martedì, Novembre 25, 2025
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Cosa può fare lo sport per la lotta alla violenza di genere: creare spazi sicuri e promuovere rispetto

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Lo sport è da sempre uno strumento di soft power perché ha un alto valore simbolico di forza, potenza, unità ed è in grado di suscitare emozioni individuali e collettive. Ma è anche universalmente riconosciuto come veicolo di valori e modelli di ispirazione; anzi allo sport talvolta è richiesto di farsi carico di messaggi globali come la repulsione del razzismo e della violenza e addirittura il desiderio di pace tra i popoli.

Quando si parla di lotta alla violenza di genere, lo sport centra forse un po’ di più.

Per le donne lo sport è stato e continua ad essere un mezzo di affermazione come individui: nei successi sportivi le atlete trovano il riscatto rispetto ai “no” e ai “non si può fare” imposti dalle costruzioni sociali e diventano esempi per altre donne che vogliono sfidarle. È stato e continua ad essere anche uno strumento collettivo di rivendicazione delle donne come genere: riappropriazione degli spazi, ridefinizione del racconto sportivo in maniera più rispettosa del corpo e del valore dell’atleta, contrasto dello stereotipo di genere che relega le donne a ruoli sociali predefiniti. E tanto altro. Tutte queste battaglie ancora in essere compongono un arsenale di lotta alla costruzione patriarcale su cui si fonda la violenza di genere, ossia la prevaricazione del maschile sul femminile.

In questo senso, lo sport sa essere “un motore del cambiamento sociale e culturale verso una società più equa e improntata al rispetto”, per utilizzare la parole di Federica Gerosa, presidentessa di Teamsport e co-fondatrice di Women in Sport Festival assieme a Francesca Cortelazzo, vicepresidentessa di Pro Sesto Atletica Cernusco.

Domenica 23 novembre Gerosa e Cortelazzo sono state ospiti di Vittoria!, il programma di Freedom Street Radio dedicato alle donne nello sport. Qui hanno raccontato come è nata la manifestazione Women in Sport Festival che, proprio come il programma radiofonico, parte dalla volontà di creare uno spazio che non c’era: lo spazio per parlare delle atlete, delle loro gare e campionati, dei temi e dei problemi vicini alle donne che fanno sport a qualunque livello o che ne siano anche semplici appassionate.

“Volevamo fare ancora di più per lo sport femminile, che a livello nazionale e internazionale è di assoluta qualità e offre spettacolo eccellente, ma soffre ancora di mancanza di visibilità” – ha spiegato Cortelazzo.

Qui la registrazione della puntata, riascoltabile gratuitamente su Mixcloud.

Women in Sport Festival e la celebrazione della Giornata contro la violenza di genere

Women in Sport Festival ha disseminato Segrate e Cernusco sul Naviglio di eventi sportivi, approfondimenti e incontri con campionesse olimpiche.

Proprio domenica 23, prima della gara ufficiale della prima squadra di calcio di Teamsport è stato organizzato un momento celebrativo in occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne. Le giocatrici sono entrate in campo tenendo per mano le atlete delle giovanili e vestendo la maglia con lo slogan “Sì rispetto”: “una risposta positiva, che afferma qualcosa, un messaggio che crediamo sia ancora più forte e trasversale” ha spiegato Gerosa in diretta radio.

Prima del fischio di inizio è stato anche letto un estratto dal libro “Stai zitta” di Michela Murgia, per riflettere sul potere sovversivo del linguaggio e su come le parole possano far emergere e spezzare catene di ingiustizia e di violenza.

Due armi contro la violenza e le ingiustizie: le parole e il dialogo

Del potere delle parole e soprattutto del dialogo è profondamente convinta Francesca Cortellazzo: “se c’è qualcosa che ci fa paura, che ci fa stare male, la chiave di tutto è parlarne. Trovare qualcuno in cui riporre fiducia e parlarne. Anche quando qualcosa sembra insormontabile e senza soluzione, parlandone si può scoprire che quella soluzione esiste e arriva da chi non te l’aspetti. Una compagna di squadra, un allenatore o allenatrice, talvolta una persona che conosciamo poco o non conosciamo affatto

Gli spazi sportivi, quando sono sicuri e fondati sul rispetto, possono essere un luogo protetto e un laboratorio per migliorare il mondo esterno. Ancora Cortelazzo: “Quando fai sport incontri persone e vivi situazioni che ti trasmettono valori e insegnamenti che poi applichi nella vita. Permettere a bambine e ragazze, che poi saranno donne, di approcciare una passione portatrice di valori sani significa aiutarle ad essere esseri umani migliori e mandarle nel mondo a contagiare altri e altre con gli stessi valori.”

Il futuro di Women in Sport Festival

L’obiettivo è chiaro, la motivazione alta. Incoraggiata dal successo inatteso di una prima edizione organizzata in appena quindici giorni effettivi. Tanti i patrocini ricevuti, anche l’inserimento nel calendario ufficiale di Italia dei Giochi, il programma nazionale legato a Milano-Cortina 2026 nato per celebrare i valori olimpici e paralimpici, promuovendo la socialità, l’educazione e la pratica sportiva in tutta Italia.

Il sostegno incoraggia e si sta già pensando a una seconda edizione di Women in Sport Festival: “Questo era l’anno zero, ma vogliamo andare avanti. Ci stiamo già attrezzando e vorremmo che la manifestazione crescesse e diventasse un festival vero.”

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