Il 7 novembre 2025, all’Offside Sports Pub di Milano, è stato presentato il libro “Milan 1993-94. Sulla vetta dell’Olimpo” di Massimiliano Ruzzante, edito da Urbone Publishing, dedicato a una delle stagioni più belle e leggendarie della storia del Milan. Il volume prende la forma narrativa di un documentario scritto su carta, unendo racconti, analisi sulla rosa e aneddoti riguardanti la gloriosa annata rossonera.
Presenti insieme all’autore anche Paolo Madeddu della pagina social “ComunqueMilan” e, nonostante si sia potuto fermare solo per un breve periodo di tempo, il giornalista sportivo Vincenzo Matrone. Quest’ultimo sottolinea come Ruzzante abbia messo il cuore in questo lavoro, sottolineando inoltre come il libro vada letto senza paragonare giocatori di diverse epoche, in quanto ognuna presenta i propri campioni.
Ruzzante, un’idea nata dalla passione per il Milan
Inizialmente, l’idea dell’autore era di raccontare l’intero quinquennio di Fabio Capello sulla panchina rossonera, salvo decidere in un secondo momento di concentrarsi solo sulla stagione 93/94, anche in occasione del trentennio da quel “Double” composto dalla vittoria dello Scudetto e della Champions League, a cui si aggiunse la vittoria della Supercoppa Italiana. Secondo Ruzzante, quella stagione risulta essere negli anni molto sottovalutata rispetto al ciclo di Sacchi, meritando di essere ricordata per la grande cavalcata europea culminata con l’impresa della finale di Atene, dove il Milan vinse 4-0 contro il grande Barcellona di Cruyff.
Nel libro sono presenti le voci di grandi protagonisti di quella stagione, tra cui: Fabio Capello, Silvano Ramaccioni (storico Team Manager del Milan), Donadoni, Tassotti, Papin, Marco Simoni, Savićević, Eranio e Filippo Galli, anche autore della prefazione.
Una serata tra racconti e aneddoti
Durante la presentazione, Ruzzante racconta lo scetticismo tra la stampa, i tifosi, e anche tra i giocatori stessi, quando Fabio Capello riceve da Berlusconi l’incarico di allenatore del Milan. Tuttavia, la squadra lo seguì sin da subito e il primo anno fu un trionfo. L’autore ha descritto quel Milan come una squadra più pragmatica rispetto a quella di Arrigo Sacchi, che esprimeva un gioco più spettacolare.
Inoltre, riflettendo insieme a Madeddu, è emersa l’idea che forse il concetto di calcio che abbiamo oggi sia nato proprio da quella squadra.
Si è poi effettuato un paragone tra Fabio Capello e Massimiliano Allegri, attuale allenatore rossonero: simili nel modo di far giocare la squadra, ma diversi nel rapporto con i giocatori. Allegri ha un rapporto più confidenziale, mentre Capello era più un “sergente di ferro”, infatti ebbe anche diverbi con diversi giocatori come con Gullit e Savićević.
Di certo, non sono mancati anche aneddoti curiosi e divertenti. Ruzzante ha ricordato il ruolo fondamentale di Ariedo Braida, braccio destro di Adriano Galliani, che fu decisivo nel portare giocatori come Savićević, Papin, Boban e Desailly. Molto interessante è stato il racconto dietro l’acquisto di quest’ultimo. Il francese infatti costò quasi il posto a Galliani, perché nonostante i “rubinetti chiusi” sul mercato da parte di Fininvest per motivi economici, l’allora Direttore rossonero spese 10 miliardi di lire per prelevare il difensore dal Marsiglia. Il presidente Silvio Berlusconi lo scoprì solo durante un’intervista al termine di una partita di Coppa Italia e non ne fu per niente contento.
La finale di Atene e capolavoro di Capello
Una buona parte della serata è stata dedicata alla finale di Champions League del 1994 contro il Barcellona. Ruzzante ha raccontato in particolare come la squadra di Cruyff pensasse di aver già vinto la partita, arrivando da una striscia di 25 partite senza perdere: “Si sentivano invincibili. Prendevano in giro il Milan in conferenza stampa nonostante avessero vinto il campionato all’ultima giornata con un po’ di fortuna”.
Capello, però, aveva preparato nei dettagli quella finale: “Aveva studiato tutto, e sapeva quale fosse il punto debole di quella squadra: per mettere il Barcellona in difficoltà, era necessario pressare fortemente il regista Guardiola. Disse ai suoi giocatori di far arrivare la palla a Ferrer, in quanto, a detta sua, avrebbe sbagliato il passaggio otto volte su dieci.” Così l’allenatore del Milan aveva preparato la partita, e sembrava avesse cambiato quella squadra rispetto al resto della stagione. Infatti, in campionato i rossoneri segnarono solamente 36 reti in 34 partite, mentre nella finale di Champions i gol furono quattro.
La serata di presentazione del libro “Milan 1993-94. Sulla vetta dell’Olimpo” di Massimiliano Ruzzante è stata divertente e interessante, ha trasmesso un grande sentimento di nostalgia tra i tifosi rossoneri presenti, che al termine dell’evento si sono mostrati soddisfatti e curiosi facendo delle domande allo scrittore.





