sabato, Ottobre 11, 2025
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Il mondiale di rugby femminile da record: 81.885 persone alla finale Inghilterra-Canada

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81,855. È il numero delle persone che ha scelto di assistere alla finale del Mondiale di Rugby femminile. Un record Una finale non solo partecipata, ma sentita, respirata, urlata, che ha fatto tremare il tempio del rugby: il Twickenham Stadium. La vittoria delle Red Roses, la squadra dell’Inghilterra, 33-13 sul Canada è stata la ciliegina sulla torta di un mondiale che ha venduto in totale 440mila biglietti – tre volte il numero della precedente edizione, tenutasi tre anni fa in Nuova Zelanda.

Un record già annunciato sin dalla prima partita del torneo tra Inghilterra e Stati Uniti, che ha attirato 42.723 spettatori, superando la finale 2022. Per non parlare della copertura mediatica: il totale degli spettatori, solo nel weekend di apertura, è stato pari a 4.6 milioni, superando tutta la copertura dell’edizione del 2022. Inoltre, la semifinale ha incollato davanti alla TV un picco di 3,3 milioni di telespettatori solo nel Regno Unito, numeri che superano quelli relativi alle gare maschili. Per non parlare anche degli altri Paesi, come la Francia. Les blues infatti hanno incollato alla tv, in occasione della partita contro l’Italia, una media di 3,2 milioni di spettatori, share oscillante tra il 22% e il 27%. 

Il rugby femminile sta rivoluzionando, assieme al calcio, il mondo dello sport.

Basta un nome: Deborah Griffin. Griffin, qualche settimana prima dell’ufficiale inizio del mondiale, è stata eletta presidente della Rugby Footbal Union (RFU), ovvero la Federazione inglese. Un’elezione rivoluzionaria, considerando l’attesa di 154 anni prima di avere una donna presidente. Deborah Griffin non è una recente pioniera in merito alla carica di presidente, ma è LA pioniera del movimento rugbistico femminile. L’ex giocatrice di Richmond è stata la fondatrice, nel 1983, della Women’s Rugby Football Union nel 1983, più precisamente una delle quattro donne a organizzare la prima Coppa del Mondo, nel 1991, rigorosamente non finanziata dall’allora World Rugby. Era il 1991. Prima di quell’anno, le donne non avevano un proprio mondiale. Griffin è stata anche, nel 2018, la prima donna nel Consiglio del World Rugby, il quale l’ha inserita nella sua Hall of fame nel 2022.

«Vedere questi stadi pieni, sentire questo entusiasmo, è la testimonianza che la nostra follia di allora non era vana. Le donne hanno dimostrato di poter giocare un rugby di altissimo livello, spettacolare e coinvolgente, e il pubblico se n’è finalmente accorto» ha dichiarato la presidente dopo la premiazione e la consegna della Coppa mondiale alle Red Roses, vincitrici per la terza volta (dopo le vittorie del 1994 e del 2014).

Sconfiggere il luogo comune del “nessuno guarda lo sport femminile”

Eppure, troppo spesso, si è convinti che NESSUNO guardi e segua lo sport femminile. Non c’è niente di più falso. Togethxr, la compagnia di media e commercio, creata dalle ex atlete Alex Morgan (calciatrice), Chloe Kim (snowboarder), Simone Manuel (nuotatrice) e Sue Bird (cestista), focalizzata sullo sport femminile, il cui motto è “Everyone watches women’s sports” – Tutti guardano gli sport femminili – , ha rilevato come: la visione della finale di campionato NCAA femminile di basket, nel 2024, ha raggiunto un picco di 24 milioni di spettatori; La stagione regolare della WNBA ha registrato oltre 54 milioni di spettatori unici; La partita di volley universitario fra Nebraska e Louisville ha fatto registrare in media 684.000 spettatori su ABC, diventando una delle più viste per la disciplina. E ci sarebbe tanto altro da dire.

Infine, è sicuramente da segnalare un ultimo record all’interno della Coppa del mondo di rugby, riguardante l’arbitra italiana Clara Munarini, la quale era stata scelta dal World Rugby come una delle due assistenti dell’arbitra scozzese Hollie Davidson, che ha diretto la finale. Prima volta per un’italiana. Altro record, altro giro.

Eppure, nessuno guarda lo sport femminile.

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