mercoledì, Novembre 19, 2025
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Aragoste a Manhattan, un microcosmo da scoprire al San Giuseppe

In Aragoste a Manhattan, Ruizpalacios ci immerge nel microcosmo multietnico del ristorante The Grill di New York, dove immigrati ed emarginati si incontrano e si scontrano tra cucina e sala. Con una regia vivace e piani sequenza mozzafiato, il film riflette su sogni, precarietà e integrazione. “Io sono ancora qui” di Salles racconta invece la forza della famiglia Paiva contro la dittatura brasiliana, indagando memoria e resilienza con grande sensibilità

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Una perla, non sapremmo definirla altrimenti, quella in programma al Cinema San Giuseppe per la rassegna Di Sabato: il pomeriggio del 15 novembre, alle ore 17, si farà buio in sala per il film “Aragoste a Manhattan (La cocina)”, il nuovo, audace lavoro di Alonso Ruizpalacios. Prima però di addentrarci nella nostro personalissimo “coming now”, di questo piccolo capolavoro assolutamente da non perdere, ricordiamo che la programmazione del San Giuseppe prevede, quale film del week end, “La vità va così”, di cui potrete trovare la nostra recensione a questo link, mentre giorni e orari di visione li troverete sul sito LA VITA VA COSÌ – sangiuseppeonline

Ruizpalacios ci invita a entrare – letteralmente – nel cuore pulsante di New York, a farci largo tra i tavoli affollati e i fornelli bollenti di “The Grill”, ristorante dove la storia del mondo passa dal frigorifero alla sala. Qui si trovano uomini e donne di ogni provenienza, reti di destini sfilacciati e legati insieme solo dalla necessità – e dalla fame – di lavorare. Sono soprattutto immigrati senza permesso, latini, maghrebini, mediorientali, accanto a volti locali, un’umanità multiforme che vive e si scontra, senza avere quasi mai il tempo di davvero comprendersi.

Al San Giuseppe un racconto corale

Il film, ispirato dalla famosa pièce teatrale “The Kitchen” di Arnold Wesker, è un racconto corale. Ruizpalacios rinchiude il set tra le mura del ristorante: la camera nervosa percorre corridoi tetri e sale luminose, distingue senza moralismi tra ricchi che ordinano e poveri che cucinano e puliscono. Il regista messicano si immerge in questa Babele di lingue e accenti, in cui le parole si perdono, i sogni evaporano con il calore e lo stress, mentre le tensioni si tagliano come carne cruda.

“Aragoste a Manhattan” si apre con Estrella, giovane messicana alla disperata ricerca di un lavoro grazie a un indirizzo scritto su un foglio stropicciato; la sua vicenda si intreccia subito al ritmo della cucina: la caccia a un misterioso furto di 800 dollari dalla cassa, la routine esasperante di chef furiosi e cameriere esauste, i monologhi in cui la realtà si spalanca come una padella fumante.

La potenza del bianco e nero, l’inferno e il paradiso

Ruizpalacios osa – e vince – con una regia energica: bianco e nero scintillante, piani sequenza che mozzano il fiato, una colonna sonora che sa essere epica ma anche ironica e grottesca. Ogni personaggio, dal lavapiatti al manager, dal senzatetto al cameriere, vive l’inferno e il paradiso di New York, in una storia che parla di precarietà, sogni, radici e spaesamento.

Il film è un invito a guardare dentro (non solo la cucina, ma anche le persone): una storia pungente e travolgente, un’avventura umana che sprigiona energia, ironia, dolore e rivelazioni improvvise. Pur nella sua complessità, la narrazione concede a ogni protagonista il diritto alla luce. Il centro drammatico è forse l’amore tumultuoso fra Pedro e Julia, ma la vera protagonista è Estrella: il suo sguardo antico e ingenuo attraversa il caos e ci domanda, con una purezza che si fa sorriso enigmatico, quale direzione abbia davvero la nostra società.

Aragoste a Manhattan (La cocina) Un film di Alonso Ruizpalacios Con Raúl Briones Carmona, Rooney Mara, Anna Díaz Genere: Drammatico – USA, 2024 – Durata: 139 minuti

Giorni e Orari di Proiezione

Sabato 15 novembre 2025 – Ore 17:00


San Giuseppe, rassegna Bresson: Io sono ancora qui

Per la rassegna d’essai del Cinecircolo Bresson 2025-2026, in programma al San Giuseppe vi è dei film più intensi e necessari dell’anno: “Io sono ancora qui (Ainda estou aqui)” di Walter Salles. L’opera sarà in programma giovedì 20 e venerdì 21 novembre, con proiezione serale alle ore 21.15 e con una proposta aggiuntiva nel pomeriggio di giovedì alle ore 15.

Raccontare la storia dei desaparecidos brasiliani dagli anni ’70 in poi significa misurarsi con una ferita ancora aperta nella memoria collettiva, ma Salles lo fa con uno sguardo diverso, capace di farsi intimo e universale al tempo stesso. Per la prima volta – come afferma lo stesso regista – la tragica assenza dei padri e dei mariti strappati dalla dittatura è vista dal cuore della famiglia: quella dei Paiva, con Eunice, madre coraggio, e i suoi cinque figli. Il film diventa diario essenziale prima ancora che denuncia: non si concentra solo sul regime di polizia, sulle torture, sulle persecuzioni; soprattutto fa emergere le conseguenze psicologiche e affettive di quel periodo terribile sulle vite rimaste orfane e sulla forza dell’amore famigliare.

La saga di una famiglia che deve sopravvivere a un sopruso

Molto più di una semplice cronaca, “Io sono ancora qui” si muove come una saga di sentimenti che resiste all’uragano della storia. Salles dirige con pudore e profondità, evitando la spettacolarizzazione e scegliendo un racconto sincero, fatto di silenzi, di piccoli gesti e di fotografie che rivitalizzano il passato e ridanno volto ai ricordi mancanti. È un cinema che accarezza le ferite, che trova nella solidarietà tra fratelli e nelle strategie materne di resilienza la spinta a sopravvivere “senza far pesare l’assenza paterna” e a restituire dignità a chi ha sopportato e resistito.

Non è solo un viaggio nel Brasile degli anni bui, ma anche un lavoro sulla memoria e sull’identità, capace di parlare al nostro presente e di interrogare chiunque abbia vissuto una lacerazione profonda. Le sequenze familiari, l’addio alla casa di Rio – simbolo di sogni condivisi e di speranza perduta – saranno momenti che commuovono e fanno riflettere. Il film ci ricorda come il cinema abbia la forza di restituire verità dimenticate e di riaccendere la coscienza civile.

“Io sono ancora qui” merita di essere visto da chiunque cerchi un cinema sincero, capace di toccare mente e cuore, di offrire una pagina indelebile nella narrazione della storia sudamericana e universale. Invitiamo il pubblico a non mancare a questi appuntamenti speciali, per prendere parte a un racconto che ci riguarda tutti, ieri come oggi.

Io sono ancora qui (Ainda estou aqui) Un film di Walter Salles Con Fernanda Torres, Selton Mello, Fernanda Montenegro, Valentina Herszage Genere: Drammatico – Brasile, Francia, 2024 – Durata: 135 minuti


Giorni e Orari di Proiezione

Giovedì 20 novembre 2025 – Ore 15.00 e 21.15

Venerdì 21 novembre 2025 – Ore 21.15

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