due rivali, Inter e Napoli, che pur essendo qualitativamente e quantitativamente superiori, sono state entrambe sconfitte nell’andata degli scontri diretti contro i Rossoneri.

Max Allegri il successo lo costruisce in casa

Andando ad analizzare i dati, andando a leggere quanto nascosto nelle pieghe emerge qualcosa di più: non solo Max Allegri con la sua filosofia di gioco molto pratica sfrutta le qualità dei singoli, che sono importanti quando si parla di pedine del calibro di Rabiot, Modric, Leao, Pulisic, e Maignan, traendo il massimo beneficio possibile, ma riesce anche a nascondere bene le carenze di una squadra imperfetta, superandole con il materiale umano di cui dispone. Al contrario, per esempio, di quanto accade a Napoli, dove mister C a ogni sconfitta non manca mai di far arrivare messaggi al suo presidente che gli ha costruito una squadra fortissima, forse quella con il più ampio balcone sull’Europa, in Serie A.

Prendiamo per esempio, il dato tecnico più eclatante: al Milan manca un attaccante di peso. Lo dice il fatto che dalla Premier sia arrivato in queste ore Fullkrug (che a Cagliari dovrebbe fare il suo esordio) proprio per sopperire a questa mancanza. Tralasciando il fatto che il tedesco sia tutt’altro che una certezza, ma piuttosto l’ennesima scommessa sul centravanti fatta dal Milan – considerazione sacrosanta ma fuori contesto – cosa ci dicono i numeri del campionato? Dicono che Gimenez è fermo a zero reti e infortunato, che Nkunku si è sbloccato solo nell’ultima partita e mette a referto 2 reti, che Leao è come di consueto altalenante e con 5 reti conferma di non essere un bomber. Se si esclude l’unico vero attaccante inamovibile, Pulisic, autore di 8 reti, gli altri 3 bucanieri del Milan hanno messo a segno un totale di 7 reti soltanto.

Il secondo attacco della Serie A

Ci aspetta quindi che il dato dei gol segnati sia deficitario. E invece no, perché Inter a parte, in vetta con 35 reti, l’attacco del Milan è al secondo posto con 27 gol fatti, davanti anche al Napoli che è terzo con 24 segnature. Non solo: fino a questo momento il Milan non ha segnato in soli 3 match ufficiali sui 20 disputati: contro la Juventus in campionato, contro la Lazio in Coppa Italia e contro il Napoli in Supercoppa. La statistica diventa ancora più sorprendente se si prendono in considerazione le… figurine: a Leao, Pulisic, Nkunku e Gimenez l’Inter contrappone Thuram, Martinez, Pio e Sebastiano Esposito, Bonny e Luis Enrique, mentre il Napoli può contare su Hojlund, Lukaku (al momento infortunato), Lucca, Neres e Lang. È come voler fare una gara di velocità tra un’auto sportiva e due Phantom.

Il Milan ha saputo sopperire alla carenza di gol del proprio attacco andando a segno con ben 12 giocatori diversi. Infatti, oltre Pulisic, Leao e Nkunku, compaiono nei tabellini marcatori Bartesaghi (2), Pavlovic (2), Saelemaekers (2), Athekame, Fofana, Ricci, Modric, Rabiot e Loftus-Cheek. Nove giocatori per un totale di 12 gol complessivi. Un tesoretto che nasconde le magagne, che ci sono, eccome, e che – ma è tutto da verificare – potrebbe divenire ancora più prezioso se Fullkrug si dovesse rivelare la panacea al mal di gol del reparto avanzato.

La difesa di Allegri

Ancora più indicativo, a parer nostro, il dato dei gol subiti. Partendo da un assunto più potente e incontrovertibile di qualunque cifra: la difesa del Milan è composta da giocatori che erano già in forza lo scorso anno, ovvero Tomori, Gabbia e Pavlovic. Non è sbagliato quindi affermare che, sebbene vi sia stata alternanza nella scorsa stagione un po’ in ogni reparto, la difesa è la stessa dello scorso anno. Portiere incluso. Ebbene, dopo 16 giornate, i Rossoneri avevano subito 18 reti, sesta difesa della Serie A insieme all’Inter, a ben 7 lunghezze dalla Fiorentina che guidava la graduatoria dei fortini meno violati, con 11 reti.

Quest’anno il Milan ha la quarta difesa del campionato, con 13 reti incassate, dato che mostra un miglioramento significativo sebbene non clamoroso, ma la cosa più interessante è che la miglior difesa, quella della Roma, è ferma a10 gol, cioè 3 soltanto in meno. Va poi considerato, altro lato della stessa medaglia, che la bellezza di 10 di questi 13 gol sono stati subiti in sole 5 partite, contro Cremonese, Pisa, Parma, Sassuolo e Torino. Nelle restanti 11 sfide giocate, la difesa del Milan è stata superata solo 3 volte, affrontando avversari come Lazio, Roma, Inter, Napoli, Juventus, Bologna, Atalanta e Fiorentina.

Troppi gol subiti con le provinciali

Questa statistica sfata anche il mito secondo cui il Milan contro le già citate Cremonese, Pisa, Parma e Sassuolo abbia ottenuto soltanto 3 punti su 12 a causa della propria incapacità a creare gioco. La questione, seppure con un certo fondamento, non è del tutto centrata sulla problematica reale. Dato per assunto il fatto che vincere sempre è impossibile e che qualche passo falso va ascritto alla voce “debiti da pagare in un lungo percorso”, i numeri, che ricordiamolo dicono tanto ma non spiegano tutto, in questo caso sono piuttosto sinceri: il Milan fa sì fatica quando deve condurre il gioco, basta andare a rivederle quelle partite per accorgersene.

Ma non è quello il punto. Perché a conti fatti, i Rossoneri hanno segnato 7 gol in quei 4 incontri, quasi 2 a partita. Il problema reale, è che nel tentativo di proporsi più generosamente in fase offensiva il Milan non riesce a restare coperto: ecco quindi che sono gli 8 gol subiti, il vero problema.

Scudetto, con più mercato si può

Dal mercato per Allegri potrebbe arrivare anche un difensore, che serve come l’aria, perché è il reparto che potenzialmente potrebbe andare più in difficoltà. Bastano un paio di assenze e per trovare un sostituto bisognerebbe prendere in prestito la fantasia di Walt Disney. A conti fatti e tutto considerato, non si fa fatica a definire se non straordinaria, quantomeno sorprendente la posizione di classifica del Milan, quasi totalmente ascrivibile all’intelligenza di Allegri che è tornato in un Milan molto diverso da quello che aveva lasciato, ma si è subito messo sulla stessa lunghezza d’onda della nuova proprietà, non vuole e non ha bisogno di parafulmini per difendersi dai giudizi della stampa e soprattutto nella gestione dello spogliatoio, lavora con ciò che gli è stato consegnato e spreme da ognuno ogni goccia di potenziale, pure qualcosa di più.

Quali investimenti in caso di partecipazione alla Champions?

Resta da capire che intenzioni ha invece società, che da troppi anni vuole organizzare le nozze coi fichi secchi e quando ha deciso di spendere, tranne in rare occasioni, ha speso male. Se il Milan tornerà nell’Europa che conta non si potrà andare in giro per il continente a prendere schiaffi, occorrerà investire e in maniera importante. Non per vincere, troppo lontano l’obbiettivo allo stato attuale, ma almeno per essere competitivi.

Ciò detto, l’obbiettivo Champions, mercato o no, appare alla portata. Per restare invece in corsa per lo scudetto servirebbe qualcosa in più. Almeno un altro attaccante, se Nkunku dovesse partire a gennaio e magari un esterno, oltre a un difensore centrale. Altrimenti la maggiore qualità di Inter e Napoli alla lunga farà la differenza, indipendentemente da quanto queste ultime andranno avanti in Champions League. A meno di miracoli e/o congiunture favorevoli. E una vittoria del campionato di questo Milan, a differenza di quello di Pioli che arrivò al successo con percorso chiaro, definito e costruito sul lungo termine, saprebbe sì, di quasi miracoloso.

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