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Dall’ascensore bloccato al cuore spezzato, al San Giuseppe due film sull’impossibilità di comunicare

Il San Giuseppe di Brugherio porta in sala due film che mettono al centro l’animo umano e le sue fragilità: Riunione di condominio, dramma corale sul pregiudizio e la paura del diverso, e Una figlia, intenso ritratto di un legame padre-figlia spezzato da un gesto estremo. Due proposte di cinema che uniscono emozione e riflessione.

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Il Cinema Teatro San Giuseppe di Brugherio conferma la sua vocazione alla qualità e all’attenzione cinefila, inserendo nel suo palinsesto una proposta che invita a riflettere, a interrogarsi, più che a un semplice intrattenimento. Dopo la proiezione recente de La voce di Hind Rajab e l’ultima pellicola con protagonista Leonardo DiCaprio, Una Battaglia dopo l’altra, la sala brugherese propone adesso Riunione di condominio, opera spagnola che si muove nella zona franca del disvelamento morale e della tensione sociale.

Dalla riunione all’abisso: la trama che inquieta

Ne La riunione di condominio (titolo originale Votemos), Santiago Requejo trasforma una sala condominiale in un teatro di tensioni latenti. Otto inquilini si ritrovano per discutere – apparentemente – di un lavoro ordinario: la sostituzione dell’ascensore. Ma quando Alberto annuncia che il prossimo affittuario del suo appartamento sarà un collega con un passato segnato da disturbi mentali, il clima cambia in modo radicale.

Quel semplice annuncio fa emergere rancori sotterranei, sospetti, timori e risentimenti che fino a quel momento erano tenuti a bada dallo schema del vivere civile. La riunione, da spazio neutro, si trasforma in un’arena in cui ogni parola pesa, ogni silenzio urla, e l’assenza del futuro affittuario diventa la scusa — e il capro espiatorio — attorno a cui si consumano interi universi interiori.

Al San Giuseppe il condominio di tutti noi

I personaggi si dispongono secondo tipologie facilmente riconoscibili: il condomino autoritario che pretende ordine, l’intellettuale che fa dell’argomentazione il velo dietro cui nascondere i propri pregiudizi, la donna esasperata che reagisce con rabbia, il giovane burocrate che vorrebbe ridurre tutto a un mero procedimento. Nuria, che rivela di soffrire di schizofrenia paranoide, tenta di aprire una breccia nel muro delle insinuazioni e degli stereotipi, ma viene presto sopraffatta dal coro delle accuse: “Beve?”, “È gay?”, “Ha tatuaggi?”, “Risponde al telefono in modo strano?” — ogni domanda diventa un’arma.

Requejo, al terzo lungometraggio dopo Abuelos (2019) e No puedo vivir sin ti (2024), rinuncia a escamotage narrativi: nessun fuori campo, nessuna fuga. In novanta minuti esatti, la stanza si contrae, il tempo si fa denso, la tensione cresce fino a diventare palpabile. Il risultato è una commedia drammatica che alterna sarcasmo e disagio, e che richiama, per registro e intensità, opere come Carnage, Perfetti sconosciuti, La parola ai giurati e L’angelo sterminatore.

Una votazione che diventa un rito: la vita oltre il condominio

Il film non è esente da limiti: in alcuni passaggi, i tentativi di drammaticità risultano meno convincenti rispetto agli attacchi satirici più taglienti. Ma la forza della riflessione che propone rimane: fino a che punto la “normalità” è una diga fragile? Quanto è facile, in un microcosmo come un condominio, collassare nel sospetto e nell’esclusione? La votazione finale, che si vorrebbe formale, diventa un rito sacrificale: non si decide dell’ascensore, ma del diritto di un uomo a esistere tra gli altri.

L’ensemble del cast – poco noto al grande pubblico italiano – risulta omogeneo e calibrato. Nessuno domina la scena da solo: l’effetto collettivo restituisce l’umanità molteplice e contraddittoria che, pur parlando spagnolo, somiglia ai nostri vicini di pianerottolo. Alla fine, ciò che rimane impresso è l’immagine di una comunità che implode, incapace di reggere la paura del diverso.

📽 Riunione di condominio
– 18 ottobre 2025 → ore 21:15
– 19 ottobre 2025 → ore 15:30, 18:15, 21:15
– 20 ottobre 2025 → ore 21:1

Quando il dramma familiare diventa occasione di riflessione al Bresson del San Giuseppe

Anche il Cinecircolo Bresson continua il suo percorso di cinema d’essai portando nelle sue proiezioni titoli che non cercano facili rassicurazioni, ma invitano lo spettatore a entrare nel vivo delle emozioni complicate. Una figlia di Ivano De Matteo si propone come un’analisi intensa e delicata delle relazioni familiari spezzate da un evento estremo.

La sofferenza delle vittime è più semplice da descrivere, ma per quella del carnefice bisogna usare particolare cautela — ecco, ho girato questo film con molta delicatezza, con attenzione, tentando di non ferire e di non infierire. Tentando di essere solamente un obiettivo che riprende, senza giudicare“.

Con queste parole, Ivano De Matteo introduce Una figlia (Italia, 2025, 103’). Il regista si collegherà in videoconferenza con gli spettatori in sala al San Giuseppe precedendo la proiezione di venerdì 24 ottobre, il cui inizio è previsto alle 21:15.

Una figlia, un papà e il carcere minorile

Il film restituisce lo strazio di una situazione familiare segnata da un gesto folle, che irrompe nella quotidianità e chiede risposte – se non spiegazioni. Sofia, interpretata da Ginevra Francesconi, è una adolescente che ha perso la madre; Stefano Accorsi, nei panni di papà Pietro, le è stato accanto, costruendo un legame intenso e totalizzante. Quando Pietro incontra Chiara, la bravissima Thony, protagonista insieme a Luca Marinelli del meraviglioso film Tutti i santi giorni, decide di intraprendere una nuova relazione, Sofia reagisce in modo esplosivo, al culmine di tensioni mai sopite. La situazione precipita: arresto, carcere minorile, comunità, e una distanza che sembra incolmabile.

Ma il film non si ferma lì. Il racconto si articola su più fronti: la difficoltà del padre Pietro, incapace all’inizio di riconoscere che la figlia “esiste ancora”, l’affiancamento dell’amica avvocato Mariella, con le sembianze di Michela Cescon, che apre una via al dialogo, il percorso di Sofia, ferita non solo dalle conseguenze del suo gesto ma anche da quello che viene prima e da quello che potrà esserci dopo.

Le conseguenze del crimine

Rispetto a progetti precedenti come Mia o I nostri ragazzi, De Matteo non mette al centro tanto il crimine quanto le sue conseguenze: emotive, relazionali, morali. Non c’è indulgenza, ma neppure condanna esplicita: c’è piuttosto lo sforzo di mostrare come si possa essere genitori dopo l’impensabile, come restare umani quando tutto sembra spezzato.

Il registro alterna momenti di forte tensione (le scene di carcere, gli scontri con la figlia) a momenti più sommessi, interiori, di attesa e dialogo, dove emerge uno struggente senso del lutto, non solo per la perdita della madre, ma per la perdita – o la sfumatura – della sicurezza affettiva, della coerenza del legame padre-figlia.

🎬 Una figlia
– 22 ottobre 2025 → ore 21:15
– 23 ottobre 2025 → ore 15:00, 21:15
– 24 ottobre 2025 → ore 21:15

Per maggiori dettagli su programmazioni e acquisto biglietti vai al sito sangiuseppeonline.it

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