Matia Bazar, ovvero bazar di matti. Letterale. O meglio, bazar di tipi strani. Significato più intrinseco. Quante volte ve lo siete chiesto, perché il famoso, storico, immortale gruppo musicale si chiamasse in questo modo? Tante, probabilmente. Il mistero è stato svelato sabato 15 novembre, all’interno della sala consiliare del Comune dove si è tenuto l’incontro tra componenti storici dei Matia Bazar e i cittadini di Brugherio, organizzato da A.C.U. (Accademia di Cultura Universale).
Piero Cassano è stato mattatore dell’evento, presentato dal giornalista Claudio Pollastri. insieme a loro Fabio Perversi, Lallo Tanzi, Gino Zandonà e Silvio Melloni hanno dato vita a una mattinata di racconti, battute e anche qualche polemica che ha attraversato la storia dei Matia Bazar la cui musica ha rappresentato e rappresenta tuttora uno dei pilastri del pop italiano. Presenti tra gli altri l’assessore Carlo Nava, rappresentanti della Compagnia della Mongolfiera, il tenore Rudi Gordini e il maestro liutaio Michele Sangineto, che si è esibito nell’esecuzione di un brano con uno strumento musicale ideato da Leonardo da Vinci. C’erano anche Freedom Street Radio con Giovanni Monteverdi, conduttore del programma “The time machine”, nonché l’Inter Club di Brugherio, che ha omaggiato Fabio Perversi di una sciarpa del club, tra le “proteste” di Lallo Tanzi, anch’egli tifoso nerazzurro.
Nel corso dell’evento, come dicevamo, sono stati narrati molti aneddoti, dalle origini dei Matia Bazar ai giorni nostri, passando per gli avvicendamenti alla voce solista, alle uscite di alcuni elementi, i ritorni, le canzoni, le diverse formazioni che si sono succedute. Poi le 12 partecipazioni al Festival di Sanremo con i due successi, e un paio di polemiche che hanno ravvivato la discussione.
Matia Bazar: le polemiche con Sanremo e Laura Valente
Una di queste riguarda proprio Sanremo, che stando a quanto riferito da Fabio Perversi, nel 2019 respinse i Matia Bazar perché, a quanto pare, non avevano abbastanza follower sui social. Un‘altra, riguarda la due volte ex cantante solista Laura Valente, che avrebbe impropriamente firmato alcuni suoi brani ed esibizioni all’estero con il nome Matia Bazar, nonostante non faccia più parte del gruppo. Se le cose stessero davvero così (usiamo il condizionale non conoscendo la vicenda nei suoi dettagli) il risentimento che spinge i cinque a non nominarla mai col proprio nome, sebbene più volte tirata in ballo, sarebbe giustificato.
L’evento si è chiuso con le consuete domande da parte del pubblico. tra queste, spicca la domanda rivolta a Piero Cassano. Gli è stato chiesto se avesse studiato musica, o se invece fosse autodidatta. Cassano ha risposto con un aneddoto “Una volta questa stessa domanda me la fece Bruno Lauzi. Mi chiese: Piero ma tu sei autodidatta? Si? Si sente….” Signore e signori, il bazar dei matti.






