Su la testa contro le ingiustizie: questo il motto con il quale Luigi Piccirillo ha fondato, nel 2023, l’associazione. Lo scopo principale è la “difesa dei diritti” dei cittadini. Di tutti i diritti, senza un inquadramento rigidamente monotematico. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Piccirillo, per meglio comprendere la sua realtà e il futuro percepito per il progetto.
La visione di fondo
“Insieme, per una società che non chiude gli occhi e non gira la testa davanti alle ingiustizie.” Questo è il filo rosso che tiene unite tutte le attività di Su la Testa APS. Piccirillo rivendica un’idea semplice: la politica dovrebbe partire dalla collettività. E le associazioni, in questo contesto, non possono limitarsi a un’unica battaglia. I diritti e i bisogni delle persone si intrecciano: occuparsi di inclusione significa toccare temi diversi per forza di cose. “Le associazioni fanno politica”, ha affermato. Non politica di partito, ma un’azione civile e sociale che le rende, di fatto, parte del processo decisionale.
Partecipazione e confronto: le parole chiave di Su la Testa
Più di tutto, Piccirillo evidenzia un nodo: la scarsa partecipazione. Una difficoltà che, a suo avviso, nasce da un diffuso disinteresse verso la collettività. La “frivolezza è diventata l’ordinario”, osserva, mentre sui temi importanti si è persa la capacità di confronto.
Ci sarebbe, alla radice del problema, una frattura generazionale. In un contesto in cui le nuove generazioni faticano a riconoscere il ruolo delle precedenti, molti anziani finiscono per distanziarsi dalla vita comune. Questo crea un forte scollamento, soprattutto in un paese come l’Italia, dove la popolazione tende a invecchiare. Su la Testa si propone come un riferimento che agisca da forza collettiva. Un modo per affrontare la poca trasparenza delle PA, la burocrazia o le ingiustizie sociali.
Il futuro di Su la Testa
Parlando di futuro, Piccirillo fissa una parola chiave: cambiamento culturale. Su la Testa, spiega, vuole sostenere in modo trasversale le necessità dei cittadini, intervenendo su quei temi che spesso restano ai margini dell’attenzione pubblica. Un impegno che sfiora l’ambito politico, perché nasce dall’ascolto del territorio e delle sue fragilità.
Si tratta di incidere sul tessuto sociale, stimolando un diverso rapporto tra cittadini, istituzioni e comunità. Un cambiamento reale dell’esperienza collettiva, anche oltre gli schemi tradizionali con cui siamo abituati a leggere l’impegno civico.





