Villa Fiorita, 19 dicembre 2025, ore 20.19. Dal soppalco in legno della sala consiliare, l’aula senza pubblico appare quasi vuota. Il sindaco sarebbe arrivato da lì a pochi momenti, ma i consiglieri di Bpe – i primi giunti sul posto per la verità – si stanno già radunando intorno ai banchi alla destra della giunta. Con Stefano Giovanardi, che nonostante i problemi di salute ha voluto essere presente alla più importante votazione dell’anno – quella sul bilancio previsionale –, sono finalmente al gran completo.
Si consultano sulle strategie da attuare nella seduta del consiglio comunale che sta per iniziare. L’aria è però tesa, quasi silente. Sono solo in sei, con Irina Neagu del gruppo misto fanno sette. Roberto Imperato di FdI fa salire il conto a otto. Con i due di Forza Italia si arriva a dieci. Ma è tardi e il segretario Norberto Zammarano deve cominciare a fare l’appello. Procede con un passo decisamente lento fino a che certifica: «Non c’è il numero legale».
L’opposizione
I consiglieri di opposizione, in realtà, erano lì in giro. Nonostante la convocazione fosse per un orario insolito, le 20 anziché le solite 20:30, solo Laura Valli di Alleanza Progressista aveva mandato una pec per comunicare la propria assenza. E il dem Pietro Virtuani continuava a chiamare il suo segretario, Damiano Chirico, per aggiornarlo sui problemi che lo stavano facendo tardare. Quest’ultimo era quasi invogliato di dirgli di prendersi un altro po’ di tempo. Gli altri invece c’erano tutti, ed erano tutti intenti a fare capannello tra le poltroncine del pubblico al piano terra dell’aula.
Chirico questa volta ha fatto bene i conti: i banchi della Lega sono vuoti, la corrente Zocco-Calabretta di Fratelli d’Italia assente. I numeri per reggere il consiglio non ci sono, e a questo giro Giovanna Borsotti non ha motivo di approvare un esercizio finanziario che non ha nulla a che vedere con la giunta Troiano. Se pochi minuti prima, nel momento di staccare la tessera che segnala la presenza, il segretario dem aveva un sorriso beffardo, era però lei quella che lo ha fatto più in fretta.
La dem Silvia Bolgia si trova nel corridoio quando, a metà dell’appello, sente la porta di ingresso sbattere poco distante da lei. «Corri!» dice a Ilaria Daffinà che attraversa l’ingresso trafelata, accelerando nonostante i tacchi. Aveva fatto il diavolo a quattro per arrivare il prima possibile dall’ufficio postale in cui aveva appena smesso di lavorare. L’inizio anticipato non l’ha certo aiutata. Ma neanche la sua presenza in zona Var impedisce che la prima chiama vada a vuoto.
Il post di Bpe: “Opposizione irresponsabile”
Non resta che attendere un’ora, questo è infatti il tempo che segretario e presidente devono attendere prima di dichiarare deserta la seduta. Per la maggioranza è una boccata d’ossigeno: sessanta preziosi minuti per trovare la persona mancante e approvare il bilancio.
La vicesindaca Mariele Benzi scende dal palco nel suo elegante vestito nero. Scuote la testa e si rivolge a Bolgia: «L’avevo detto che non si doveva iniziare alle 20». I suoi consiglieri, quelli di Bpe, scelgono di rimanere all’interno dell’edificio. In fondo basta un cellulare per scattare una foto ai banchi vuoti del centrosinistra e scrivere su Facebook: «L’opposizione, in modo molto IRRESPONSABILE, ha deciso di fare il solito teatrino e lasciare l’aula, facendo mancare il numero legale».
Anche se di fuori, tra i più navigati della politica nel centrodestra, girava un commento di un altro tenore: «È il gioco delle parti, al loro posto avremmo fatto lo stesso».
Bulzomì: “Il regolamento sul numero legale è troppo stringente. Occorre cambiarlo”
Il primo a uscire dall’aula è Massimiliano Balconi, che sa che c’è una sola persona che può evitare che il consiglio venga spostato nella settimana di Natale: il capogruppo della Lega, Stefano Manzoni. Di fatto l’unico ad avere giustificato l’assenza per motivi lavorativi anziché di salute. In quattro e quattr’otto Balconi è fuori da Villa Fiorita per andare a recuperarlo.
Per chi si è radunato nel cortile, la sensazione è un po’ quella di aspettare Godot. Con i consiglieri di minoranza che si chiedono in continuazione se Manzoni non si trovi su ogni furgoncino in transito su via De Gasperi. E con il presidente del Consiglio che tradisce una certa impazienza tra una telefonata e l’altra. Michele Bulzomì attraversa avanti e indietro i cancelli in ferro battutto, buttando sempre un occhio alla strada in attesa del collega. «Il regolamento è troppo stringente sul numero legale – commenta – Sto lavorando per cambiarlo e allinearlo a quello degli altri Comuni dell’area. Siamo gli unici che non possono fare una seduta se si ammalano quattro consiglieri».
Manzoni varca i cancelli di Villa Fiorita

Sono le 21:01 quando Balconi scorta Manzoni, visibilmente infastidito, attraverso i cancelli di Villa Fiorita. Il capogruppo del Carroccio non ha fatto neanche in tempo a cambiarsi: sotto la giacca ha il grembiule rosso da cuoco e indossa ancora le scarpe da tennis comode per chi deve stare in piedi tanto. «Ci voleva uno che lavora per risolvere la situazione» commenta tra l’amaro e l’ironico appena incontra i compagni di maggioranza.
Appena lo vede, Vincenzo Imperato, gli salta addosso e lo abbraccia. «Anche io umanamente voglio bene a tutti – dice Manzoni con l’aria di chi sta compiendo un grande sacrificio – ma…». La seconda chiama va a buon fine.
Borsotti: “Risolvete i mal di pancia fuori dal Consiglio”
Come interpretare tutta questa situazione è materia da lasciare agli intenditori di politica. Certo, in cortile, qualche dem non ha potuto che commentare con malizia: «Strano che Giuseppe Calabretta e Simona Zocco si siano assentati insieme».
È però Giovanna Borsotti (Brugherio Civica) quella che ci va più dura. A microfoni aperti: «Non è una questione di impegni lavorativi», dice riferendosi all’assenza di Manzoni nella prima chiama. «L’opposizione non fa teatrino – continua in replica a Bpe –. Sicuramente avete dei mal di pancia interni. Risolveteveli fuori dal Consiglio. Anche noi li abbiamo avuti in passato, ma abbiamo sempre mantenuto il numero legale: ce le cantavamo e suonavamo altrove».
Assi: “Giusto che sul bilancio il numero legale sia garantito dalla maggioranza”
«Ha ragione consigliera, Borsotti – il commento del sindaco Assi – Con la sua esperienza, lei sa che certe cose si discutono all’interno dei partiti. Molti non hanno questa esperienza. Io sono contento che tutti i partiti della maggioranza sono rappresentati oggi, anche da chi ha dovuto faticare molto a essere presente».
E conclude guardando verso la consigliera di Brugherio Civica: «Avete fatto benissimo a non presenziare alla prima chiama: è giusto che in tema di bilancio sia la maggioranza a garantire il numero legale. Avete tutto il diritto di chiederlo. Ringrazio tutti i consiglieri di maggioranza presenti. Chi di loro ha problemi di salute e ha deciso di essere presente, chi ha problemi di lavoro e ha deciso di essere presente: perché è così che si fa. Le questioni di partito vanno risolte dentro le mura del partito. Auguriamo a chi non ha questa esperienza di imparare».
L’emendamento di Manzoni
Nel frattempo Manzoni, arrivato a salvare il bilancio, si era da subito concesso un intervento divergente rispetto alla maggioranza su Cem. Per poi proseguire la serata pungolando i colleghi con un emendamento alla nota di aggiornamento del documento unico di programmazione, presentato senza la firma di altri consiglieri della coalizione.
Nonostante il parere tecnico sfavorevole degli uffici – spiegato con un po’ di imbarazzo dall’assessore, e compagno di partito, Balconi – il capogruppo del Carroccio ha voluto lasciare in discussione la proposta di anticipare al 2027 i lavori della rotonda di San Damiano, per ora fissati al 2028. «Se c’è un problema, la maggioranza non lo vota, l’emendamento non passa ed è finito il gioco», l’osservazione di Manzoni.
L’emendamento aveva trovato il sostegno della minoranza e il silenzio della maggioranza. Ad eccezione del sindaco Assi e del’assessore Balconi che hanno chiarito nel dettaglio come mai le coperture indicate per la rotonda avrebbero creato seri rischi per il bilancio. «Io sono come l’opposizione, sono favorevole a questo provvedimento», ma in caso di problemi legali, «io sono assicurato» – ha ironizzato il sindaco.
Alla fine Manzoni ha ritirato l’emendamento. Il bilancio è stato approvato, così come gli altri provvedimenti all’ordine del giorno.





